Viabilità / Opere

Valdastico, anche il Ministero frena: solo riferimenti potenziali alla ferrovia

A proposito di Corridoio Est, il Mit «evidenzia la coerenza degli obiettivi nella variante al Pup con il progetto ferroviario Monaco-Verona, che concorre a favorire modalità di trasporto meno inquinanti, tendendo ad un progressivo passaggio delle merci da gomma a rotaia e alleggerendo l’autostrada»

CORRIDOIO EST Valdastico nord, la Provincia approva la variante 
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di Domenico Sartori

TRENTO. Nemmeno il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti (Mit) crede al completamento dell'autostrada A31 in Trentino, con prolungamento in roccia nelle valli del Leno e uscita a Rovereto sud. Perché, questo il ragionamento della direzione generale per il trasporto e le infrastrutture ferroviarie del Mit, se si ragiona in termini connessioni e reti, cioè del Corridoio Est, ha senso farlo in riferimento a progetti ferroviari, non a nuove autostrade.

Un parere sfumato, perché al Mit non era chiesto di pronunciarsi su "Valdastico sì, Valdastico no", ma di esprimersi sulla «variante al Piano urbanistico provinciale (Pup) relativa all'ambito di connessione Corridoio Est». Il senso del parere è però chiaro: non è tempo di pensare a nuove autostrada. E non è cosa da poco. La giunta provinciale ha approvato la seconda adozione della variante lo scorso 14 luglio. E da venerdì 21 luglio, con la pubblicazione dell'avviso della ulteriore fase di consultazione pubblica, per 45 giorni, è aperto il periodo di deposito delle osservazioni da parte di chiunque (singoli, associazioni, enti) voglia dire la sua. La principale novità introdotta è la previsione dello strumento degli "ambiti di connessione" per le reti di mobilità, livello intermedio tra i "corridoi di accesso" (per l'interconnessione del Trentino con i territori limitrofi) e i "corridoi interni" (interconnessioni delle vallate).

Il presidente della Provincia, Maurizio Fugatti, s'è peritato di evidenziare «che la deliberazione non contiene alcuna opzione progettuale riguardo ad eventuali uscite di nuove connessioni in Trentino, compresa quella, più volte ipotizzata, che interesserebbe la zona di Rovereto Sud, ma il progetto di variante pone le condizioni e detta il metodo affinché possano essere effettuate le scelte in tema di connessione con il Veneto». Fugatti vuole comunque "portare a casa" la variante entro la legislatura. La scelta progettuale sarà poi fatta dalla nuova giunga, nella prossima legislatura.

Fugatti, del resto, è consapevole che all'autostrada con sbocco in Vallagarina, a crederci è rimasto solo lui, o quasi (anche la Confindustria Trento di Fausto Manzana continua a rivendicarne la bontà). Infatti, singoli, associazioni e Comuni l'hanno cassata. Particolarmente severo il parere sulla variante al Pup del Consiglio delle autonomie locali (17 maggio), e pure quello della terza Commissione del Consiglio provinciale (8 maggio): neppure i consiglieri di maggioranza hanno appoggiato Fugatti. Il parere del Mit, guidato dal ministro leghista Matteo Salvini, è precedente, è del 22 febbraio 2023, e per leggerlo basta scorrere l'appendice 4 della documentazione di variante da ieri sul sito del Servizio urbanistica della Provincia.

A proposito di Corridoio Est, il Mit «evidenzia la coerenza degli obiettivi ricompresi nella variante al Pup con gli interventi programmati, in particolare per quanto riguarda il progetto ferroviario di potenziamento della linea Trento-Bassano (elettrificazione, ndr) e con il progetto ferroviario Monaco-Verona, sottolineando come quest'ultimo concorra a perseguire l'obiettivo di favorire modalità di trasporto meno inquinanti, tendendo ad un progressivo passaggio delle merci da gomma a rotaia e alleggerendo quindi la rete autostrada». Ferrovie, quindi, non nuove autostrade. Che sono da alleggerire, non da potenziare. Il parere del Mit fa inoltre riferimento «all'intervento di potenziamento dell'interporto di Trento, alla nuova linea Rovereto-Riva del Garda, al nuovo collegamento tra le due linee commerciale Primolano-Bassano del Grappa e Belluno-Montebelluna, rimandando ai relativi protocolli d'intesa, alla ferrovia dell'Avisio».

Ferrovie e ancora ferrovie, non strade. «Le conclusioni evidenziano infine» riporta la Provincia sintetizzando il parere del Ministero di Salvini «come il quadruplicamento della linea del Brennero e della linea Milano-Venezia, entrambi in corso, permetteranno di accrescere sensibilmente la capacità anche dei corridoi in direzione Est». Per essere ancora più chiaro, il Mit ricorda che gli obiettivi della stessa variante vincolano la pianificazione subordinata (piano provinciale della mobilità, ndr) «all'individuazione di un modello di mobilità che risponda in modo equilibrato all'obiettivo di ridurre l'impatto negati sulla qualità dell'aria che deriva dall'aumento dei carichi di traffico e, allo stesso tempo, di migliorare l'attrattività e l'integrazione dei territori, nel rispetto di un bilancio ambientale complessivo». Altre che nuove austrade. 

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