TRENTO. L'orso M62, già "condannato" dal presidente Fugatti perché confidente, è morto a seguito di un'aggressione da parte di un altro esemplare. Questo è l'esito dell'autopsia e dei successivi e più approfonditi accertamenti sulla carcassa ritrovata a fine aprile nei boschi sopra Molveno.

Le analisi erano state affidate all'Istituto zooprofilattico delle Venezia, di Padova. La procura aveva aperto un fascicolo a carico di ignoti con l'ipotesi di reato di uccisione di animale. Indagine aperta per fugare ogni dubbio sul decesso del plantigrado, ma che ora si chiude.

Chi è l'esemplare M62. Orso di 5 anni, M62 (foto) aveva evidenziato comportamenti troppo confidenti: si avvicinava ai centri abitati (in val di Sole diverse volte era stato attirato dai rifiuti, arrivando a ridosso delle abitazioni) e non scappava alla vista dell'uomo. Non risultano episodi di aggressioni, ma il presidente Maurizio Fugatti l'aveva inserito nella lista dei plantigradi destinati all'abbattimento, assieme a Jj4, l'orsa che ha ucciso Andrea Papi, e Mj5 che in val di Rabbi lo scorso marzo ha mandato in ospedale un escursionista che passeggiava sul sentiero con il suo cane.

La scoperta della carcassa. La carcassa di M62 era stata trovata da un gruppo di escursionisti nel gruppo del Brenta, a fine aprile, in una zona impervia fra Molveno e San Lorenzo Dorsino. L'orso era in avanzato stato di decomposizione. La Provincia aveva comunicato che l'identità dell'orso era stata subito accertata grazie alle marche auricolari applicate nel novembre 2021. La carcassa era stata recuperata dal Corpo forestale e affidata agli esperti dell'Istituto zooprofilattico.

I dubbi sulla morte. Il mondo animalista aveva sospettato che si trattasse di un episodio di bracconaggio. In particolare la deputata Michela Vittoria Brambilla, presidente di Leidaa, Lega italiana difesa animali e ambiente, aveva scritto in un post: «Se la mano e l'intenzione dell'uomo avessero qualcosa a che fare con questa morte, cioè se fossimo davanti ad un atto di bracconaggio, sapremmo bene come inquadrare l'avvenimento: nel clima di paura e di odio creato e alimentato da Fugatti».

La Provincia aveva subito specificato che le ferite sulla carcassa dell'orso M62 erano «probabilmente da attribuire all'attacco di un maschio di orso adulto»: l'ipotesi era stata avanzata dal Corpo forestale trentino, ma lontana ancora dall'essere una certezza, dato lo stato di decomposizione. Sempre la Provincia spiegava che «gli scontri tra plantigradi possono avvenire durante l'intero arco dell'anno», con un rischio maggiore nella stagione degli amori (in quel periodo appena iniziata).

Autopsia e accertamenti. L'autopsia è stata affidata agli esperti dell'Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie. L'esame della carcassa era stato eseguito nella sede di Trento alla sola presenza di professionisti (era stata respinta la richiesta dei rappresentanti di associazioni animaliste di assistere alle operazioni), ma non si era rivelato risolutivo. Ora viene reso noto l'esito degli accertamenti successivi: nella carcassa non sono stati rinvenuti proiettili, né presenza di sostanze velenose, ma sono stati trovati i segni di graffi causati da animale e peli di un altro esemplare.

Si attendono ora i risultati delle analisi sulle carcasse di altri due orsi: un maschio sub-adulto, (di età compresa tra 2 e 6 anni) trovato nei boschi di Cavedago a metà giugno e l'esemplare recuperato qualche giorno prima sul Monte Peller.