Ambiente / Il nodo

Gestione dei rifiuti, si va verso un ambito unico provinciale e una società pubblica per il trattamento finale

Il disegno di legge approvato venerdì scorso prevede regole omogenee sull’intero territorio, per arrivare a un unico gestore in luogo dei 12 attuali (da Dolomiti Ambiente ad AmAmbiente, da Fiemme Servizi ad Asia, alle varie Comunità di valle) che nella prima fase resteranno in vita, ma poi l’ente di governo assumerà il servizio

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di Domenico Sartori

TRENTO. Ambito unico provinciale e società pubblica in-house per il trattamento finale. Annunciata, e attesa, è arrivata ieri in giunta provinciale l’approvazione del disegno di legge che pone le basi per la nuova organizzazione del servizio di gestione dei rifiuti urbani.

Il vicepresidente e assessore all’ambiente, Mario Tonina, è determinato a chiudere quanto prima il percorso. Perfettamente consapevole che non sarà questa giunta, a pochi dalla fine della legislatura, ad approvare in via definitiva tecnologia e localizzazione dell’impianto per chiudere il ciclo dei rifiuti. Ma altrettanto convinto che la giunta che uscirà dalle urne il prossimo 22 ottobre, sarà nelle condizioni di poter decidere rapidamente.

Cosa prevede il disegno di legge approvato venerdì scorso e che sarà immediatamente (la prossima settimana) sottoposto al primo vaglio del Consiglio delle autonomie? Prevede in primo luogo l’istituzione dell’ambito territoriale ottimale (Ato).

Vuol dire regole omogenee di gestione sull’intero territorio. Vuol dire, in prospettiva, arrivare ad un unico gestore in luogo dei dodici attuali. Prevede inoltre, entro un anno, la costituzione di un apposito ente di governo dei rifiuti tramite una convenzione fra Provincia, Comuni e Comunità di valle e la individuazione delle modalità per gestire la transizione, cioè per assicurare la fornitura del servizio nel primo periodo di attività del nuovo ente.

Per il primo periodo di cinque anni, questo nuovo ente di governo dovrà effettuare una ricognizione dell’impiantistica intermedia e finale dei rifiuti e realizzare le infrastrutture necessarie per garantire la regolare ed efficiente fornitura del servizio. Cosa significa tutto ciò?

Che nella prima fase gli attuali enti gestori (da Dolomiti Ambiente ad AmAmbiente, da Fiemme Servizi ad Asia, alle varie Comunità di valle) resteranno in vita. Ma che, una volta prese le misure dei fabbisogni e delle specificità dei singoli territori, l’ente di governo assumerà su di sé lo svolgimento diretto del servizio.

Questo ente, formato da Provincia, Comuni e Comunità, avrà la forma di un consorzio, o un altro vestito, si valuterà. Ma quel che è certo è che avrà la gestione integrata dei rifiuti dell’unico ambito territoriale in tutte le fasi: raccolta, trasporto, recupero e smaltimento finale nel nuovo impianto.

Il modello è quello di Eco Center spa, la società della Provincia e dei comuni altoatesini che gestisce il termovalorizzatore di Bolzano sud (nella foto). Dice Tonina: «Bisogna avere il coraggio di saper copiare ciò che di positivo è stato fatto altrove».

Al Consiglio della autonomie non si sono ancora pronunciati sull’addendum al quinto aggiornamento del Piano rifiuti. Ma Tonina procede risoluto: «Il Consiglio delle autonomie si è già espresso compatto sul quinto aggiornamento del piano, nell’agosto 2022, con un solo Comune astenuto (Besenello, ndr). Se qualcuno ha cambiato idea sull’impianto finale, porti una soluzione alternativa. A Bolzano, per i cittadini, il costo di smaltimento è di 81 euro a tonnellata. In Trentino, con le discariche, era di 160 euro e, oggi, con le discariche chiuse, siamo a 220 euro. E non sappiamo cosa accadrà in futuro. Noi ci prendiamo la responsabilità della decisione».

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