Urbanistica / Il tema

In Trentino oltre 400 ruderi, il caso degli edifici dismessi: dalla ex Montecatini alla vecchia questura di Trento

Tutto fermo sul fronte della riqualificazione, si va dai vecchi complessi industriali ai ben 143 alberghi lasciati andare, ma ci sono anche case private nel lunghissimo elenco di immobili abbandonati e ancora senza una futura destinazione 

IL PROGETTO "sedotti e abbandonati" quelle ferite nelle comunità
FUTURO Spazi che ci interrogano: bisogna costruire sul «costruito» 
ESEMPIO Con "Centrale Fies" la prima rigenerazione italiana di archeologia industriale a fini artistici
MORI Viaggio per immagini dentro la ex Alumetal

 

di Pierluigi Depentori

TRENTO. Quando i turisti entrano in Trentino da sud, dal Veronese, ci sono due cose che saltano all’occhio: il castello di Avio che ti guarda dall’alto con tutta la sua magnificenza, e poi, pochi chilometri più a nord, sempre sulla sinistra, l’enorme sagoma della ex Montecatini con i suoi 13 ettari dismessi e luogo dove, soprattutto quando scendono le tenebre, i disperati trovano riparo e gli spacciatori possono fare indisturbati i loro affari.

Ecco, l’ex Montecatini è forse il simbolo più plastico, perché il più evidente, di una situazione che in Trentino sta assumendo numeri davvero preoccupanti: sono oltre quattrocento, infatti, i luoghi abbandonati su cui da anni, in alcuni casi da decenni, si sta discutendo cosa farne senza arrivare mai ad una vera soluzione.

La stima degli oltre quattrocento edifici dismessi (tra pubblici e privati) è fatta incrociando i dati in possesso della Provincia e quelli raccolti con pazienza e precisione dal progetto “Sedotti e abbandonati” che ha fatto una sorta di censimento geomappato della situazione in Trentino sul sito www.sedottieabbandonati.com.

Nell’elenco c’è davvero di tutto: complessi industriali lasciati nell’incuria in attesa che qualcuno dimostri interesse (e intanto gli anni passano), alberghi dismessi (ben 143) e sul cui futuro si sta ragionando da tempo, strutture pubbliche che stanno aspettando il contributo giusto per essere sistemate, edifici privati che magari sono sotto tutela, o che in altri casi non riescono a trovare un acquirente in grado di dare un futuro degno, a volte nel bel mezzo di una grana legale tra gli eredi.

Il risultato finale lo potete vedere nelle fotografie nelle pagine organizzate dall'Adige in collaborazione con i responsabili del progetto “Sedotti e abbandonati”: immagini che da sole raccontano un presente di abbandono e di incuria che male si accosta all’immagine di un Trentino virtuoso e sempre attento al suo territorio e al suo sviluppo sostenibile.

Non serve andare in angoli sperduti per trovare altri esempi di lampante degrado. Uno storico “simbolo” lo abbiamo infatti nel pieno centro di Trento, la sede dell’ex questura in piazza Mostra proprio di fronte all’ingresso del Castello del Buonconsiglio che tanti turisti attira a sé: doveva diventare la sede del Museo Archeologico, con un collegamento diretto col Castello, forse diventerà la sede degli Uffici finanziari ma nel frattempo resta un luogo (de)cadente proprio nel cuore del capoluogo.

Del futuro di questi complessi si continua a discutere, ma intanto gli anni passano. All’ex Montecatini, ad esempio, la Provincia ha stanziato l’anno scorso 30 milioni di euro per abbattere il complesso e ospitare nuove fabbriche, dopo che era stato fatto un bando da parte di Trentino Sviluppo (proprietario dell’area) per un progetto di rigenerazione che prevedeva anche la bonifica dell’intera area con i fondi del Pnrr. Di privati interessati al futuro dell’area ce ne sono, ma il nodo resta quello di chi si accollerà l’onere della demolizione e della ricostruzione in tempi dove ogni mese i prezzi salgono all’impazzata.

E poi l’Hotel Panorama a Sardagna, l’ex Anmil al Bosco della Città di Rovereto, l’ex Artigianelli di Susà di Pergine, le ex caserme austroungariche alle Viote. Autentici pezzi di storia che nel tempo di sono trasformati in imbarazzanti brutture, in tempi di ristrettezze economiche e di impossibilità a trovare realtà in grado di essere davvero interessate al riutilizzo di complessi spesso dalle dimensioni ingombranti e gravati a volte da stringenti vincoli urbanistici.

Nelle ultime settimane la Provincia è riuscita a “liberarsi” di alcune strutture che non avevano più una funzionalità strategica per l’ente pubblico. Stiamo parlando dell’ex casello indraulico di San Michele (valore: 458.000 euro), dell’edificio ex Enpas di via Petrarca a Trento (1,9 milioni), dell’ex casa di cura Villa Rosa di Vigalzano (4,6 milioni) e dell’ex scuola professionale del Tonale, nel Comune di Vermiglio (510.000 euro). Questi immobili sono finiti nelle mani degli eredi del conte Ulrico Spaur nella trattativa che ha portato all’acquisto da parte della Provincia di Castel Valer, valutato 15,6 milioni di euro.

Niente di fatto invece per l’immobile di cui forse la Provincia si sarebbe liberata più volentieri, l’ex albergo Panorama di Sardagna che, vuoto e ormai dismesso, guarda dall’alto la città di Trento proprio all’arrivo della funivia. Era stato valutato 2,56 milioni di euro, ma gli eredi Spaur hanno preferito lasciarlo nelle mani di Patrimonio del Trentino. In attesa di un nuovo acquirente, è il segno indelebile di questi oltre 400 “ruderi” che aspettano di trovare una destinazione e che nel frattempo rappresentano una ferita a cuore aperto in tutti i nostri occhi.

[nella foto, la ex Montecatini di Mori]

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