Economia / L’intervento

Via il Superbonus, l’edilizia in ginocchio: “Peggioramento di occupazione e qualità”

Cgil e Uil chiedono politiche industriali, stabili e durature per il settore delle costruzioni e per difendere l'occupazione e, allo stesso tempo, annunciano la mobilitazione: il prossimo primo aprile infatti prenderanno parte alla manifestazione nazionale che si terrà a Torino, proprio per mantenere accesi i riflettori su un tema che sta tenendo in allerta l'intero comparto

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di Nicola Maschio

TRENTO. La cancellazione dei bonus legati al mondo dell'edilizia potrebbe ridurre i posti di lavoro e impattare fortemente anche sulle aziende trentine. È questo il quadro fatto da Fillea Cgil e Feneal Uil, che chiedono politiche industriali, stabili e durature per il settore delle costruzioni e per difendere l'occupazione e, allo stesso tempo, annunciano la mobilitazione: il prossimo primo aprile infatti prenderanno parte alla manifestazione nazionale che si terrà a Torino (altre sono previste a Roma, Cagliari, Palermo e Napoli), proprio per mantenere accesi i riflettori su un tema che sta tenendo in allerta l'intero comparto.

«Alla luce dei vari provvedimenti del Governo, il settore dell'edilizia rischia un netto peggioramento dell'occupazione e della qualità del lavoro - hanno spiegato Giampaolo Mastrogiuseppe (Fillea) e Matteo Salvetti (Feneal) -, nonché gravi impatti sull'ambiente e sulla possibilità di rigenerare quartieri e periferie, senza raggiungere così gli obiettivi Onu e Ue per città sostenibili. I numeri parlano chiaro: serve trovare meccanismi per far sì che tutti, anche i ceti meno abbienti, possano avere accesso alle possibilità di riqualificazione. Il Superbonus ha portato alla crescita delle imprese e degli addetti nel comparto edile, le evidenze ci sono».

In effetti, i dati forniti dai sindacati sono una sentenza: nell'anno "ape" 2021-2022 - ovvero l'anno che va da ottobre a settembre dell'anno successivo - si contavano 13.177 addetti e 2.099 imprese attive in Trentino; dall'anno della nascita del 110%, cioè il 2019-2020, i lavoratori sono dunque incrementati di 2.445 unità (prima erano 10.732) e le aziende di ben 285 (in precedenza se ne contavano 1.814). Qualora dovessero decadere o venissero fortemente rivisti i bonus e gli incentivi, il rischio sarebbe quello di perdere il 16% dei lavoratori che producono, evidenziano Fillea e Feneal, una massa salari di circa 20 milioni di euro.

Ma quelli trentini non sono gli unici numeri forniti: a livello italiano infatti, hanno aggiunto Mastrogiuseppe e Salvetti, di circa 14 milioni di abitazioni residenziali ben 9,7 milioni rientrano nelle classi energetiche E, F e G: potenzialmente, dunque, gli interventi da attuare sarebbero ancora tantissimi. Per non parlare del taglio ai posti di lavoro, che in tutto il Paese ammonterebbero a 100 mila unità - l'Associazione nazionale dei costruttori edili si sbilancia addirittura verso le 170 mila - con la chiusura di 115 mila cantieri e la perdita stimata di 32 mila imprese. Numeri che i portavoce dei sindacati trentini hanno definito "apocalittici".

«Non dimentichiamo - hanno concluso i due rappresentanti - che anche il Consiglio nazionale dei commercialisti ha sottolineato come il Superbonus abbia prodotto 250 mila posti di lavoro in più ed un extra-gettito di circa 45 miliardi di euro. Ed ora vogliamo andare verso soluzioni in cui si penalizzano coloro che hanno il reddito più basso? Perché la realtà ci dice che chi guadagnerà meno di 30 mila euro l'anno non potrà ristrutturare. Questa narrazione dei disastri economici portati dal Superbonus non trova tutti d'accordo: una relazione della Guardia di finanza, presentata alle Camere, ha sottolineato che solo il 4,5% degli illeciti registrati erano effettivamente legati al Superbonus in senso stretto, mentre tutti gli altri si riferivano ad altri incentivi».

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