Istituzioni / Il dibattito

L'analisi di Milena Gabanelli: "Regioni a statuto speciale, privilegi a spese di tutti"

"Dataroom" sul Corriere della sera: "Il punto sostanziale delle autonomie è trattenere per sé la gran parte delle imposte: a Trento e Bolzano resta il 90% e l’80% dell'Iva. Pagano una serie di servizi, ma a tutto il resto pensa lo Stato". La reazione dell'ex presidente provinciale Ugo Rossi: "Come volevasi dimostrare, ecco il pericolo che avevo annunciato"

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TRENTO. Si intitola "Regioni a statuto speciale, privilegi a spese di tutti" la pagina a cura di Milena Gabanelli, sul Corriere della Sera, che di certo non allieterà l'inizio di settimana delle classi dirigenti trentina e bolzanina.

Nel suo "Dataroom" di oggi, la nota giornalista richiama il decreto Calderoli riguardante il progetto di autonomia differenziata per le Regioni ordinarie, che si basa in sostanza sul modello delle cinque realtà a Statuto speciale: Trentino Alto Adige, Valle d'Aosta, Friuli Venezia Giulia, Sicilia e Sardegna.

L'articolo di approfondimento del quotidiano milanese, accompagnato da un video sul Web.

Gabanelli spiega, fra l'altro, che "il punto sostanziale è quello di trattenere per sé la gran parte delle imposte: la Valle d’Aosta si tiene il 100% di Irpef, Ires (imposta per le società), Iva e accise sui carburanti; le Province autonome di Trento e Bolzano il 90% e l’80% di Iva; il Friuli-Venezia Giulia il 59% e il 30% delle accise; la Sicilia il 71% dell’Irpef, il 100% dell’Ires e il 36% di Iva; e la Sardegna il 70% su tutto e il 90% di Iva.

Con questi soldi si pagano sanità, assistenza sociale, trasporti e viabilità locali (che però si pagano in proprio anche Regioni come Lombardia, Toscana e Lazio), manutenzione del territorio, infrastrutture per l’attrazione turistica. La Valle d’Aosta e le due province del Trentino Alto Adige si finanziano anche l’istruzione, ovvero gli stipendi degli insegnanti.

Lo Stato paga tutto il resto: le spese per la giustizia (procure e tribunali), le forze dell’ordine, le infrastrutture di carattere nazionale (come la rete ferroviaria, i trafori, pezzi di autostrada, a partire da quella del Brennero), i servizi Inps, oltre alla macchina politica e amministrativa statale.

Tutte spese che sono finanziate dalla fiscalità generale, alle quali queste regioni non partecipano, o lo fanno in piccola parte", osserva infine Gabanelli nell'esaminare i dati contabili.

Insomma, come si legge nel titolo della pagina sul Corriere di oggi, "c'è il rischio di una frammentazione amministrativa e di cassa".

Di certo un'analisi finanziaria che non premia l'immagine delle attuali autonomie speciali né il loro ruolo nel quadro dell'architettura istituzionale della Repubblica.

Immediato il commento dell'ex presidente della Provincia autonoma di Trento, Ugo Rossi: "Come volevasi dimostrare. Ecco il pericolo che avevo annunciato.

Come avevo scritto qualche settimana fa ovviamente si usano (malamente ) le autonomie speciali per parlare in negativo dell'autonomia differenziata.

Serve una strategia di difesa e di comunicazione di Trento e Bolzano che oggi non si vede e non basta certo contare sul ministro amico.

L'autonomia ha bisogno di cultura autonomista, di studio serio, di classe dirigente preparata. Francamente vedo molto poco in circolazione al riguardo".

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