Opere / Sanità

La storia infinita del nuovo ospedale di Trento: 20 anni di controversie e ripensamenti

Dal bando di gara alle sentenze di Tar e Consiglio di Stato, ed ora la bocciatura in Conferenza dei Servizi: ecco tutte le tappe di una realizzazione ferma al palo

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TRENTO. La bocciatura del progetto vincitore per la realizzazione del NOT (Nuovo Ospedale di Trento, acronimo che non ha portato bene) da parte della Commissione provinciale dei Servizi, riapre la partita e anche la possibilità che la ditta vincitrice (Guerrato) faccia nuovi ricorsi, con tutti i gradi di giudizio (vuol dire anni di attesa della sentenza).

Ma già prima c’è stata una battaglia legale durata dieci anni, combattuta intorno al Not: tra sentenze e ordinanze si sono susseguiti non meno di una dozzina di giudizi, spesso con risultati altalenanti.

Tutto comincia con il bando di gara pubblicato dalla Provincia di Trento il 21 dicembre 2011, una procedura aperta per l'affidamento, mediante il sistema della finanza di progetto, del contratto di progettazione, costruzione e successiva gestione del nuovo Polo Ospedaliero del Trentino.

Come un interminabile gioco dell’Oca, il Not è tornato ancora una volta al punto di partenza: ecco tutte le tappe di un iter senza fine

Vent’anni, passati tra discussioni, gare, ricorsi, annullamenti, controricorsi: insomma, tutto l’armamentario del peggior sistema Italia ingessato da una burocrazia onnipotente. È questa la storia del Not, il Nuovo ospedale Trentino, per la realizzazione del quale, dopo anni di discussioni, si partì concretamente nel 2011. Oggi, nel 2022. Siamo ancora al punto di partenza, come un interminabile gioco dell’Oca.

Si parte subito male visto che l'individuazione del soggetto promotore viene annullata dal Tar di Trento con sentenza del 2014, confermata dal Consiglio di Stato. La Provincia coglie la palla al balzo: ritenendo non più conveniente procedere alla realizzazione dell'opera mediante finanza di progetto, con determinazione dirigenziale del 16 giugno 2016 dispone la revoca della gara.

Il provvedimento in autotutela, confermato nella sua legittimità da varie sentenze del Tar tra il 2016 e il 2017, viene annullato dal Consiglio di Stato.

Sono passati quasi sette anni e il Not è ancora un "fantasma". Successivamente, la Provincia chiede chiarimenti al Consiglio di Stato in ordine alle concrete modalità di ottemperanza. La risposta arriva qualche mese dopo, nel 2018: la gara deve essere riattivata, nella forma della finanza di progetto, dalla fase di presentazione delle offerte, con la possibilità di adeguare il contenuto degli atti alle mutate esigenze di politica sanitaria ed economica della Provincia. Inoltre alla gara rinnovata possono prendere parte solo i concorrenti che avevano presentato offerta nel 2011.

È dunque una competizione ristretta a quattro soggetti, ma solo due imprese si presentano ai blocchi di partenza nella gara sul Not: Pizzarotti spa e Guerrato spa. Vince quest'ultima. Nel dettaglio: «A seguito - si legge nell'ultima sentenza del Consiglio di Stato - delle valutazioni della Commissione tecnica, l'offerta tecnica del RTI Pizzarotti ottiene il punteggio di 65,367, mentre quella della Guerrato ottiene il punteggio di 66. All'esito delle valutazioni sulle offerte economiche, il seggio di gara assegna punti 86,695 al RTI Pizzarotti e 95,308 alla Guerrato; quindi, formata la graduatoria finale, viene disposta l'aggiudicazione provvisoria in favore di quest'ultima».

E così la Provincia infine nomina la Guerrato soggetto promotore, secondo quanto previsto dal disciplinare di gara.

Caso chiuso? Niente affatto. «Pizzarotti impugna la nomina a promotore della Guerrato ritenendo che quest'ultima dovesse essere esclusa dalla gara in ragione vuoi dell'inidoneità dei finanziamenti indicati per la realizzazione dell'opera, come tali inficianti la sostenibilità del piano economico-finanziario (Pef); vuoi della carenza del prescritto requisito di capacità economica e finanziaria».

Il Tar di Trento, siamo ormai nel 2020, accoglie il ricorso Pizzarotti «ritenendo carente, sotto il profilo istruttorio e motivazionale, l'operato della Commissione tecnica nella parte in cui questa ha valutato come coerente e sostenibile l'offerta economica della Guerrato, senza considerare che il Pef dalla stessa presentato si riferisce a finanziamenti bancari, mentre la manifestazione di preliminare interesse, anch'essa facente parte dell'offerta, proviene da una Sgr (la Sgr Auriga».

La sentenza viene però appellata da Guerrato e dalla stessa Provincia. Dopo 10 anni di battaglia giudiziaria siamo così arrivati all'ultimo capitolo: il Consiglio di Stato accoglie entrambi i ricorsi archiviando di fatto i dubbi avanzati da Pizzarotti sulla sostenibilità finanziaria del piano presentato da Guerrato che torna ad essere promotore.

Passa poco tempo, e i dubbi sul progetto vengono a galla. Prima con il presidente dell’Ordine dei Medici, Ioppi, che bolla la realizzazione come «vecchia e non funzionale». Poi con le dettagliate accuse di un tecnico indipendente, Ed anche con i dubbi del Comune di Trento, che chiede di usare anche lo spazio della caserma del Mas Desert, oggi destinata a palazzine per i militari. E infine, il 6 aprile 2022, con la bocciatura della Conferenza dei Servizi, parere contrario dell’Azienda Sanitaria.

Ed ora? Tutto è in mano all’ingegner De Col, potentissimo dirigente provinciale e capo del progetto. Che può – come Alessandro Borghese – rovesciare il risultato. A patto di prevedere un nuovo lungo e costoso contenzioso giudiziario. 

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