Giustizia / Il caso

Ginecologia, l'accusa: «Nel reparto del Santa Chiara c'era un clima di terrore»

Ecco il capo di imputazione provvisorio contestato dalla procura al primario Saverio Tateo e alla sua vice, Liliana Mereu: si parla di ingiurie, percosse, diffamazioni e umiliazioni

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TRENTO. Un clima di paura, qualcuno l'ha definito persino di terrore, regnava nel reparto di Ginecologia dell'ospedale Santa Chiara all'epoca in cui era primario Saverio Tateo, affiancato dalla sua vice Liliana Mereu, ora indagati per maltrattamenti.

Nella richiesta di incidente probatorio avanzata dalla Procura per raccogliere le testimonianze di una decina di parti lese (in totale sono 21), la parola più usata è "subire".

Subire «ingiurie, diffamazioni, denigrazioni personali, percosse, minacce di sanzioni disciplinari, demansionamenti, condotte vessatorie con effetto di umiliazione, sofferenza e annichilimento».

Bisogna sottolineare che questa è la ricostruzione, di parte, della procura.

Questo "quadro" però per ora è stato confermato dai 6 testimoni sin qui sentiti con incidente probatorio davanti al giudice Enrico Borrelli.

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Ripercorriamo l’intera vicenda dall’arrivo in Trentino della dottoressa al terremoto in Azienda sanitaria.

Un dato su cui riflettere: delle 21 parti lese ben 19 sono donne.

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