Animali / La storia

Le giornate in  carcere di Chico Forti, ma con la gioia del cucciolone Cajun

In una struttura per detenuti «in trasferimento», il trentino lavora con un retriever da addestrare: «Un diavoletto pieno di energia!»

di Sergio Damiani

TRENTO. Si chiama Cajun - dal nome di una zuppa precotta di pollo piccante - il cane che accompagna Chico Forti nelle sue giornate da detenuto in attesa - infinita - di trasferimento in Italia. Il giovane golden retriever è già a tutti gli effetti un cane da soccorso perché è anche grazie alle giornate trascorse in sua compagnia se Chico Forti è ancora in grado di ironizzare sulle sua condizione di carcerato ormai da quasi 22 anni. «Ogni giorno - scrive nel diario in cui racconta una giornata tipo dietro le sbarre, ma con la compagnia di un simpatico quadrupede – imparo qualcosa da questo diavoletto».

La sveglia nel carcere federale che dovrebbe essere il "ponte" verso il trasferimento in Italia suona presto, alle 4 e 45. «Ma io - racconta Chico in un post su Facebook - non dormo mai, quindi in realtà sveglio tutti gli altri (13 istruttori di cani) anche prima che suoni l'allarme ufficialmente previsto. È l'ora della pappa: tre quarti di tazza da cappuccino riempita con un mazzetto di croccantini contenenti una miscela di pesce e altre sostanze non identificate. Pensate che riempio una ciotola di metallo pesante con il cibo e questa in 10 nanosecondi diventa più vuota e più pulita di quella nuova!»

Alle 5 del mattino tutti fuori per circa 15 minuti in un'area di dimensioni francobollo, dedicata ai loro momenti ricreativi e ai bisogni fisiologici. «Subito dopo rientriamo nel dormitorio mentre ci prepariamo per la colazione alla mensa bipede. L'aspetto del nostro cibo è migliore, ma scommetto che il loro ha molto più valore proteico del nostro».

Alle 8 del mattino è tempo del conteggio, rito quotidiano per verificare che i detenuti ci siano tutti. «Appena finisce il conteggio – scrive Chico - fuori di nuovo (sempre rigorosamente con il collare, al guinzaglio... Anche se Cajun anche qui è abbastanza esitante). Alle 9 veniamo chiamati per svolgere i nostri compiti e/o classi. Nel nostro caso i "senior handler", istruttori anziani, trasmettono a noi pivelli la loro immensa esperienza. Cajun in dieci mesi, sotto la loro supervisione, ha imparato ad non abbaiare, con uno dei comandi più elementari...».

«Alle 11 si torna in dormitorio con stop obbligatorio per la pipì fuori dall'ingresso». A mezzogiorno è tempo di un nuovo conteggio. Alle 14 tempo libero «meglio conosciuto come giocare lanciando e recuperando una pallina da tennis di plastica. «È incredibile il magnetismo di questo semplice gesto. Cajun potrebbe farlo per tutto il tempo, o meglio, finché il suo cuore non si spezzerà o il mio braccio cadrà. Quando Cajun gioca con la pallina è il cane più felice del pianeta».

Alle 16 si torna nel dormitorio per un altro, ennesimo conteggio dei detenuti presenti. Alle 20 conteggio breve seguito dal conteggio principale alle 22 quando c'è il conteggio finale "master count", il conteggio più importante prima dello spegnimento delle luci per la notte. Il master count è in cima al conteggio giornaliero dei detenuti che, pur rimanendo in ogni cuccetta assegnata, devono dare il proprio ID che viene confrontato dall'ufficiale di turno, con l'immagine della foto segnaletica. Di notte, prima del master count e dopo la missione ultimi bisogni fisiologici, i cani devono entrare nella loro gabbia... Beh quasi tutti i cani! Cajun ha ancora qualche difficoltà di comprensione della lingua, anche su questo argomento...»

«Nella prossima lettera - conclude Chico - vi racconterò la mia esperienza sul primo bagnetto che ho fatto a Cajun..Qualche goccia su di lui e una piscina bagnata sul sottoscritto!»

Nel frattempo si spera nella svolta con il trasferimento di Enrico Forti in Italia sulla base della convenzione di Strasburgo. La prossima settimana o la successiva la ministra della giustizia Marta Cartabia dovrebbe incontrare il nuovo responsabile del Dipartimento federale della giustizia. Speriamo che sul volo che riporterà dopo tanti anni Chico Forti a casa ci sia spazio anche per il giovane Cajun.

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