Rete / I pericoli

Estorsione sessuale attraverso il web ai danni di adolescenti trentini, denunciate 4 persone

Da gennaio 2022 ad oggi alla polizia postale sono arrivate una ventina di segnalazioni di episodi di sextortion e di tentativi di ricatti. I consigli delle forze dell’ordine

TRENTO. È un fenomeno che colpisce gli adulti e sempre più ragazzi fra i 15 ed i 17 anni, talvolta anche più giovani, soprattutto maschi: viene chiamato sextortion ed è la richiesta di denaro da parte di malintenzionati che minacciano di diffondere sui social le foto intime delle vittime.

A livello nazionale, come emerge dai dati della polizia postale, stanno aumentando vertiginosamente i casi di estorsione sessuale attraverso il web: negli ultimi mesi sono state oltre un centinaio le segnalazioni.

In provincia di Trento, merito anche degli incontri che la polizia postale tiene nelle scuole per far conoscere i rischi del web agli studenti, il fenomeno non presenta dati allarmanti, anzi i numeri sono in leggero calo rispetto al 2021.

Ma l'allarme non si può ignorare, perché sempre più spesso finiscono nel mirino dei malintenzionati proprio gli adolescenti, che per la giovane età sono inesperti, curiosi, fragili. Il ricatto di divulgare le loro foto sexy può generare ansie che sfociano in incubi da cui spesso non vedono via di uscita, come il timore di veder distrutta la propria reputazione per sempre. E le conseguenze di queste paure possono essere drammatiche. Mai come in questo caso diventa preziosissimo il consiglio di denunciare e, ancor prima, di non pagare.

«Mai cedere al ricatto. I malintenzionati non smetteranno di chiedere denaro se si paga, ma anzi capiranno che c'è la disponibilità economica e si faranno più insistenti» evidenziano gli investigatori. Da gennaio 2022 ad oggi alla polizia postale del Trentino sono arrivate una ventina di segnalazioni di episodi di sextortion e di tentativi di ricatti, mentre quattro sono le persone ritenute responsabili del reato e dunque denunciate all'autorità giudiziaria.

Nei primi otto mesi dello scorso anno le segnalazioni nella nostra provincia sono state una trentina e le denunce cinque. Per finire nella "rete" dei malintenzionati - soprattutto uomini, ma pure qualche donna è stata identificata dagli investigatori trentini - basta davvero poco: si entra in una chat, si mette un "like" ad una foto oppure si scrivono apprezzamenti e il destinatario delle attenzioni, che spesso ha l'immagine di una avvenente ragazza, subito invita il malcapitato ad entrare in una chat video. La conversazione diventa sempre più piccante e coinvolgente, le richieste si fanno spinte.

Nel momento in cui l'inconsapevole vittima si spoglia, scatta la trappola: nei giorni seguenti riceverà assillanti messaggi con la richiesta di somme di denaro, con la minaccia che in caso di mancato pagamento le foto ed i video hot verranno diffusi fra tutti i contatti. Al pensiero che le immagini potrebbero essere viste dagli amici e dai familiari le vittime rischiano di rimanere intrappolate tra la vergogna e la paura. Ed è qui che si inserisce la polizia postale: bisogna parlare subito con un adulto.

Se non si vuole raccontare tutto ai genitori, ci si può confidare con un amico più grande, con un parente, con un insegnante oppure rivolgersi direttamente alle forze dell'ordine, in primis alla polizia postale, ma anche alla questura ed ai carabinieri.

È possibile fare una segnalazione sul portale del Commissariato. Importante, in prima battuta, è non versare denaro. E non solo perché sarà davvero difficile riaverlo: è importante ignorare le richieste per non mostrare fragilità e non dare l'impressione che ci sia disponibilità economica. Il rischio, pagando, è che le richieste di altro denaro si facciano sempre più insistenti.

La polizia postale consiglia di non cancellare i messaggi scambiati con gli estorsori, non chiudere i profili social su cui si viene contattati, ma fare gli screenshot delle conversazioni, delle minacce e del profilo dell'estorsore.

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