Trento / Il caso

Il "Bruno" replica alla Provincia: la richiesta di sgombero è solo propaganda, noi restiamo e proseguiamo le attività

Il centro sociale rispondono alla richiesta avanzata dai consiglieri leghisti e confortata dalle parole del vicepresidente Tonina: "Abbiamo recuperato a nostre spese un edificio in stato di abbandono, da dieci anni organizziamo svariate attività culturali e qui ospitiamo persone senza casa". Gli attivisti trovano l'appoggio della consigliera dei Verdi Lucia Coppola

POLEMICA La Lega preme per lo sgombero del centro sociale Bruno
IL FATTO Il Bruno «sfrattato» dalla Provincia, la replica: qui dieci anni di lavoro
LA STORIA Nel 2006 la nascita del centro nella prima sede di via Dogana

TRENTO. "Siamo qui e continuiamo a (r)esistere!". Il centro sociale Bruno replica dopo l'iniziativa del consigliere provinciale leghista Devid Moranduzzo che con una interrogazione chiede alla giunta provinciale se intende procedere «allo sgombero dell'immobile abusivamente occupato per destinare l'edificio alla finalità sociale impellente di ospitare i senzatetto che manifestino interesse».

Il vicepresidente della Provincia, Mario Tonina, ha risposto che Patrimonio del Trentino «dopo aver chiesto senza riscontro agli occupanti di liberare il caseggiato, si è mossa inviando una segnalazione alle autorità e alle forze dell'ordine per rientrarne in possesso».

Un clima pesante, dunque, attorno al centro sociale (sfrattato nel 2019) che negli ultimi dieci anni ha risistemato e animato con numerose inizative culturali, sociali e politiche, i locali nello stabile di Piedicastello.

Con un comunicato, gli attivisti del "Bruno" replicano alle iniziative della Provincia: "È andato in scena in consiglio provinciale - si legge nel comunicato - un siparietto tragicomico e grottesco. I consiglieri Moranduzzo e Rossato chiedono di cacciarci dallo stabile di Lungadige San Nicolò 4 per farci quello che noi già ci facciamo, perché improvvisamente hanno a cuore le sorti delle svariate e numerose persone che vivono all’addiaccio.

La consigliera Rossato afferma che il comodato d’uso che avevamo stipulato con la Provincia sarebbe scaduto: niente di più falso, in quanto quel comodato è stato stralciato unilateralmente dalla Pat con la scusa di lavori che avrebbero riguardato l’area su cui sorge il sentro sociale Bruno.

Ed è che qui viene il bello, quando il vicepresidente Mario Tonina ammette candidamente che non ci sono al momento progetti certi sulla zona e sullo stabile, ma che intanto dovrebbero sgomberarci e poi si vedrà. Insomma, l’ennesima uscita propagandistica di chi tra un’abbuffata al mercatino e un’altra ha solo saputo distruggere, discriminare e ridurre il welfare di questo territorio, nonché gli spazi di aggregazione e confronto", scrive il centro sociale.

E prosegue con la critica all'attività della giunta leghista: "Pur di non parlare dei problemi reali che affliggono il Trentino tirano fuori uno dei loro cavalli di battaglia della campagna elettorale di quattro anni fa. Come allora continuano a parlare di un centro sociale come se fosse una specie di fungo malefico spuntato chissà come e non qualcosa che è sorto e si mantiene in piedi perché risponde alle esigenze di una fascia consistente della popolazione.

Il Bruno - che ricordiamo era un edificio in completo stato di abbandono e recuperato a nostre spese - non ospita soltanto delle persone che in questo momento altrimenti si troverebbero per strada, ma ha una scuola di italiano, uno sportello curriculum, uno inerente al diritto all’abitare e uno di orientamento legale che aprono settimanalmente. Progetti che hanno vita e respiro in maniera totalmente autonoma e autorganizzata, non sufficienti sicuramente davanti ai bisogni con cui si trovano a fare i conti, ma che funzionano e operano da anni senza l’ausilio di alcun fondo pubblico.

Sono anni che chiediamo la risistemazione dei tanti edifici pubblici tenuti vuoti per farci un ostello per i lavoratori senza tetto. Perché noi sul tema ci lavoriamo concretamente da anni e abbiamo visto sulla pelle delle persone tutti i danni che questa giunta ha fatto.

