Ambiente / I dati

In cinque mesi laghi trentini da smunti a colmi d'acqua: ecco tutti i dati

Le piogge di questa estate stanno compensando la grande siccità del 2022. Santa Giustina da meno 30 per cento di febbraio a 110% del 31 luglio

ANALISI in Trentino l'inverno disastroso ha favorito la siccità

di Pietro Gottardi

TRENTO. «Con la quota del lago di Santa Giustina inferiore di 30 metri rispetto ad un livello ottimale estivo (-30% del volume normale, ndr), e dato che in montagna è presente metà della risorsa idrica in forma di neve rispetto alle medie delle stagioni passate, sarà difficile raggiungere il livello di riempimento previsto dai vincoli della concessione idroelettrica, senza procedere nel mantenere sospesa ad esempio la produzione idroelettrica».

A paventare con queste parole un quadro pre-apocalittico legato al vicino ricordo dell'estate 2022 particolarmente siccitosa, era il comunicato stampa della Provincia autonoma di Trento del 22 febbraio scorso, che dava conto della visita dell'assessore all'ambiente Mario Tonina, alla diga di Santa Giustina, in val di Non.

A distanza di appena cinque mesi, però, fortunatamente quei timori - allora fondati - sono stati completamente disinnescati. Da chi? Nessun dubbio a riguardo sul ruolo avuto da Giove Pluvio, tanto avaro di precipitazioni lo scorso anno, quanto prodigo quest'anno, tangibile rappresentazione del detto popolare che nel tempo - anche su periodi molto ridotti, come in questo caso - ed elevandosi un po' dalle contingenze, un dosso e una valle fanno una superficie piana. Tanto vituperato appena dodici mesi fa, il "comportamento" da sempre schizofrenico del meteo, in questa estate sta dicendo bene, anzi, molto bene ai laghi trentini, sia quelli naturali che quelli artificiali.

Per questi ultimi in particolare la situazione è florida sia dal punto di vista paesaggistico - i laghi artificiali semivuoti assumono un aspetto spettrale - che soprattutto da quello economico, con i concessionari che dopo essersi ripetutamente messi le mani nei capelli per tutta l'estate e l'autunno scorsi, oggi quelle stesse mani se le fregano per bene considerata la semplice equazione più acqua nei bacini, più energia da produrre e quindi maggiori ricavi. Il dato più significativo in questo senso aggiornato il 31 luglio riguarda proprio l'invaso artificiale più vasto del Trentino, ossia il lago di Santa Giustina la cui acqua alimenta le turbine della centrale idroelettrica di Taio.

Ebbene se lo stesso giorno di un anno fa la sua diga conteneva 122 milioni di metri cubi di acqua, lunedì scorso essi erano 153,3 (fonte Ufficio dighe - Servizio gestione risorse idriche ed energetiche della Provincia). Valore tanto più significativo se si pensa che nelle ultime settimane vista la ricchezza di acqua presente e la garanzia di reintegro data dalle previsioni meteo di ulteriori precipitazioni, è facilmente presumibile che la centrale abbia spesso turbinato a pieno regime, cosa sicuramente non accaduta per lunghi periodi lo scorso anno, quando la risorsa acqua andava letteralmente centellinata anche per la produzione di energia.

Il dato di 153,3 milioni di metri cubi d'acqua è significativamente superiore anche al volume medio di S.Giustina del periodo, che è pari a 138,2 milioni, tanto da far segnare un volume medio di acqua presente del 111%. Questa stessa percentuale segna il livello di riempimento del bacino di Malga Bissinia, in cima alla val Daone, simbolo visivo lo scorso anno - ridotto una pozzanghera - dello stato dei laghi trentini assetati d'acqua da una parte e "prosciugati" dall'altra per produrre energia e dagli emungimenti per dare acqua all'agricoltura (e non solo a quella trentina). A distanza di un anno la differenza numerica è eclatante: dai 6,5 milioni di metri cubi del 31 luglio 2022 si è passati ai 44,2 milioni di oggi (+ 4,5 milioni sul volume medio del periodo).

A livello percentuale, però, l'invaso che svetta per quantitativo d'acqua accumulato è quello del Careser, in cima alla val di Peio, il cui volume oggi è pari al 136% (27,7 milioni di metri cubi a fronte dei 22 dello scorso anno e dei 20,4 come volume medio del periodo). Una valutazione a parte, infine, va dedicata agli invasi di Stramentizzo e della Val Noana che presentano valori identici di volume sulle rilevazioni 2022 e 2023.

Secondo il dirigente del Servizio gestione risorse idriche ed energetiche, dottor Franco Pocher, ciò dipende anzitutto dalla limitata capienza dei due bacini (6,3 milioni di metri cubi Stramentizzo e 5,7 milioni Val Noana come volume medio del periodo) con valori che possono essere raggiunti e mantenuti anche in periodi di magra, come l'anno scorso, adeguando alle esigenze dei periodi l'uso della risorsa acqua da turbinare da parte del concessionario.

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