Giustizia / Corte d’Assise

Omicidio Iob, in aula tra vita privata e spiegazioni del noto “sms fantasma”: «Un errore del software»

L’udienza sull’omicidio del custode forestale, trovato morto nel lago di Santa Giustina, si è aperta con lo scontro fra accusa e difesa su un sms delle 14.27 del 3 giugno 2022. Undici testimoni in sei ore di dibattimento. Presente anche l’imputato David Dallago

PROCESSO Dalle tracce sangue nessuna certezza, sconosciuta l’arma 
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di Marica Vigano'

TRENTO. 'Il messaggio "fantasma" inviato dal cellulare di Fausto Iob e mai arrivato al destinatario altro non sarebbe che «un errore del programma di decodifica», ossia del software utilizzato in sede di copia forense per leggere i contenuti del telefonino della vittima.

L'udienza di lunedì 3 luglio in Corte d'Assise sull'omicidio del custode forestale Fausto Iob, trovato morto nel lago di Santa Giustina con almeno 18 colpi alla testa, si è aperta con uno scontro fra accusa e difesa proprio su un sms delle 14.27 del 3 giugno 2022, ora in cui, nella ricostruzione della procura, già si era verificata l'aggressione. Fra gli undici testimoni sentiti nelle oltre sei ore di dibattimento c'è la ex convivente del custode forestale, che ha parlato della vittima con commozione: «Era un uomo bello, era forte». Unanime l'opinione dei colleghi: «Tutti hanno un bel ricordo di lui». In aula era presente l'imputato, il boscaiolo David Dallago.

Sms fantasma, un errore di software. Il luogotenente dei carabinieri esperto di intercettazioni, nonché consulente della procura, ha risposto per oltre un'ora alle domande incalzanti della difesa dell'imputato. La scoperta di un sms "fantasma", emerso dalla copia forense del cellulare della vittima, è uno degli elementi su cui punta l'avvocata della difesa Angelica Domenichelli per sgretolare l'impianto accusatorio. Dai tabulati del gestore telefonico emerge che l'ultimo messaggio (sms che "viaggia" su un canale tradizionale ossia Gsm e non su un canale dati come Whatsapp) è arrivato sul telefonino di Iob alle ore 13.26 e 38 secondi.

Nella copia forense del dispositivo risulta che un sms è partito alle 14.27 e 56 secondi ma non è mai arrivato. Il consulente ha spiegato il contenuto: è un messaggio non completo preceduto da caratteri speciali, uno stralcio di un sms cancellato risalente a settembre 2018 e che riporta il numero a cui venne inviato all'epoca. Cosa significa? «Sono giunto alla conclusione che si tratti di un errore del programma di codifica (uno dei due software utilizzati per copiare i contenuti dei cellulari, ndr) nella valutazione del messaggio - ha detto il consulente - È un falso positivo che deriva dall'interpretazione errata da parte del software dei messaggi contenuti nella cartella file sms-mms».

A domanda del pm, il consulente ha precisato: «Non è stato trovato alcun elemento che indichi che il messaggio è stato digitato e inviato». Incalzato dalla difesa, ha spiegato che, seppur non si possa datare l'eliminazione di un sms, «non si ritiene possibile la cancellazione della chat il 3 giugno perché il messaggio avrebbe modificato il file». «Iob, uomo forte e dedito al lavoro».

Lunedì, per la prima volta dall'inizio del processo, si è parlato della vittima non solo dal punto di vista professionale, ma si è indagato anche sulla vita privata, sui rapporti personali. La ex compagna ha tracciato un ricordo intimo di Fausto Iob, con il quale ha vissuto per oltre dieci anni. «L'avevo sentito la sera del 2 giugno, e anche al mattino. Mi aveva mandato un sms : "Ciao, hai dormito?"». La difesa ha voluto sapere qualcosa in più sulla vittima. Sono emerse difficoltà economiche del passato, con un assegno di mille euro che una delle sorelle di Fausto Iob gli aveva regalato per Natale: quel dono, rimasto in una scatola, era stato incassato dai figli dopo la scomparsa del padre.

La ex compagna, a domanda precisa della difesa, ha spiegato di aver deciso di troncare la relazione dopo aver saputo che il convivente aveva simpatia per altre donne, occupate. E poi il ricordo commosso: «Fausto era bello. Era muscoloso, "staifo" come si dice in Trentino, era molto sportivo - ha detto - Non riesco ancora a spiegarmi come possa essere stato sopraffatto». «Iob era una persona forte, aveva un gran fisico, era molto attivo» ha ricordato un forestale. «Era dedito al lavoro. Non so se avesse nemici, ma tutti hanno un bel ricordo di lui» ha aggiunto un altro collega.

Braccio di ferro sul movente. Per gli investigatori, Dallago sarebbe stato scoperto da Iob con la legna rubata: questo il movente dell'omicidio. Alcuni forestali sentiti ieri hanno spiegato che il legname trovato nel deposito non era dello stesso tipo di piante che Dallago avrebbe dovuto tagliare. Proprio il 2 giugno, il giorno prima della scomparsa, Fausto Iob aveva incrociato il trattore del boscaiolo, carico. Con i colleghi si era lamentato del ritardo dei lavori di cui era stata incaricata la ditta di Dallago, aggiungendo che questi ritardi erano per problemi familiari, ma però non aveva fatto accenno ai presunti furti di legname. L'avvocata Domenichelli ribadisce: «Stanno emergendo dettagli e circostanze non presi in considerazione dalla pubblica accusa. Siamo convinti che non si è cercato oltre».

L'appuntamento del giorno 4. Fausto Iob sarebbe scomparso venerdì 3 giugno, al mattino, ma l'allarme venne dato dai familiari nel primo pomeriggio di domenica 5. Gli investigatori si sono concentrati sui transiti delle vetture lungo la strada che passa per località Banco di Sanzeno, dove si trova il cantiere boschivo in cui la vittima e l'imputato, incaricato di preparare il legname per le "sort", si erano dati appuntamento per lavoro proprio il 3. Ma i movimenti di Dallago sono in parte stati ricostruiti anche sabato 4.

Al mattino presto il boscaiolo si era recato al Crm di Cles, come testimoniano le immagini di videosorveglianza. Sempre il giorno 4 Iob e Dallago avrebbero dovuto trovarsi nel cantiere boschivo per un sopralluogo di inizio lavori: questo appuntamento è stato ricordato in aula da uno dei forestali colleghi di Fausto Iob, ma a tale circostanza il boscaiolo non avrebbe mai fatto alcun cenno. La Corte d'Assise ha disposto la restituzione dei beni sequestrati all'imputato, esclusa la Kia Picanto in cui sono state trovate tracce miste di Dna. Si torna in aula a fine settembre.

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