Valle dei Laghi / L’indagine

Tentato omicidio di Ranzo, Adama Nonka denunciato anche per avere dato fuoco alla sua stanza in canonica

Lo hanno reso noto oggi, in una conferenza stampa, i carabinieri. Luciana Rigotti, la volontaria ferita con delle forbici, resta ancora ricoverata in ospedale

FOTO/1 Il luogo del delitto sulla strada provinciale
FOTO/2 Le immagini della giornata (Miori)

VIDEO Le ricerche dell'aggressore con l'elicottero
IL VESCOVO "Preghiamo per Luciana, ma lei ha perdonato"

TRENTO. Resta in ospedale Luciana Rigotti, la volontaria di 64 anni accoltellata ieri da un migrante a Ranzo. Questa mattina, martedì 8 giugno, in una conferenza stampa tenutasi presso il Comando provinciale dei Carabinieri, sono emersi altri dettagli sul tentato omicidio.

Il nome dell’uomo che è accusato di aver tentato di uccidere la donna è Adama Nonka. Originario della Costa d'Avorio, regolare in Italia, con permesso di soggiorno per protezione internazionale sussidiaria  è stato arrestato in flagranza di reato per tentato omicidio e lesioni personali aggravate. E’ stato anche denunciato per incendio doloso: ha appiccato fuoco alla stanza in cui era ospitato presso la canonica di Ranzo.

L'uomo è stato tratto in arresto nel pomeriggio di ieri in un vitigno delle Sarche, dopo una ricerca durata circa dodici di ore e coordinata dal colonnello Michele Capurso, comandante del reparto operativo provinciale, e dal tenente Antonio Arcella, comandante del nucleo operativo e radiomobile di Trento, che ha impegnato un imponente spiegamento di militari, coadiuvati dai Vigili del fuoco volontari della zona. Ora l'uomo si trova rinchiuso nella casa circondariale di Spini di Gardolo, a disposizione dell'autorità giudiziaria.

La ricostruzione

Secondo le ricostruzioni effettuate dall'Arma, Rigotti ha recuperato Nonka, che partecipava a un progetto di inserimento lavorativo, alle 6.40 del mattino per portarlo ad una visita all'ospedale di Trento. Durante il tragitto, l'uomo, che si trovava sul sedile posteriore dell'auto, ha aggredito l'operatrice con un arma da taglio, probabilmente delle forbici.

La donna è riuscita a fermare l'auto e a uscire dall'abitacolo, tuttavia è stata raggiunta dall'uomo dopo alcuni metri ed aggredita nuovamente mentre si trovava a terra. A quel punto l'operatrice è riuscita ad alzarsi, rientrare in macchina e ripartire in direzione dell'abitato di Ranzo, mentre l'uomo l'ha inseguita aggrappandosi allo sportello, procurandosi diverse escoriazioni da trascinamento. La donna, con diverse ferite lacero-contuse, è poi riuscita ad attirare l'attenzione di un autista di un mezzo di linea, che ha attivato i soccorsi.

L'operatrice è stata poi trasferita all'ospedale di Trento in elicottero dove si trova tuttora ricoverata. Nonka si trovava in Italia dal 2011 con un permesso di protezione internazionale sussidiario ed era noto alle forze dell'ordine per precedenti legati allo spaccio di sostanze stupefacenti.

L’incredulità della donna aggredita

«Non lo so. Non so perché l'abbia fatto». Dall'ospedale Santa Chiara, dove dopo l'intervento ha potuto ricevere la visita dei familiari, Luciana Rigotti ha ripercorso i terribili attimi della mattinata di ieri. «Ricorda tutto, perfettamente», ha spiegato una delle sorelle, Viola: «È ancora provata, ma l'operazione è andata bene e si riprenderà. Di certo credo non dimenticherà mai quello che ha vissuto, purtroppo».

Luciana - ex dipendente della Provincia in pensione e già vicesindaco e assessora alle politiche sociali a Vezzano una quindicina d'anni fa - ha da sempre sostenuto con convinzione i progetti di accoglienza portati avanti dalla Caritas. E si era messa a disposizione quando per Adama Nanko era stata trovata la soluzione della canonica di Ranzo, assistendo il quarantenne nell'inserimento nella comunità.

«Luciana si era accordata ancora domenica per portarlo a Trento per una visita. In ospedale, mi ha raccontato che stamattina (ieri, ndr) lui l'aveva chiamata alle 5. Aveva detto di stare poco bene. Luciana ha risposto che dopo essersi alzata sarebbe salita in canonica per aiutarlo. Lei vive in una casa in mezzo al paese, poco sotto alla canonica. Poco dopo, non saranno state neanche le 6, lui si è presentato sotto casa sua.

La ricostruzione

Secondo le ricostruzioni effettuate dall'Arma, Rigotti ha recuperato Nonka, che partecipava a un progetto di inserimento lavorativo, alle 6.40 del mattino per portarlo ad una visita all'ospedale di Trento. Durante il tragitto, l'uomo, che si trovava sul sedile posteriore dell'auto, ha aggredito l'operatrice con un arma da taglio, probabilmente delle forbici.