Oltre a tutto questo, il Bruno è quello spazio di aggregazione e cultura che ha resistito a questi ultimi anni difficilissimi. Uno spazio che anche durante la pandemia ha provato a garantire dei servizi (il mutualismo alimentare e la ciclofficina popolare) e che nel post pandemia si è interrogato su come restituire alla collettività dei luoghi di incontro.

Perché il lascito del covid non è solo una situazione economica durissima, ma anche il dilagare del nulla cosmico dal punto di vista sociale, dell’individualismo, della solitudine, della depressione. Noi abbiamo resistito all’avanzata del nulla.

Il Bruno è quel posto in cui si può imparare a riparare una bicicletta, vedere un film di qualità gratis, assistere alla presentazione di un libro o ballare. Uno dei pochi posti di socialità per diverse fasce d’età presenti a Trento. Con questo slancio abbiamo continuato a garantire spazi di ritrovo e di aggregazione per chi nella scuola non ha trovato conforto o luoghi sicuri. Autorganizzazione, cura e socialità sono stati quegli incentivi che hanno garantito il fatto che tuttora le giovani e giovanissime generazioni possano trovare il luogo dove confrontarsi e capire come migliorare la loro situazione, portando queste riflessioni nei collettivi presenti nelle diverse scuole. Contribuendo a far sì che le scuole siano luogo di riflessione e autorganizzazione, non di strumentalizzazione partitica ad opera della giunta.

È evidente che ci troviamo ora di fronte all’ennesimo tentativo di trovare un comodo capro espiatorio per non parlare del disastro della sanità, dell’inflazione più alta d’Italia, del caro bollette, del caro affitti, degli oltre mille appartamenti Iteavuoti, della crisi climatica e della precarietà diffusa. Si cerca di ammantare di “legalità” quello che è solo l’arbitrio di chi si è impadronito del potere provinciale, essendo venuta meno (per la stessa ammissione della giunta) la ragione di fondo che aveva portato allo stralcio del comodato d’uso dello stabile in questione. A questo arbitrio di prepotenti incapaci rispondiamo continuando come sempre a lavorare e lottare per risolvere tutte quelle problematiche che voi ignorate o che cercate solo di strumentalizzare. Noi non ci fermiamo, né arretriamo".

Sulla questione interviene anche Lucia Coppola, consigliera provinciale del gruppo misto/ Europa verde, che prende le difese del centro sociale e critica l'atteggiamento della maggioranza.

"In consiglio provinciale a Trento - scrive - abbiamo assistito all’attacco della fronda leghista contro il centro sociale Bruno. Hanno chiesto lo sgombero dell’immobile che secondo loro potrebbe ospitare, al caldo e al sicuro durante l’inverno, i senzatetto che ne facciano richiesta. Che faccia tosta si potrebbe dire! Una richiesta che viene da coloro che dall’insediamento ai vertici della Provincia hanno smantellato il sistema di accoglienza e non hanno certo contribuito a risolvere il problema della mancanza di case popolari e neppure la piaga sociale dei senzatetto.

Il centro sociale Bruno dal 2006 ha sviluppato un’enorme mole di attività a beneficio della società civile. Durante il lockdown gli attivisti si sono adoperati a sostenere le persone in difficoltà organizzando la distribuzione dei pacchi alimentari. All’interno del Centro si trovano la ciclofficina dove si riparano le biciclette, la scuola di italiano, lo sportello legale, una sala cinematografica. Si creano iniziative culturali.

L'impegno di tanti giovani volontari e volontarie che negli anni hanno interagito con la città di Trento e non solo, diventando un luogo di incontro solidale, accogliente e creativo, unendo l' ambito culturale con quello sociale, dovrebbe essere sostenuto e valorizzato dall' ente pubblico. Auspico che non si proceda come al solito cercando di annullare questa realtà positiva e costruttiva che ha affrontato negli anni con serietà temi cruciali e svolto un'azione sociale spesso anche in sostituzione dell' ente pubblico.

Dare al centro Bruno la possibilità di continuare a vivere, a operare e a essere un riferimento e un luogo per i tanti che hanno a cuore i destini del mondo, e sono pure ben inseriti nel contesto di vita urbano e nelle dinamiche che la caratterizzano, sarebbe un importante segnale, fuori da elementi ideologici o di appartenenza politica. Il semplice e dovuto riconoscimento di una lunga storia che ha positivamente segnato la vita di Trento. E speriamo continuerà a farlo".

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