Ucraina / Le conseguenze

Prezzi impazziti, imprese allo stremo: in un mese di guerra impennata di grano e carburanti

La preoccupazione di Coldiretti: le analisi evidenziano il rischio che in Italia possano soffrire la fame 2,6 milioni di persone. Barbacovi: “Accaparramenti e speculazioni”

LA SCHEDA Ecco tutte le accise sulla benzina
ALLARME L'accusa dei panificatori: «Sul grano c'è pure chi specula»

TRENTO. Un mese di guerra in Ucraina ha fatto impazzire i prezzi delle materie prime, dal petrolio che è aumentato del 25% al prezzo del grano che è balzato del 53%, con effetti a valanga su famiglie ed imprese. L'allarme arriva dalle analisi della Coldiretti: in un Paese come l'Italia dove l'85% delle merci che arriva sugli scaffali ha viaggiato su strada, l'aumento dei prezzi di benzina e gasolio si ripercuote in maniera pesante sui costi delle imprese e sulla spesa di consumatori.

«Con il balzo dei costi energetici - afferma il presidente di Coldiretti Trentino Alto Adige Gianluca Barbacovi - l'agricoltura deve pagare una bolletta aggiuntiva di almeno 8 miliardi su base annua, rispetto all'anno precedente, che mette a rischio coltivazioni, allevamenti, e industria di trasformazione nazionale".

E aggiunge: "Ma a pesare sul carrello della spesa è anche l'aumento delle quotazioni delle materie prime agricole con il grano per la panificazione che è salito di oltre la metà (53%) in un mese, mentre sono esplose le quotazioni degli alimenti destinati agli animali per produrre latte e carne, con la soia che si è impennata del 30% e il mais dell'11%. In questo mese di guerra si sono verificati accaparramenti e speculazioni a livello internazionale».

  • Finanziamento della crisi di Suez (1956) – 0,00723 euro
  • Ricostruzione post disastro del Vajont (1963) – 0,00516 euro
  • Ricostruzione post alluvione di Firenze (1966) – 0,00516 euro
  • Ricostruzione post terremoto del Belice (1968) – 0,00516 euro
  • Ricostruzione post terremoto del Friuli (1976) – 0,00511 euro
  • Ricostruzione post terremoto dell’Irpinia (1980) – 0,0387 euro
  • Finanziamento missione ONU in Libano (1982 - 1983) – 0,106 euro
  • Finanziamento missione ONU in Bosnia (1996) – 0,0114 euro
  • Rinnovo contratto autoferrotranvieri (2004) - 0,020 euro
  • Acquisto autobus ecologici (2005) – 0,005 euro
  • Ricostruzione post terremoto de L’Aquila (2009) – 0,0051 euro
  • Finanziamento alla cultura (2011) – 0,0071
  • Finanziamento crisi migratoria libica (2011) - 0,040 euro
  • Ricostruzione per alluvione che ha colpito Toscana e Liguria (2011) – 0,0089 euro
  • Finanziamento decreto “Salva Italia” (2011) – 0,082 euro
  • Finanziamento per ricostruzione post terremoto dell’Emilia (2012) – 0,024 euro
  • Finanziamento del “Bonus gestori” (2014) – 0,005 euro
  • Finanziamento del “Decreto fare” (2014) – 0,0024

Vajont, Libano, Irpinia: ecco tutte le accise che paghiamo sulla benzina

Ma quanto incidono le accise, aggiunte via via nel corso del tempo? Eccole tutte, una per una, in questa fotoscheda. In tutto incidono per 0,72 euro che con l'Iva arrivano a superare 1 euro

Le quotazioni alte dei cereali scontano, secondo il centro Studi Divulga, la chiusura dei porti sul Mar Nero che impediscono le spedizioni e creano carenza sul mercato mondiale dove Russia e Ucraina rappresentano il 28% degli scambi di grano e il 16% di quello di mais a livello mondiale. Inoltre, a causa della guerra l'Ucraina riuscirà a seminare meno della metà della superficie a cereali.

L'impoverimento alimentare determinato dal caro prezzi, dal rallentamento dell'economia e dalla frenata dell'occupazione mette in pericolo in Italia l'accesso al cibo di 2,6 milioni di persone che hanno bisogno di aiuto per mangiare, tra cui 538.423 bambini e 300.000 anziani. «Con gli interventi straordinari decisi dalla Commissione Ue può essere garantita all'Italia una produzione aggiuntiva stimata dalla Coldiretti in circa 15 milioni di quintali di mais per gli allevamenti, di grano duro per la pasta e di tenero per fare il pane» afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini.

Per quanto riguarda i costi del trasporto, Juri Galvan e Azem Celhaka, rispettivamente presidente di CNA Fita Trentino Alto Adige e presidente di CNA Fita Trasporto merci Trentino Alto Adige spiegano che «lo sconto di 25 cent sul del carburante non ha dato un beneficio tangibile all'autotrasporto». Questo perché crea confusione e comunque non porta vantaggio ai consumatori finali. E spiegano: «Occorre trovare urgentemente correttivi e dare l' adeguata informazione».Ieri si è tenuto l'incontro del Tavolo Autotrasporto convocato con urgenza dal viceministro Teresa Bellanova per discutere i criteri e le modalità di erogazione del fondo di 500 milioni di euro destinati a compensare i maggiori costi dovuti agli aumenti eccezionali dei carburanti. Unanimemente, CNA Fita e le altre associazioni hanno chiesto che le risorse previste siano impiegate nella maniera più efficace possibile per calmierare gli esorbitanti costi.

L'argomento riguarda quanti hanno diritto al rimborso accise trimestrale per i quali la riduzione di 25 cent alla pompa sta avendo un effetto quasi nullo. «In pratica - ammette Galvan - anziché beneficiare dello sconto di 21 cent, che di cui avremmo fruito tra tre mesi come rimborso, stiamo beneficiando di uno sconto immediato di 25 cent».

Claudio Corrarati, presidente di CNA Trentino Alto Adige, fa pressing sul Governo: «In una situazione di tensione generalizzata, per ogni provvedimento devono essere valutate le conseguenze. Non dimentichiamo che insieme alla categoria degli autotrasportatori vengono colpiti anche settori come quelli delle costruzioni: macchine movimento terra, mezzi d'opera e compressori usano gasolio giornalmente e non riescono a ottenere riconoscimenti dai committenti per gli aumenti prezzi. Si rischia lo stop dei cantieri».

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