Giustizia / Il caso

Laureato ma irregolare, rischio espulsione: battaglia al Tar

Ingegnere senza permesso di soggiorno, per la questura l’istanza è tardiva. Rimane bloccata la sua carriera universitaria

di Marica Viganò

TRENTO. Dopo la laurea in ingegneria informatica, ottenuta con impegno e sacrifici presso l'ateneo di Trento, la decisione di proseguire gli studi. Nonostante il primo posto in graduatoria per l'assegno di ricerca, il percorso di un giovane straniero da anni nel nostro paese è "congelato”. 

Il permesso di soggiorno è scaduto e paradossalmente la sua carriera universitaria è legata alla decisione della questura in merito al rinnovo del documento più che al suo impegno nello studio. Il giovane risulta "irregolare" sul territorio italiano ed è a rischio espulsione: se non ci fosse la sospensiva del Tar - una sospensiva doppia, prima presidenziale, poi del collegio - a quest'ora l'ingegnere non sarebbe più a Trento.

I magistrati amministrativi tratteranno nel merito il ricorso il prossimo ottobre, sempre che la questura nel frattempo non analizzi nuovamente l'istanza (che è aggiornata rispetto alla prima) e accolga la richiesta. In attesa delle decisioni il giovane sta frequentando un corso per prepararsi alla selezione per il dottorato di ricerca: il suo obiettivo è di proseguire gli studi e ci sta mettendo tutta la buona volontà per raggiungerlo. Il permesso di soggiorno era scaduto a fine 2019.

Poi è scoppiata la pandemia, che ha bloccato tutte le attività e inciso profondamente sull'organizzazione delle nostre vite. Sia a causa del Covid che per motivi personali, il giovane straniero non ha più pensato al rinnovo della documentazione. Fino a gennaio di quest'anno, quando ha inoltrato domanda per il permesso di soggiorno per motivi di lavoro, mentre il precedente documento era per motivi di studio.

L'istanza è stata rigettata dalla questura di Trento, ma senza alcun contraddittorio, con la motivazione che "non sussistono i requisiti". Nel ricorso l'ingegnere, assistito dall'avvocata Anais Tonel, evidenzia "il carattere ordinatorio e non perentorio" del termine previsto per la richiesta del rinnovo del titolo. La questura, da parte sua, ha sottolineato il "palese ritardo della presentazione dell'istanza di rinnovo che ne ha determinato l'irricevibilità".

I magistrati Fulvio Rocco (presidente), Carlo Polidori (consigliere) e Cecilia Ambrosi (consigliere estensore) evidenziano che il termine previsto per la richiesta di rinnovo del permesso di soggiorno "deve intendersi ordinatorio, secondo le statuizioni della giurisprudenza consolidata", e che il provvedimento del questore per l' irricevibilità della domanda doveva essere preceduto dal preavviso di rigetto.
 

Nell'ordinanza viene sospesa l'efficacia del provvedimento impugnato fino alla trattazione nel merito della causa, il prossimo ottobre, con la richiesta alla questura di riesaminare il provvedimento di diniego anche alla luce dei motivi di ricorso.

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