Sanità / Il caso

Carenza di ginecologi in Trentino: "Medici dalla Calabria a Cavalese per un turno"

La critica del consigliere provinciale Degasperi: "L'Apss ha ingaggiato specialisti pensionati, con un compenso stellare. Alcuni provenienti dal Sud Italia, con spese di viaggio altissime"

LA REPLICA Segnana: "La carenza di medici specializzati richiede l’intervento dei gettonisti"

di Matteo Lunelli

TRENTO. In aereo da Lamezia Terme a Firenze, poi in treno, con una Freccia, da Firenze a Bolzano. Infine in taxi da Bolzano a Cavalese e con l'auto aziendale dell'Apss dall'ospedale fino all'albergo. Il tutto per coprire alcuni turni nel reparto di ostetricia e ginecologia dell'ospedale di Cavalese, con un compenso che si aggira intorno ai 1.500 euro al giorno.

L'accusa, e la ricostruzione degli spostamenti, arriva dal consigliere provinciale Filippo Degasperi, che ha presentato un'interrogazione alla giunta provinciale.

Degasperi chiede a Fugatti e Segnana il dettaglio sui contratti in libera professione nel punto nascita di Cavalese, il costo sostenuto dall'Azienda sanitaria e se gli stipendi per questi professionisti non siano irrispettosi nei confronti degli operatori sanitari che con abnegazione devono lavorare un mese per vedersi riconosciuta la stessa cifra.

Che sia fortissima la carenza di medici, anche per i punti nascita, è cosa nota.

Anche a Trento e Rovereto i professionisti sono costretti a fare i "salti mortali" per coprire i turni, ma il problema diventa enorme nei punti nascita periferici come Cavalese e Cles. Restando in val di Fiemme, il reparto ha riaperto i battenti dopo lo stop legato al Covid l'1 marzo scorso. Proprio quello stesso giorno arrivò una bella notizia, ovvero la nascita di un bambino.

Un evento festeggiato anche a suon di comunicati stampa e post su Facebook dai politici della maggioranza.

A inizio aprile, per avere una trasparente fotografia della situazione, abbiamo chiesto a Provincia e Azienda sanitaria il numero di nati in Trentino dall'1 al 31 marzo nei vari punti nascita. Sperando, perché no, in numeri alti che avrebbero dimostrato un'inversione di tendenza. Purtroppo non abbiamo ricevuto risposte, con la richiesta bloccata dai vertici. Così abbiamo fatto una richiesta di accesso agli atti e siamo in attesa.

Questa premessa per dire che il numero di 4 nascite a Cavalese nel mese di marzo non possiamo considerarlo ufficiale: usiamo il condizionale, quindi, per dire che lo scorso mese ci sarebbero stati soli 4 parti nel punto in val di Fiemme. Uno alla settimana, in pratica. Questo dato, ovviamente, si riallaccia alla questione dei ginecologi chiamati da tutta Italia per coprire i turni.

L'Azienda sanitaria, alla fine di dicembre, ha deliberato una serie di incarichi in libera professione. Si legge: «i medici specialisti in ginecologia ed ostetricia sotto indicati sono ritenuti idonei per la copertura di 10 turni settimanali di 12 ore di presenza attiva (fino ad un totale di 500 ore mensili) e di 20 turni mensili di pronta disponibilità (240 ore mensili), da svolgere in solido presso la rete ospedaliera provinciale.

I medici sono i dottori Vincenzo Catalano, Vito De Chirico, Mario Lipari, Onofrio Palombella, Fabio Sapienza e Francesco Visonà». Il budget fissato dall'Azienda sanitaria è di 440 mila euro, con una paga di 71 euro l'ora (che è quella standard). Anche nell'elenco di consulenti e collaboratori esterni appaiono naturalmente gli stessi professionisti.

I ginecologi Catalano, Visonà e Lipari hanno ricevuto l'incarico per prestazioni occasionali l'1 gennaio 2022 (compenso lordo 73.334 euro, di cui circa 6 mila a testa già incassati), mentre Palombella ha iniziato l'1 marzo e Sapienza inizierà l'1 giugno. Per tutti il compenso è appunto di 73 mila euro lordi. Al netto degli incarichi, dei viaggi dei professionisti per raggiungere Cavalese, dei rimborsi spese, del numeri di nati che giustificano o meno gli esborsi, la questione dei punti nascita risulta più ampia.

La deroga data dal ministero a Cavalese e Cles prevede che l'utilizzo di medici in libera professione, per una questione di standard di qualità e sicurezza, possa essere ridotto, sia nel tempo sia nella quantità, e che dopo un certo periodo il personale in corsia debba essere assunto e quindi dipendente secondo i numeri previsti dalla legge. Per questo il ministero della salute deve effettuare un controllo semestrale al fine di verificare il rispetto dei parametri imposti dalla legge.

[Dopo l'eco di stampa sulla richiesta di Degasperi, la Provincia, la Provincia ha diffuso questo comunitato per fornire alcune delucidazioni]

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