Sanità / Il caso

Ginecologia, Tateo nella bufera, ma per Mereu la Commissione chiede solo una «sanzione»

La dottoressa, trasferita a Rovereto, vede con sollievo cadere ogni riferimento alla scomparsa della dottoressa Sara Pedri, ma chiedeva di essere completamente scagionata da ogni accusa

di Marica Viganò

TRENTO. A quasi un mese dall'audizione davanti alla commissione disciplinare, una comunicazione era attesa: puntava all'archiviazione delle contestazioni la dottoressa Liliana Mereu, trasferita dal reparto di ginecologia del Santa Chiara all'ospedale di Rovereto per incompatibilità ambientale, ma è stata raggiunta da una sanzione conservativa.

Una doccia fredda per la ginecologa che per anni è stata braccio destro del primario Saverio Tateo, e come lui è accusata di maltrattamenti e vessazioni in reparto. Eppure il medesimo provvedimento - che indica che non perderà il lavoro ma potrebbe essere sospesa per un lungo periodo (ovviamente senza retribuzione) - fa in un certo senso chiarezza su un punto cruciale, che ha fatto partire le verifiche in reparto degli ispettori ministeriali, dei carabinieri del Nas (che hanno chiesto alla procura che vengano indagati Tateo e Mereu), e della commissione disciplinare interna dell'Azienda sanitaria provinciale: la scomparsa di Sara Pedri e i racconti sul clima di perenne tensione che il personale respirava in reparto.

Il documento dell'Azienda sanitaria, arrivato alla dottoressa Mereu nei giorni scorsi, inizia così: "Questo ufficio (Ufficio procedimenti disciplinari, ndr) ribadisce in primis che i fatti descritti e le considerazioni svolte in merito alla vicenda della dottoressa Sara Pedri non rilevano nel presente procedimento disciplinare, in quanto nessun fatto direttamente collegato a tale vicenda è stato contestato".

«Viene evidenziato che non c'è alcuna attinenza fra gli episodi sui quali si è cercato di fare chiarezza e la vicenda della dottoressa Pedri - sottolinea l'avvocata Laura Tamilia, che difende Liliana Mereu assieme al collega Franco Rossi Galante - Vengono inoltre stralciate alcune delle contestazioni inizialmente formulate. Preso atto di questo provvedimento disciplinare, adesso valuteremo come procedere, anche alla luce del trasferimento deciso dall'Azienda sanitaria dal Santa Chiara all'ospedale di Rovereto. Trasferimento che abbiamo già impugnato in via stragiudiziale e che ora valuteremo se contestare anche giudizialmente». I legali della dottoressa Mereu sono pronti a dare battaglia: la comunicazione dell'Azienda sanitaria contiene sì una sanzione senza dubbio pesante, ma cancella qualche ombra.

«Sono state stralciate alcune dichiarazioni in merito a episodi raccontati da colleghe e che non hanno trovato riscontro - prosegue l'avvocata - Stralciata anche l'accusa in merito all'organizzazione della turnistica: è stato accertato che la dottoressa Mereu non aveva alcuna responsabilità nella stesura dei turni del reparto, dei turni nelle sale operatorie, per le guardie, per la reperibilità».

Non rientra nelle contestazioni l'episodio dello schiaffo sulle mani di Sara Pedri, ma in sede di audizione, il mese scorso, Liliana Mereu aveva voluto mettere subito le cose in chiaro. «Benché nella lettera di contestazione disciplinare non ci fosse alcun riferimento a Sara Pedri, abbiamo ritenuto di smentire alcuni episodi riportati dalla stampa» spiega l'avvocata Tamilia. Prosegue intanto l'attività della Procura di Trento: al vaglio le deposizioni del personale sanitario in merito all'ipotesi di maltrattamenti sul posto di lavoro.

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