Sanità / Il caso

«La fuga degli infermieri dall'Apss? Inaccettabile minimizzare il problema»

Claudio Cia (Fdl) va all'attacco contro la replica dell'Apss sulle partenze del personale che sceglie il privato o l'Alto Adige: «I numeri presentati per documentare che tutto va bene, sono in verità dati grossolani e non rivelano la situazione reale». Duro anche Paolo Zanella (Futura), il quale sfodera dei dati per dimostrare che il problema dei reparti sotto organico è serio: «Solo al Santa Chiara pare manchino più di 70 infermieri»

IL CASO Infermieri via dall'Apss fra part-time negati, orari pesanti e offerte
LA REPLICA "Nessuna fuga di infermieri dall'Apss, ecco i numeri"
SINDACATO La Uil: "Siamo di fronte a un problema grave"

 

di Patrizia Todesco

TRENTO. Claudio Cia (Fratelli d'Italia) spara a zero contro la "difesa" dell'Azienda che nel giustificare la scelta degli infermieri e tecnici che si stanno dimettendo per andare a lavorare a Bolzano parla di "turnover fisiologico".

«I numeri presentati per documentare che tutto va bene, sono in verità dati grossolani che non rivelano nello specifico la situazione reale. Degli oltre 3mila infermieri che lavorano in Apss, quanti sono quelli che realmente lavorano, quanti in aspettativa, quanti sospesi, quanti in infortunio, quanti in malattia invalidate, quanti impiegati in attività diversa dalla professione sanitaria vera e propria? Oggi di certo io so che gli infermieri sul campo sono impegnati in turni da urlo e che l'autoreferenzialità serve solo a giustificare l'assenza di una risposta seria purché strutturale», dice il consigliere che volutamente non attacca l'assessore Segnana, anch'essa allineata nel difendere l'operato dell'Azienda.

La richiesta di un cambio di rotta è però chiara. «Io credo che l'assessora non possa non considerare veritieri i numeri e le valutazioni che arrivano dai vertici dell'Azienda sanitaria. Posso capire che debba fidarsi. Io che invece ho contatto con chi si trova in prima linea so che non è così. É paradossale si parli degli infermieri e della loro condizione con tanta superficialità. Succede sempre così, a riprova che la governance della stessa Azienda non sarà mai capace di soluzioni strutturali che nobilitino e valorizzino gli infermieri», tuona Cia che promette di intervenire.

«Mi confronterò in Quarta commissione dove ci sono altri due infermieri, Zanella e Demagri e anche l'ex assessore alla sanità Zeni, perché credo non sia accettabile l'atteggiamento di minimizzare i problemi. Noi continueremo a mantenere un rapporto diretto con gli infermieri e con il loro Ordine. Se l'Ordine stesso ha lanciato un grido d'allarme, se i singoli chiedono aiuto, parlare di "dimissioni fisiologiche" è un'offesa all'intelligenza dei professionisti e lede la loro dignità».

É un Claudio Cia che si muove su un campo che conosce bene, che non accetta la risposta "va tutto bene", ma che per gli equilibri politici in essere non vuole accusare l'assessora.

Diverso l'atteggiamento di Paolo Zanella (Futura) che controbatte con i numeri. Proprio recentemente, infatti, aveva chiesto all'Azienda dei dati per monitorare la copertura degli organici, anche perché da tempo le minoranze denunciano il fenomeno delle dimissioni del personale. «Solo al Santa Chiara pare manchino più di 70 infermieri, le terapie subintensive che vengono aperte negli ospedali periferici non hanno il personale per coprire i turni, molti infermieri e medici fuggono verso il privato e verso aziende che pagano di più», dice.

Zanella parte dal dato sulla dotazione organica che è tutt'altro che completa. I posti per il profilo di infermieri e ostetriche negli ospedali a giugno 2022 erano coperti al 97% mentre sul territorio al 91,5% e al 95,7% per i tecnici di radiologia. I dati non tengono conto delle assenze per gravidanze, aspettative, malattie e lunghe e dunque, se si aggiungono queste, la percentuale di copertura si abbassa ulteriormente. Ad inizio giugno, sempre secondo i dati raccolti da Zanella, mancava per aspettativa il 2,82% dei medici (36), il 4,64% degli infermieri (165) e il 2,58% degli Oss. «Questo per dire che al di là delle dimissioni, visto anche il carico di lavoro dovuto al Covid, la pressione su chi è lavora nei reparti è decisamente elevata da tempo», sottolinea l'ex coordinatore infermieristico di geriatria.

Anche Paola Demagri (Patt) non è convinta delle risposte di Apss e assessorato: «Ci dicono che le dimissioni sono fisiologiche, ma anche se fosse così è evidente che quei numeri nascondo un malessere. E questo non va nascosto sotto il tappeto ma va affrontato. Che ci sia qualcosa che non va è evidente e non basta qualche dato per rispondere. Inoltre quei dati dovrebbero essere più completi: quante le richieste di ferie o aspettativa, quante le domande di trasferimento su peoplesoft? Io so che parlando con gli infermieri mi dicono "dateci una mano, non sappiamo più cosa fare"».

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