Covid / Novità

Dal 16 dicembre vaccinazioni per i bambini (ma in Trentino si partirà dopo, il 22 o 23)

Parte la campagna di protezione anche per i piccoli, l’Azienda Sanitaria sta organizzando il piano, probabilmente coinvolgendo i pediatri di base. Con un appello: «Vaccinate i vostri figli, vale la pena»

LA PEDIATRA Ecco perché vaccinarli è una buona idea

di Chiara Zomer

TRENTO. Dal 16 dicembre in Italia ci sarà il via libera ai vaccini contro il Covid per i bambini dai 5 ai 12 anni. Ma dei 32 mila piccoli trentini in quella data nessuno sarà vaccinato. La nostra Azienda sanitaria partirà più tardi: la struttura commissariale ha annunciato che invierà a Trento le prime dosi dopo il 20 dicembre, il 22 o il 23.

Per questo ad oggi non sono aperte le prenotazioni, né lo saranno nelle prossime ore. Anche perché le modalità sono tutte da definire: la settimana prossima si terranno gli incontri con i rappresentanti dei pediatri, che saranno coinvolti nella campagna. «Assieme a loro si valuterà quali sono le modalità migliori sia per la somministrazione che per la comunicazione alle famiglie» spiega la dottoressa Maria Grazia Zuccali dell’Azienda Sanitaria.

Dal canto loro i pediatri già garantiscono disponibilità, pur nei limiti di un periodo davvero complesso: «Noi siamo disponibili, perché crediamo in questo vaccino e ci rendiamo conto che sia fondamentale il nostro contributo - osserva Lorena Filippi - certo non nascondo che chiedere un ulteriore sforzo ora diventa difficile».

Il Trentino aspetta. Quanto ai tempi, come detto, il Trentino dovrà aspettare. Perché i vaccini Covid non sono gestiti come gli altri, vengono smistati dalla struttura commissariale guidata dal generale Francesco Paolo Figliuolo. E all'ombra delle Dolomiti non ne manderà nei prossimi giorni. Evidentemente si è data priorità ad altre regioni - inizieranno a vaccinare giovedì certamente Liguria, Toscana, Lazio, Campania e Puglia - mentre altre pur rinviando più in là le iniezioni, già da lunedì apriranno alle prenotazioni. In Trentino tutto è rinviato per lo meno al 23 dicembre, data in cui la struttura commissariale ha fatto sapere che invierà la prima fornitura trentina.

L'organizzazione. Per adesso siamo work in progress (in corso d’opera, la traduzione) e la settimana che si apre sarà quella decisiva per individuare modalità organizzative e metodologia. «Qualche regione lo riceve prima, altre no. Noi non decidiamo quando avere le dosi a noi assegnate, siamo a disposizione della struttura commissariale. Ma arrivando i vaccini dopo il 20 dicembre, abbiamo ancora un po' di tempo per decidere come organizzare tutto. Certamente lo si farà con la collaborazione dei pediatri - spiega la dottoressa Maria Grazia Zuccali - La settimana prossima faremo il primo punto con i pediatri, per capire come fare un accordo con loro, per somministrare il vaccino insieme e, soprattutto, per coinvolgerli nel momento informativo. Serve capire come proporre il vaccino, lo decideremo con loro. Dopodiché chi somministra è un'altra partita».

Le possibilità sul tavolo - limitandosi agli accordi che vengono siglati in altre regioni - sono tre: la somministrazione direttamente da parte dei pediatri, o in hub predisposti ma con la presenza dei pediatri o ancora con i medici di fiducia delle famiglie che si limitano ad un lavoro di accompagnamento e di informazione.I pediatri.

La categoria è pronta a collaborare, ma il momento non è semplice. «Noi pediatri siamo consapevoli del nostro ruolo e tutti a favore della vaccinazione perché è efficace e sicura - spiega Lorena Filippi, pediatra e tesoriere dell'ordine dei medici - Ma dobbiamo capire qual è il nostro ruolo. Non nascondo che ora chiedere uno sforzo ai pediatri diventa difficile: siamo impegnati nella patologia acuta, con molti casi di virus stagionali, i rinovirus, febbri, tossi, gastroenteriti, bronchiti, siamo sommersi dalle patologie, facciamo tante ore di ambulatorio e altrettante al telefono per rassicurare le famiglie». Nondimeno Filippi evidenzia l'opportunità di vaccinare i piccoli: «Non per difendere la comunità, per difendere loro stessi. Se non sono vaccinati diventano il nuovo target del virus. Il Covid è cambiato in questi due anni: rispetto all'anno scorso abbiamo più bambini positivi sintomatici e stiamo trovando complicanze legate al Covid, come il long Covid o la Misk, malattia infiammatoria multiorgano. Non dimentichiamo che sono morti in Italia 67 bambini. Il bambino non è libero da complicanze, che sono meno frequenti nei piccoli, ma ci sono. Vaccinarli è la scelta giusta».

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