La legge / Iniziativa

"Omofobia e discriminazioni: in Trentino più casi di quanto si pensi"

Oggi il flash mob in centro nell'ambito della mobilitazione nazionale er chiedere al parlamento di votare finalmente il ddl Zan per proteggere meglio chi rischia di essere vittima di crimini di odio basati su sesso, genere, identità di genere, orientamento sessuale, misoginia e abilismo
L'ANALISI Arcigay e Caritas: il Trentino non è immune da presenze sociali omofobe e xenofobe

di Daniele Benfanti

TRENTO. «Siamo intransigenti e stanchi. Non ci sono più scuse, il tempo è scaduto. Nessun passo indietro».

Associazioni e movimenti attivi contro le discriminazioni sono pronti a scendere in piazza, oggi, sabato, anche in Trentino, per sollecitare l'approvazione in parlamento del disegno di legge Zan, dal nome del deputato veneto del Pd, Alessandro Zan, promotore del ddl che prevede l'aggravante della discriminazione di genere, sessuale, omofoba, contro la disabilità, così come la legge Mancino prevede l'aggravante dell'odio razziale.Lo scorso ottobre il primo passaggio parlamentare.

Alle 17.30 in piazza d'Arogno a Trento, dietro il Duomo, un flash mob, contemporaneamente ad altre città italiane.

In conferenza stampa i promotori hanno spiegato le ragioni e l'urgenza dell'iniziativa.

Alla mobilitazione aderiscono diversi gruppi che hanno diffuso un documento in cui illustrano le ragioni dell'iniziativa: Arcigay del Trentino, Comitato laici trentini per i diritti civili, I Sentinelli di Trento, Rete LGBTQI* del Trentino Alto Adige/Südtirol, AGED, Famiglie Arcobaleno, Unione degli universitari, Arci, Collettivo transfemminista queer Trento, «Non una di meno», ANPI, Forumpace, Rete degli Studenti Medi.

«Il ddl Zan - spiega Lorenzo De Preto, presidente dell'Arcigay del Trentino - è una legge di civiltà. Siamo in ritardo di decenni rispetto ad altri Paesi europei. Lo Stato deve dire con chiarezza e senza ambiguità da che parte sta. Siamo tutti cittadini di serie A».

La rete associativa che si sta mobilitando contesta la melina - quando non l'ostruzionismo - applicati da cattolici fondamentalisti e destre estreme di fronte al ddl Zan. Offese, violenze, intolleranza verbale e sociale di fronte al genere, all'orientamento sessuale, al fatto di essere donna (misoginia) o persona con disabilità (abilismo) «non sono assolutamente accettabili, tantopiù nel 2021» aggiunge De Preto.

«Questa legge va approvata al più presto. Qualsiasi tentativo di modifica sarebbe un malcelato tentativo di affossarla. La legge è già di ottimo livello. Perfettibile in futuro. Chi subisce quotidianamente offese e discriminazioni non può più aspettare.

Anche in Trentino i casi sono più di quanti si possa pensare. Oltre alle strategie per un linguaggio inclusivo, già adottate, serve porre un freno e sanzionare gli atteggiamenti discriminatori di questi veri e propri reati d'odio plateali o subdoli, di queste aggressioni verbali, del bullismo.

L'Italia ha approvato la legge sul divorzio durante il terrorismo; la Francia ha votato di recente provvedimenti sul fine vita. Il Covid non può essere una scusa per bloccare tutto.

A chi parla di "ben altri" problemi chiediamo di mettersi nei panni di chi subisce violenza fisica o verbale tutti i giorni».

Ma in Trentino la politica è sufficientemente sensibile al tema? Ancora De Preto: «Noi abbiamo un'interlocuzione costante e attenta con i comuni e i sindaci. Spiace invece rilevare l'assenza e il disinteresse della giunta provinciale e dell'assessorato alle pari opportunità in particolare».

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