Sanità / L’intervento

L’appello di una professionista del reparto di Ematologia al S.Chiara: “Servono urgentemente infermieri”

Rita Vescovi: “Mi auguro che queste scelte "strane" sotto pandemia, come quella di chiudere un reparto fondamentale come la Pneumologia e rischiare di chiuderne un altro importantissimo come Ematologia vengano riviste in tempi brevissimi, per il benessere di tutti. Dobbiamo potenziarlo il nostro sistema sanitario, non sopprimerlo”

TRENTO. Una storia, tra le tanti possibili, che racconta quello che accade negli ospedali trentini. Storie di corsia, storie di persone da mesi e mesi sotto stress, storie che rappresentano anche una risposta ai cittadini che magari protestano per ritardi o lunghe attese. E che capiranno che quel medico, quella infermiera o quella oss con cui si lamentano in realtà la situazione la subisce.

A scrivere è Rita Vescovi, infermiera dell'Ematologia al Santa Chiara, uno dei reparti (ma quale non lo è?) in grande difficoltà. L'infermiera spiega di essere in dolce attesa, ma non per questo si è fermata: non è più in assistenza diretta ai pazienti, ma dà una mano concreta ai colleghi stando in reparto.

«Il problema grosso è che in contemporanea c'è un'altra collega in dolce attesa, quindi come me tolta dal turno. Nessuna delle due gravidanze è stata sostituita, e parliamo di due tempi pieni mancanti. A questo si aggiunge la sospensione di due colleghe vaccinate, e nemmeno loro sono state fino ad ora sostituite.  La soluzione che è stata trovata attualmente dall'alto è stata ridurre le stanze di degenza: noi abbiamo 11 posti letto, quindi togliendone la metà resta ben poco. A gennaio, se non verranno assunti nuovi infermieri, il reparto dovrà chiudere? Il turno infermieristico di gennaio non si riesce a comporre, visto che calcolando un'ulteriore sottrazione di 2 infermieri per aspettative richieste e che giustamente devono essere date, la coordinatrice si ritrova a dover fare un turno con sette infermieri. Impossibile».

La professionista sanitaria prosegue l'analisi. ”È triste vedere come i colleghi siano portati allo sfinimento quando basterebbe assumere personale. La graduatoria c'è, ma la risposta è che ci sono i tempi tecnici. Al terzo anno di pandemia ancora non abbiamo sostituzioni. Non si può pensare che chi resta si faccia 3-4 notti di fila con perdita di riposi continui, perché a lavorare così si rischiano errori. E chi ci rimette poi? I pazienti. Questo non deve essere permesso. Spostiamo i ricoveri programmati e i pazienti dove andranno? A Bolzano o a Verona? E le loro famiglie? Io sono allibita che si arrivi sotto Natale a scombinare i turni di tutti, e arrivare all'anno nuovo con la possibilità che il reparto Ematologia sia ridotto o addirittura chiuso. Amo il mio reparto, lo dimostra il fatto che sto cercando nel mio piccolo e nel mio stato di aiutare il più possibile. E soprattutto ho a cuore i miei pazienti".

E conclude: “Mi auguro che queste scelte "strane"sotto pandemia, come chiudere un reparto fondamentale come la Pneumologia e rischiare di chiuderne un altro importantissimo come Ematologia vengano riviste in tempi brevissimi, per il benessere di tutti. Dobbiamo potenziarlo il nostro sistema sanitario, non sopprimerlo».

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