Montagna / La stagione

Rifugi trentini aperti in anticipo, è subito un boom di richieste dall’Italia e dall’estero

C’è però l’allarme della mancanza d’acqua. Roberta Silva, presidente dei rifugisti: “Spesso questi nuovi frequentatori ci vedono solo come dei ristoratori ma noi siamo molto di più, siamo presidi d’alta quota”

CALENDARIO Ecco tutte le date di apertura, valle per valle, dei rifugi trentini

di Barbara Goio

TRENTO. «Dimentichiamo la stagione canonica 20 giugno - 20 settembre: ormai l'estate in montagna ha ritmi tutti suoi». Roberta Silva, che da molti anni gestisce il rifugio Roda di Vael, e che è la presidente dell'associazione gestori dei rifugi del Trentino, da una parte è contenta perché questo inizio giugno vede buona parte dei presidi già aperti ed in piena attività, «con gli escursionisti stupiti dei prati in fiore a 2300 metri di altezza», dall'altra si devono fare i conti con una situazione climatica molto complessa.

«Ci preoccupa - spiega - la disponibilità di acqua: i ghiacciai si sono enormemente ridotti a causa del riscaldamento globale e questo inverno così arido non ha permesso l'accumulo di neve in quota. Alcuni rifugisti hanno già notato la minor potenza dell'acqua e anche chi fa affidamento alle sorgenti in alta montagna ha diversi problemi di approvvigionamento. Chi invece può contare sull'allacciamento all'acquedotto comunale, è più tranquillo. Dobbiamo però aspettare luglio per capire la portata del fenomeno».

L'andamento climatico è dunque sempre più aleatorio: durante questa primavera lo zero termico è salito sopra i 3500 metri e se il disgelo non disgela l'acqua immagazzinata nei nevai, la situazione può diventare critica. Intanto però il turismo va a gonfie vele: «Stanno arrivando tantissime richieste e prenotazioni - riprende Silva - anche dall'estero, dalla Germania ma anche dagli Stati Uniti, adesso che sono state riaperte le frontiere. Già per questo fine settimana c'è molto movimento».

Dopo due anni di restrizioni a causa della pandemia da Covid, la montagna mostra tutta la sua attrattività. «Restano in vigore alcune precauzioni - riprende la presidente - ma la gente è più rilassata, si muove con più tranquillità». In Trentino i rifugi sono circa 150, molto diversi tra di loro, sa per comfort che per difficoltà ad essere raggiunti.

Due sono i fronti su cui l'attività legata ai rifugi si può ancora migliorare: rafforzare l'identità della montagna e dei valori a cui è ancorata, e la sostenibilità. «A noi rifugisti - ammette Silva - piacerebbe che questi nuovi frequentatori, che sono tanti e che ovviamente apprezziamo, conoscessero meglio noi e la nostra storia: troppo spesso ci considerano solo dei ristoratori, ed invece il rifugio è un vero presidio d'alta montagna. Siamo molto di più che solamente dei punti ristoro».

«Un altro tema - riprende Silva - riguarda l'ambiente: noi facciamo del nostro meglio per essere sostenibili, ma lavorare in quota ha delle esigenze davvero diverse da quelle di un'attività in città. E a volte questi nuovi frequentatori non se ne rendono ben conto».

Per avere una panoramica completa e aggiornata di tutti i rifugi aperti in Trentino, basta consultare l'elenco sulla pagina Facebook dell'Associazione Rifugi del Trentino, dove sono anche riportate utili informazioni sullo stato dei sentieri.

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