Giustizia / Il caso

Stalking ai vicini per la casa all’asta: uomo ammonito dal questore. Il Tar non cancella il provvedimento

In un paese della valle dell'Adige la bega ultradecennale fra due famiglie a suon di querele e controquerele sembrava essersi conclusa con la cessione di uno dei due lotti confinanti. Ma non era così

di Marica Viganò

TRENTO. Ci sono problemi che hanno la soluzione dietro l'angolo: con un po' di pazienza, tutto si risolve. E poi ci sono situazioni spiacevoli che sembra non abbiano mai termine, al punto che vengono "tramandate" di padre in figlio. È il caso, quest'ultimo, delle liti fra vicini per motivi di confine: anni di incomprensioni e di musi lunghi che non raramente finiscono in tribunale.

In un paese della valle dell'Adige la bega ultradecennale fra due famiglie a suon di querele e controquerele sembrava essersi conclusa con la cessione di uno dei due lotti confinanti. Si trattava di una vendita, per così dire, indotta, dato che il proprietario e la sua famiglia stavano passando un momento non facile. Il lotto, pignorato, era andato all'asta e ad aggiudicarselo era stato proprio il confinante. Il proprietario, anzi ex proprietario, non aveva preso bene questo passaggio di consegne.

Stando al confinante che si era aggiudicato casa e terreno, la situazione era peggiorata dopo l'acquisizione del lotto, con l'ex proprietario si era fatto sempre più aggressivo, andando oltre gli insulti e le minacce, addirittura molestando e pedinando il vicino e i suoi familiari. C'erano state querele e remissioni di querele, dall'una e dall'altra parte, finché il vicino si è nuovamente presentato ai carabinieri raccontando il suo disagio: ciò che stava subendo non era altro che stalking.

La questura ha adottato nei confronti dell'ex proprietario del lotto il provvedimento di ammonimento. Il soggetto era stato invitato a tenere una condotta conforme alla legge; in caso contrario sarebbe stato segnalato all'autorità giudiziaria per atti persecutori, indipendentemente dalla denuncia o meno della parte lesa. L'ammonimento è stato oggetto del ricorso davanti al Tar.

Secondo l'avvocato del destinatario del provvedimento, ossia l'ex proprietario del lotto, si tratterebbe di un atto illegittimo in quanto il questore avrebbe svolto "un'insufficiente istruttoria", non tenendo conto dell'effettiva portata degli avvenimenti. «Si tratta di meri episodi di tensione scaturenti da un complesso rapporto di vicinato e, in ogni caso, inidonei ad ingenerare uno stato di ansia e di paura nel signor – omissis -. Inoltre - aveva evidenziato l'avvocato - l'Amministrazione intimata ha valutato gli elementi fattuali in maniera unidirezionale, in un'ottica di favore nei confronti del richiedente l'ammonimento, alle cui dichiarazioni è stata attribuita eccessiva rilevanza a discapito della diversa prospettazione della vicenda offerta dal ricorrente».

Diversamente si sono espressi i giudici del Tar. «Il provvedimento di ammonimento - è stato evidenziato nella sentenza pubblicata nei giorni scorsi - presuppone non l'acquisizione della prova richiesta ai fini della condanna per il reato di stalking, ma la sussistenza di soli elementi indiziari dai quali sia possibile desumere, con un adeguato grado di attendibilità, un comportamento reiterato anomalo, minaccioso o semplicemente molesto atto a determinare un perdurante e grave stato di "ansia e paura" nella vittima e potenzialmente degenerare, se non fermato, in condotte costituenti reato». Il ricorso è stato quindi respinto.

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