Politica / Il caso

E allora gli americani? Così Andrea Merler (centrodestra) blocca la condanna dell’invasione russa ed il testo scritto dalla Lega

In Consiglio comunale a Trento non si riuscirà ad esprimere una condanna del conflitto in Ucraina: centrodestra spaccato, e Ianeselli: «atteggiamento giustificazionista che lascia sbigottiti»

TRENTO. Non trovare in un consiglio comunale l'accordo per una mozione unitaria che condanni la guerra, ha il sapore del paradosso. Eppure è quanto è successo l'altra sera alla conferenza dei capigruppo del Consiglio comunale di Trento, dove tutte le buone intenzioni di dare un segnale compatto e solidale si sono arenate su una discussione di geopolitica internazionale. E quindi ci si è dovuti arrendere ad un disarmante "molto rumore per nulla".I fatti: già nei primi giorni dell'invasione russa, Italo Gilmozzi aveva proposto una chiara presa di posizione del Consiglio comunale.

Lunedì sera l'argomento è tornato d'attualità ed è risultato che, per parte sua, la Lega Salvini (firmatari Bruna Giuliani, Vittorio Bridi e Giuseppe Filippin) aveva presentato ancora il 4 marzo scorso una mozione che esprimeva «ferma condanna all'aggressione militare all'Ucraina», «solidarietà e vicinanza alle popolazioni colpite», l'«attivazione di canali diplomatici» e soprattutto «sostegno al Governo italiano in accordo con i Paesi europei e la Nato».

Dopo un primo momento di perplessità per l'inattesa fuga in avanti della Lega, si è pensato di chiedere al presidente Paolo Piccoli di appoggiare comunque il documento in Consiglio, visto che comunque erano questi i capisaldi su cui ci si voleva esprimere. Con una marcata maggioranza, era anche possibile portare la mozione al prossimo Consiglio comunale, dandole precedenza assoluta.

Ma è a questo punto che la storia si imbroglia, perché da parte di Andrea Merler arriva la richiesta di non entrare nel merito delle cause del conflitto. «Non vogliamo - sottolinea Merler - che interpretazioni geopolitiche divisive interferiscano nel consiglio comunale. É chiaro che quando si aggredisce è una cosa negativa, ma vanno valutati anche altri aspetti nel dibattito: ogni volta che negli Stati Uniti c'è un presidente democratico, scoppia una guerra. In maniera più semplice: se un uomo mette una mano nella bocca del cane che dorme, se poi quello azzanna, non è colpa del cane».

«Questo - ribadisce il sindaco Franco Ianeselli - è un atteggiamento giustificazionista che lascia sbigottiti, evidentemente Merler pensa che buona parte della responsabilità della guerra sia di Biden e della Nato: c'è una chiara differenza tra la Russia che invade e l'Ucraina che è stata invasa, l'equidistanza non è possibile. Un documento che condanni genericamente la guerra, è riduttivo».

Paolo Piccoli è chiaro: «A questo punto, dopo l'intervento di Merler fortemente preclusivo, non ci sono i margini per portare avanti il documento, anche perché mentre noi discutiamo, le bombe continuano a cadere» E cita Gramellini che, riguardo al conflitto, parla senza mezzi termini di «lupi ed agnelli».

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