Giustizia / Il caso

Processo Perfido, terminate le udienze delle parti civili: il 26 luglio è attesa la sentenza

Infiltrazioni della ‘ndrangheta nel settore del porfido trentino, ribadite nella seduta odierna (17 luglio) le richieste risarcitorie di 500mila euro per ogni ente pubblico costituitosi in giudizio e 50mila euro per gli enti privati. Dal 18 luglio le arringhe dei legali della difesa

IN AULA Maratona estiva per il caso "Perfido", chiusa la fase istruttoria 
LA SENTENZA Confermata la prima condanna per mafia in Trentino
IL PUNTO L'inchiesta sulle infiltrazioni mafiose in Trentino
IL PROCESSO Otto imputati su undici scelgono il rito abbreviato

TRENTO. Si è svolta oggi, lunedì 17 luglio, l’udienza delle parti civili nel processo “Perfido”, sulle infiltrazioni della 'ndrangheta nel settore del porfido in Trentino. Nell’udienza odierna sono state ribadite le ragioni di costituzione delle parti e le richieste risarcitorie, che ammontano a 500.000 euro per ogni ente pubblico costituitosi in giudizio (Provincia autonoma di Trento, Comune di Zona Lases, Ministero dell'interno e Presidenza del Consiglio dei ministri) e di 50.000 per gli enti privati (Fillea Cgil, Filca Cisl, Arci del Trentino, Libera e Altrotrentino).

«La costituzione è motivata dalla volontà di intervenire in una situazione nella quale dove governano le organizzazioni criminali il mercato del lavoro diventa guasto e vengono lesi i diritti dei lavoratori, senza possibilità di intervento da parte dei sindacati, con danni per tutto il tessuto economico e affermazione della violenza, come accaduto nel caso del lavoratore di origine cinese ridotto in fin di vita», ha detto l'avvocato Giovanni Guarini, in rappresentanza di Fillea Cgil.

Con domani, martedì 18 luglio, iniziano le udienze per le arringhe dei legali della difesa, che proseguiranno fino a martedì 25 luglio (con l'eccezione di venerdì 21 luglio). La sentenza è attesa per mercoledì 26 luglio. 

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