Trento / Salute

Gli inquinanti trovati nel giardino di nido e materna: «Analisi da estendere in tutta la zona»

La richiesta al sindaco del consigliere comunale Maschio: le scuole Piccolo Principe e Orsetto Pandi si trovano nella zona classificata come Area critica per alterazione qualitativa della falda e non sorprendono le infiltrazioni. Conferma dell’estensione del problema è data dalle analisi fatte da Rfi in maggio, quando erano stati trovati idrocarburi di fronte all’area poi sequestrata

IL CASO Tracce di idrocarburi nel cortile dell'asilo e della scuola materna
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CANTIERI Bypass ferroviario, inquinanti oltre i limiti nei sondaggi

di Franco Gottardi

TRENTO. Il giardino dell'asilo nido Orsetto Pandi e della scuola materna Piccolo Principe, così come quello della scuola primaria Schmid, così come il campo Coni a una profondità di 7,1 metri era stata rilevata la presenza di benzene e para-xilene in quantità superiore alla soglia e il vicino campo da calcio di Cristo Re sono tutti all'interno del perimetro definito "Area critica per alterazione qualitativa della falda", un'area interessata dalle infiltrazioni degli inquinanti provenienti da Sloi e Carbochimica dove vige il divieto assoluto di utilizzare le acque di falda.

Non deve perciò sorprendere che nel sottosuolo di nido e materna siano state trovate tracce di idrocarburi; la vera sorpresa è che qualche traccia sia stata trovata in superficie, costringendo il Comune su suggerimento dei tecnici a recintare a una profondità di 7,1 metri era stata rilevata la presenza di benzene e para-xilene in quantità superiore alla sogliaquel pezzo di giardino per evitare che maestre e bambini che questa mattina torneranno a scuola possano venire a contatto diretto con l'inquinamento.

Ma quelle tracce di idrocarburi sono con ogni probabilità di altra natura, forse causate da uno sversamento o forse trasportate lì assieme alla terra di riporto usata in giardino e prelevata chissà dove.

Certo questi ritrovamenti hanno riacceso i riflettori sull'area a rischio indicata dal Pguap, il Piano generale di utilizzo delle acque pubbliche. E hanno spinto il consigliere comunale Andrea Maschio a chiedere al Comune di approfittarne per allargare le analisi a tutte le strutture pubbliche della zona lungo via Lavisotto ed anche alle pertinenze delle abitazioni private. «Analisi in superficie e in profondità andrebbero fatte anche nel campo Coni, nel vicino campo da calcio di Cristo Re, nella scuola Schmid e nei giardini di tutte le abitazioni di quella zona» afferma Maschio in una domanda di attualità rivolta al sindaco.

La sua è una presa di posizione da consigliere di opposizione, ex Movimento 5 Stelle poi transitato in Onda e ora nel gruppo misto e neocandidato alle provinciali con la Lista Divina; ma è anche un ingegnere che di queste cose se ne intende e che conosce bene la situazione di Trento Nord, essendo il responsabile per la sicurezza del cantiere di bonifica del rio Lavisotto.

«Fa quasi tenerezza sentire che l'assessora vuole rassicurare i genitori con un "se si trovasse qualcos'altro si farà la bonifica, ma siam comunque certi che al momento non ci sono pericoli per insegnati e bambini" senza percepire la contraddittorietà che sta già nella sua frase» sostiene il consigliere. La presenza di idrocarburi nel giardino dell'Orsetto Pandi in realtà per i tecnici non è un pericolo non essendoci contatto diretto, come non era considerato un pericolo la stessa presenza riscontrata in passato nel giardino della scuola primaria Schmid, non distante.

Maschio però, così come il presidente della circoscrizione Geat, non si accontentano di generiche rassicurazioni e chiedono di avere dati aggiornati e di fare nuove analisi anche in superficie, per essere sicuri che il caso Piccolo Principe non si ripeta altrove. E comunque una ulteriore conferma che la situazione della falda in quella zona è compromessa viene dalle analisi commissionate da Rfi nel maggio scorso in una serie di punti attorno al futuro cantiere per il bypass ferroviario.

Uno di questi prelievi era stato effettuato proprio in via Lavisotto, nella zona nord all'altezza della vecchia sede della Federazione allevatori, dove a una profondità di 7,1 metri era stata rilevata la presenza di benzene e para-xilene in quantità superiore alla soglia di concentrazione di legge. E quel prelievo è posto proprio alla stessa altezza della zona ferroviaria posta sotto sequestro dalla magistratura poco a nord dello Scalo Filzi; un segnale insomma che evidentemente le infiltrazioni dalla Carbochimica sono diffuse ed estese. Nessun superamento invece era stato riscontrato nella stessa campagna di verifiche ante operam nel sottosuolo del campo Coni, ma in quel caso il prelievo analizzato era stato effettuato a una profondità di 22 metri, quindi molto più in profondità rispetto alla falda e al possibile trascinamento di idrocarburi e inquinati vari.

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