Istruzione / L’analisi

Il ritorno degli universitari: Trento ne attende 17mila (ma a lezione solo con il Green-pass)

Fra poche settimane il rientro degli studenti con il certificato verde. Il Rettore: «Una nostra precisa volontà perché vogliamo le lezioni in presenza». E volano gli affitti delle stanze con bagno personale

COVID Un'altra vittima in Trentino

di Barbara Goio

TRENTO. La città di Trento riprende a vivere: quelle migliaia di studenti universitari (a pieno regime sono circa 17mila) che il Covid aveva costretto a starsene a casa a frequentare le elezioni on line, tra qualche settimana ricominceranno a dare vita ad aule, strade della città, impianti sportivi, mense.

«La ripresa in presenza - sottolinea il rettore dell'Università di Trento Flavio Deflorian - è stata una nostra precisa volontà ancora diversi mesi fa, sempre naturalmente vincolata a garantire la sicurezza sanitaria di tutti, studenti, docenti, personale amministrativo. In più, ora, applicheremo, come ogni altra struttura pubblica, la norma che regola l'obbligo del Green Pass, così da essere certi che chi fa lezione in presenza sia vaccinato, oppure sia guarito dal Covid o, infine, abbia un tampone negativo».

Il nuovo nodo da risolvere riguarda anche le verifiche. «Per quanto riguarda docenti e personale amministrativo - riprende il rettore - stiamo ora verificando le possibilità tecniche di applicare i controlli, sempre però nel rispetto della privacy. Diverso è invece il discorso degli studenti: per loro verranno utilizzati controlli a campione».

Secondo il delegato per la sicurezza e referente Covid di UniTrento Riccardo Ceccato, «non è escluso che si possa fare ricorso anche a società esterne per il controllo dei green pass».

Il certificato verde, dunque, obbliga tutti, docenti, non docenti e studenti a mettersi in regola, con quel che ne consegue. Riprende Deflorian: «L'auspicio, naturalmente, è che la comunità universitaria registri un alto numero di vaccinati. Anche se non si può escludere che, in linea con le percentuali di chi anche negli altri ambiti ha deciso di non vaccinarsi, ci siano situazioni critiche a diversi livelli. Applicheremo la legge dal primo settembre, così ci sarà qualche settimana di rodaggio per trovare delle soluzioni».

Diversa è infatti la situazione tra studenti, docenti e personale amministrativo. Se i primi possono contare anche su modalità variabili d'insegnamento, anche in remoto, decise da ogni docente per ogni singolo corso, e che vanno dalle lezioni registrate al supporto di materiale, per i professori, l'invito è a privilegiare la didattica in presenza, un imperativo rimarcato già a primavera e che adesso viene confermato.

Insomma, si deve lavorare di concerto e su una sorta di doppio binario, anche perché è davvero impossibile stare a distinguere tra chi è a casa perché è contrario al vaccino e chi invece si trova suo malgrado in quarantena.I dati a inizio agosto sollevano qualche incertezza, e riferiscono di tre persone su 10 tra il personale universitario che non ha completato il ciclo vaccinale: l'idea è che in queste ultime settimane si riesca a recuperare.

«Dobbiamo riflettere - riprende Deflorian - al di là di quanto prevede il decreto che impone la sospensione dopo un certo numero di giorni, a chi si oppone al green pass. Comunque l'impressione è che la situazione sia tutto sommato, relativamente tranquilla».Intanto, la caccia al posto letto è diventata, se possibile, ancora più agguerrita che prima della pandemia.

«É tutto completo, il mercato degli affitti per studenti è ripreso alla grande e abbiamo visto di tutto e di più», riporta Emanuela Grandi di Immobil3, che sottolinea come addirittura ci sia stato «un aumento del 10 per cento sulle tariffe dei posti letto rispetto a due anni fa, anche per la predilezione delle stanze singole».«Vengono da me - spiega Marcello Baldini di SoloAffitti - i genitori che chiedono stanze con bagno, proprio a causa Covid, senza mettere in conto che poi i ragazzi trascorrono comunque del tempo insieme».

«Il mercato - aggiunge - ha ripreso fiducia sin da maggio scorso e le richieste sono state abbondanti, anche se c'è più attenzione, e le pretese dei proprietari si sono in un certo senso ridimensionate: qualche anno fa ci si trovava davanti a richieste davvero esose, con tuguri affittati a 370 euro a posto letto». Anche adesso, sui vari siti, la domanda di appartamenti e stanze è ancora alta, e sta diventando impegnativo riuscire a trovare qualcosa di buono a prezzo abbordabile.

«Bisogna ricordare che Trento - riprende Baldini - resta una delle città più care d'Italia».In prevalenza, a chiedere un alloggio sono studenti fuorisede, moltissimi dei quali risiedono in Veneto. Ma non mancano anche quelli hanno deciso di lasciare la casa durante il lockdown, ed ora stanno cercando di rientrare nel circuito universitario.

Per quanto riguarda le attività sportive legate all'università, mentre proseguono gli appuntamenti al Centro nautico di Caldonazzo, UniTrento Sport festeggia i campioni universitari che si sono distinti alle olimpiadi di Tokyo, tra tutti la medaglia d'oro Ruggero Tita. Il tutto in attesa di riprendere il calendario autunnale. Il prossimo appuntamento per le studentesse dell'università di Trento è la partecipazione alla Regata storica di Venezia il 4 ed il 5 settembre, con una squadra totalmente femminile.

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