La donna è riuscita a fermare l'auto e a uscire dall'abitacolo, tuttavia è stata raggiunta dall'uomo dopo alcuni metri ed aggredita nuovamente mentre si trovava a terra. A quel punto l'operatrice è riuscita ad alzarsi, rientrare in macchina e ripartire in direzione dell'abitato di Ranzo, mentre l'uomo l'ha inseguita aggrappandosi allo sportello, procurandosi diverse escoriazioni da trascinamento. La donna, con diverse ferite lacero-contuse, è poi riuscita ad attirare l'attenzione di un autista di un mezzo di linea, che ha attivato i soccorsi.

L'operatrice è stata poi trasferita all'ospedale di Trento in elicottero dove si trova tuttora ricoverata. Nonka si trovava in Italia dal 2011 con un permesso di protezione internazionale sussidiario ed era noto alle forze dell'ordine per precedenti legati allo spaccio di sostanze stupefacenti.

L’incredulità della donna aggredita

«Non lo so. Non so perché l'abbia fatto». Dall'ospedale Santa Chiara, dove dopo l'intervento ha potuto ricevere la visita dei familiari, Luciana Rigotti ha ripercorso i terribili attimi della mattinata di ieri. «Ricorda tutto, perfettamente», ha spiegato una delle sorelle, Viola: «È ancora provata, ma l'operazione è andata bene e si riprenderà. Di certo credo non dimenticherà mai quello che ha vissuto, purtroppo».

Luciana - ex dipendente della Provincia in pensione e già vicesindaco e assessora alle politiche sociali a Vezzano una quindicina d'anni fa - ha da sempre sostenuto con convinzione i progetti di accoglienza portati avanti dalla Caritas. E si era messa a disposizione quando per Adama Nanko era stata trovata la soluzione della canonica di Ranzo, assistendo il quarantenne nell'inserimento nella comunità.

«Luciana si era accordata ancora domenica per portarlo a Trento per una visita. In ospedale, mi ha raccontato che stamattina (ieri, ndr) lui l'aveva chiamata alle 5. Aveva detto di stare poco bene. Luciana ha risposto che dopo essersi alzata sarebbe salita in canonica per aiutarlo. Lei vive in una casa in mezzo al paese, poco sotto alla canonica. Poco dopo, non saranno state neanche le 6, lui si è presentato sotto casa sua.

La ricostruzione

Secondo le ricostruzioni effettuate dall'Arma, Rigotti ha recuperato Nonka, che partecipava a un progetto di inserimento lavorativo, alle 6.40 del mattino per portarlo ad una visita all'ospedale di Trento. Durante il tragitto, l'uomo, che si trovava sul sedile posteriore dell'auto, ha aggredito l'operatrice con un arma da taglio, probabilmente delle forbici.

La donna è riuscita a fermare l'auto e a uscire dall'abitacolo, tuttavia è stata raggiunta dall'uomo dopo alcuni metri ed aggredita nuovamente mentre si trovava a terra. A quel punto l'operatrice è riuscita ad alzarsi, rientrare in macchina e ripartire in direzione dell'abitato di Ranzo, mentre l'uomo l'ha inseguita aggrappandosi allo sportello, procurandosi diverse escoriazioni da trascinamento. La donna, con diverse ferite lacero-contuse, è poi riuscita ad attirare l'attenzione di un autista di un mezzo di linea, che ha attivato i soccorsi.

L'operatrice è stata poi trasferita all'ospedale di Trento in elicottero dove si trova tuttora ricoverata. Nonka si trovava in Italia dal 2011 con un permesso di protezione internazionale sussidiario ed era noto alle forze dell'ordine per precedenti legati allo spaccio di sostanze stupefacenti.

L’incredulità della donna aggredita

«Non lo so. Non so perché l'abbia fatto». Dall'ospedale Santa Chiara, dove dopo l'intervento ha potuto ricevere la visita dei familiari, Luciana Rigotti ha ripercorso i terribili attimi della mattinata di ieri. «Ricorda tutto, perfettamente», ha spiegato una delle sorelle, Viola: «È ancora provata, ma l'operazione è andata bene e si riprenderà. Di certo credo non dimenticherà mai quello che ha vissuto, purtroppo».

Luciana - ex dipendente della Provincia in pensione e già vicesindaco e assessora alle politiche sociali a Vezzano una quindicina d'anni fa - ha da sempre sostenuto con convinzione i progetti di accoglienza portati avanti dalla Caritas. E si era messa a disposizione quando per Adama Nanko era stata trovata la soluzione della canonica di Ranzo, assistendo il quarantenne nell'inserimento nella comunità.

«Luciana si era accordata ancora domenica per portarlo a Trento per una visita. In ospedale, mi ha raccontato che stamattina (ieri, ndr) lui l'aveva chiamata alle 5. Aveva detto di stare poco bene. Luciana ha risposto che dopo essersi alzata sarebbe salita in canonica per aiutarlo. Lei vive in una casa in mezzo al paese, poco sotto alla canonica. Poco dopo, non saranno state neanche le 6, lui si è presentato sotto casa sua.

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