Sanità / Il caso

Ginecologia, "mobbing in reparto": ecco la relazione che inguaia l'ex primario Tateo

Sette medici hanno testimoniato, ritenendosi vittime di soprusi. A verbale anche i racconti di altro personale sanitario: ecco il quadro che emerge dalle contestazioni - 17 in totale - poste alla base del licenziamento per giusta causa deciso dall'Ufficio procedimenti disciplinari e confermato dal Comitato dei garanti

IL PRIMARIO Il dottor Tateo è tornato in servizio a Trento
IL REPARTO La dottoressa Mereu distaccata per un anno a Catania

LA VICENDA Tateo nella bufera, per Mereu chiesta solo una «sanzione»
I CARABINIERI Ipotesi maltrattamenti in ospedale, "indagare primario e vice"

TRENTO. Un reparto di eccellenza, dove però il clima era pesante anche per le intemperanze e i toni spesso inutilmente aggressivi dell'ex primario Saverio Tateo; medico di indubbie capacità e vocato al lavoro, ma incapace di gestire i rapporti personali nel reparto di Ostetricia e Ginecologia del Santa Chiara dove alcuni medici e infermieri si sentivano maltrattati, anzi mobbizzati.

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La giovane ginecologa è scomparsa lo scorso 4 marzo 2021. Da allora molte cose sono successe. Ma di lei, ancora nessuna traccia.

Questo è il quadro che emerge dalle contestazioni - 17 in totale - poste alla base del licenziamento per giusta causa deciso dall'Ufficio procedimenti disciplinari e confermato dal Comitato dei garanti. Tre le numerose testimonianze raccolte, pesa il racconto di una ginecologa che ricorda come «dal mio arrivo sono andati via tanti colleghi. La stragrande maggioranza per motivi di malessere lavorativo, in particolare almeno 7 medici sono stati sottoposti a mobbing, io stessa ho assistito a diversi episodi di urla, intimidazioni e minacce e demansionamento oltre che il persistere di diffamazione verbale di tali colleghi».

Si citano i nomi di sette ginecologi e ginecologhe tra cui anche Sara Pedri.

È questo l'unico riferimento che viene fatto nella contestazione disciplinare alla triste vicenda della dottoressa scomparsa dal marzo scorso.

Ma su questa delicata questione la difesa di Tateo, con l'avvocato Vincenzo Ferrante, aveva depositato delle mail in cui la ginecologa di Forlì ringraziava il dottor Tateo.

Le contestazioni si dilungano invece su presunti atteggiamenti vessatori da parte del primario, solo in parte comprensibili considerando l'alto livello di responsabilità e di stress che grava in capo a chi lavora in un reparto come Ginecologia.

I primi rilievi disciplinari si riferiscono all'ottobre del 2018, in occasione di una modifica della turnistica. Tateo avrebbe aggredito verbalmente una collega con modalità ostili urlando «bugiarda, fuori! fuori!».

SAVERIO TATEO PRIMARIO OSTETRICIA GINECOLOGIA FESTE DI NATALE PER MEDICI E OPERATORI SANITARI IN NEONATOLOGIA E OSTETRICIA GINECOLOGIA TRENTO 23 DICEMBRE 2015 FOTO PAOLO PEDROTTI

Grida che, con la porta aperta, arrivarono a colleghi e pazienti.

Sempre in quei giorni concitati del 2018, Tateo in un'occasione con riferimento ad alcune dottoresse avrebbe detto che si trattava di «mele marce».

Ecco una ginecologa del reparto: «Mi fu ripetutamente richiesto con insistenza di presentare le mie dimissioni».

Pare che i toni concitati ed aggressivi fossero all'ordine del giorno.

Una testimone racconta che «non infrequentemente si sentono nel reparto e nella sala d'attesa del pronto soccorso ginecologico (dove sono pazienti e familiari in attesa) toni alterati del dott. Tateo provenienti dal suo studio. Tanto è vero che lo stesso dott. Tateo mi ha chiesto di formalizzare una richiesta di insonorizzazione delle pareti del suo studio».

E ancora una testimonianza da parte di un dottore: nel Natale 2017 il dott. Tateo telefonava a casa del medico insultandolo «per molti minuti» senza lasciare spazio al contraddittorio; dalle dichiarazione del dott. (omissis) risulta che «da quel momento di fatto il rapporto si è chiuso e il direttore non mi ha più parlato».

La dottoressa (omissis) ha testimoniato rilevando «sono stata bandita dalla sala operatoria».

Sulla stessa linea un'altra ginecologa del reparto che secondo il provvedimento disciplinare sarebbe stata vittima di una «progressiva dequalificazione professionale, negando il suo apporto di specialità, lo scambio di confronto professionale e, di fatto, allontanandola, a partire dal maggio 2019 dalle attività di formazione». Infine «spesso per ragioni futili venivano presi di mira uno o più professionisti, sempre con modalità fortemente discutibili e frequentemente senza alcun chiarimento sul perché».

Una dottoressa ha raccontato: «Talvolta si accanisce su certe persone senza plausibili spiegazioni, altre volte crea dei favoritismi evidenti con altre».

Tutto ciò è sufficiente per irrogare a Tateo la sanzione massima del licenziamento per giusta causa? La risposta probabilmente la darà il giudice del lavoro.

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