Crisi / Zootecnia

L'allarme di Coldiretti: guerra in Ucraina, gli aumenti di mangimi ed energia costa 100mila euro agli allevamenti italiani

“Quando una stalla chiude si perde un intero sistema fatto di animali, di prati per il foraggio, di formaggi tipici e soprattutto di persone impegnate a combattere, spesso da intere generazioni, lo spopolamento e il degrado” afferma il presidente di Coldiretti Trentino Alto Adige Gianluca Barbacovi

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TRENTO. Gli aumenti di mangimi ed energia scatenati dalla guerra in Ucraina costano fino a 100mila euro agli allevamenti italiani, colpiti anche dalla siccità che brucia i foraggi nei campi per l’alimentazione degli animali.

È quanto afferma la Coldiretti nell’esprimere soddisfazione per la firma da parte del Ministro delle Politiche Agricole Stefano Patuanelli del decreto da 80 milioni di euro per le filiere zootecniche. Un provvedimento fortemente voluto da Coldiretti per sostenere le imprese colpite dall'aumento dei costi delle materie prime, dal caro energia e dalle conseguenze dirette e indirette del conflitto in Ucraina.

“Ringraziamo il Ministro Patuanelli e le Regioni – dichiara il presidente nazionale della Coldiretti Ettore Prandini – per l’azione congiunta a favore di un settore che vale 17,3 miliardi di euro e rappresenta il 35 per cento dell’intera agricoltura nazionale, con un impatto rilevante anche dal punto di vista occupazionale dove sono circa 800mila le persone al lavoro”.

A causa del rialzo delle quotazioni delle principali materie prime quali soia, mais e cereali anche a causa dell’attuale crisi Ucraina – spiega Coldiretti – il prezzo dei mangimi è praticamente raddoppiato (+90%). Il risultato è che quasi un allevamento su dieci è a serio rischio di chiusura, secondo un’analisi Coldiretti su dati Crea.

“Quando una stalla chiude si perde un intero sistema fatto di animali, di prati per il foraggio, di formaggi tipici e soprattutto di persone impegnate a combattere, spesso da intere generazioni, lo spopolamento e il degrado” afferma il presidente di Coldiretti Trentino Alto Adige Gianluca Barbacovi.​

 

 

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