Usa / Il caso

Il nuovo messaggio di Chico Forti: “Attesa snervante, grazie a tutti coloro che si battono per me”

L’imprenditore trentino in carcere negli Usa aspetta di tornare in Italia: un anno fa sembrava tutto fatto, ma i tempi si stanno allungando. E ora scrive: “Ho la memoria d'elefante, ricordo ogni azione in mio supporto, anche il più semplice gesto”

LA STORIA Vent'anni di battaglie dopo quella condanna: "Sono innocente"
IL RACCONTO Come passa le sue giornate nel "nuovo" carcere

TRENTO. Un altro Natale lontano dalla sua Trento, dalla sua famiglia. Da oltre vent’anni il trentino Chico Forti si trova a dover scontare negli Stati Uniti una condanna di ergastolo per omicidio. Chico si dichiara innocente senza riuscire ad avere la possibilità di provarlo, nonostante molti degli indizi a suo carico si siano rivelati infondati, manipolati o addirittura falsi.

Dal giorno della sua condanna però non è mai rimasto solo: la sua famiglia e i suoi amici continuano la battaglia per riportarlo a casa, una battaglia a cui la comunità di Trento è sempre stata sensibile. Un anno fa, proprio in prossimità del Natale, sembrava vicino il suo rientro in Italia.

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Continua l’attesa, per Chico Forti: l’annunciato trasferimento in Italia non si è ancora concretizzato, ma la mobilitazione in suo favore non si ferma.

Era la tarda serata del 23 dicembre 2020 quando arrivò l’annuncio ufficiale direttamente dal ministro degli Esteri, Luigi Di Maio. “Ho una bellissima notizia da darvi: Chico Forti tornerà in Italia. L’ho appena comunicato alla famiglia e ho informato il presidente della Repubblica e il presidente del Consiglio”.

Forti è ancora negli Stati Uniti e in post si capisce tutta la sua amarezza nel vedere i tempi del rientro allungarsi.

Ecco il post

“Questo mio ennesimo messaggio di Natale non è triste. Altri lo hanno scritto prima di me altri ancora lo ripeteranno. L'uomo saggio sa accettare la realtà di condizioni che fuoriescono dall'egida del nostro controllo. Usando una analogia, soffro di una infermità che è terminale solo quando viene trascurata ed io, nonostante questa attesa snervante, non mi sento trascurato so apprezzare l'attenzione che mi avete dedicato quando era facile ignorarmi.

Ho la memoria d'elefante, ricordo ogni azione in mio supporto, anche il più semplice gesto. I miei ringraziamenti sorgono dal cuore sinceri e spontanei, se pecco nel menzionare i meritevoli, è per limitazioni di spazio, cartaceo o verbale che siano, non certo per mancanza di gratitudine. Ipocrisia ed indifferenza non hanno mai fatto parte del mio modo di essere, soprattutto a Natale. 

Mi rendo conto di quanto siamo riusciti a realizzare insieme, uniti nonostante l'oceano che ci separa. Il motto sotto il pino, "è il pensiero che conta!" rispecchia a pieno il significato di queste festività mi avete permesso di regalarvi qualcosa di mio: le mie riflessioni. il piacere vero dei regali di natale: farli! Il vostro instancabile perorare la mia causa, le vostre incessabili iniziative di solidarietà, il vostro replicare imitando la veglia medievale: dando l'ora, gridando per me: "Non tutto va bene...".

La vostra persistente e palpabile vicinanza hanno coperto mura e recinzioni. Come la tela recentemente sovrapposta all'arco di trionfo, con me avete dimostrato d'essere la nazione teflon della resilienza. Perché in un mondo migliore al fin fine, Karma prevarrà sempre. La lotta tra il male ed il bene per sillogismo può avere un solo risultato il male è simbolo di distruzione, il bene è simbolo di vita.

Nella mia Trento un natale senza neve è come un deserto senza sabbia: da ragazzino alla prima nevicata, come Woodstock, amavo prendere i fiocchi con la lingua, per poi correre alle bancarelle sotto i portici, con le castagne bruciacchiate che scottavano le mani, ora chiudo gli occhi, immagino la neve, pregusto le castagne. L'albero addobbato sostituisce la rete elettrificata, non mi è facile, ma aspetterò mezzanotte per aprire il regalo”.

 

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