Lavoro / La protesta

Driver trentini di Amazon in Provincia: “Adesso basta, serve una qualità del lavoro migliore”

I lavoratori, accompagnati da Fulvio Flammini del sindacato di base multicategoriale (Sbm), hanno incontrato la seconda Commissione: “Arrivano a detrarre dallo stipendio il costo dei danni verificati sui furgoni”

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TRENTO. La seconda Commissione consiliare permanente, coordinata dal suo vicepresidente Pietro De Godenz, questa mattina ha incontrato e ascoltato le ragioni del sindacalista Sbm Fulvio Flammini e di quattro rappresentanti dei lavoratori di Inbox srl, la ditta di Vicenza che dalla sede operativa a Spini di Gardolo si occupa di distribuzione dei prodotti Amazon in Trentino.

Dopo il recente incontro con i consiglieri provinciali, Flammini e lavoratori hanno sostanzialmente ripetuto - alla presenza anche dei funzionari del Servizio Lavoro della Pat - la serie di pesantissimi rilievi circa le asserite condizioni di lavoro di questi driver.

I temi sono ormai noti e riguardano le condizioni manutentive dei furgoni, le misure di prevenzione sanitaria, i carichi di lavoro giornalieri, il monte ore effettivo settimanale, il trattamento dell'indennità di trasferta e del lavoro straordinario, la tempistica di versamento degli stipendi, le detrazioni dallo stipendio per danni verificati sui furgoni, le sanzioni applicate ai lavoratori, l'entità delle trattenute sullo stipendio nei giorni di sciopero, la formazione dei turni di lavoro giornalieri, i diritti sindacali, le comunicazioni ad Amazon sulle condizioni degli automessi messi in strada, lo stress psicofisico vissuto dai driver.

Flammini ha anche parlato di una sua difficoltà a coinvolgere i sindacati confederali in questa battaglia per il rispetto di uno standard minimo di qualità del lavoro in terra trentina.

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