Covid / Economia

Ripartenza, in arrivo 500 milioni per le categorie economiche dalla Provincia (280 ce li mette il governo)

Presentata la “manovra” di Fugatti, i sindacati sono critici: «Nessun confronto e risorse sbilanciate sulle imprese, poco ai lavoratori»

TRENTO. La Provincia mette in campo 500 milioni di euro per la ripartenza. Stamane, il Presidente della Provincia Maurizio Fugatti, accompagnato dagli Assessori Achille Spinelli, Roberto Failoni e Giulia Zanotelli - in sala anche il vicepresidente Tonina e l’assessore Bisesti - ha presentato alle categorie economiche e sindacali, la manovra di sostegno all'economia e ai lavoratori che inizierà il proprio percorso legislativo nei prossimi giorni.

La Provincia mette in campo una serie di interventi per aiutare l'economia trentina a rimettersi in moto. Le misure, assieme ai provvedimenti in arrivo dal Decreto sostegni sul territorio trentino, consentono di assegnare a imprese e lavoratori 500 milioni di euro. Le risorse provinciali sono pari a 220 milioni di euro, mentre altri 280 milioni di euro arrivano dagli interventi nazionali. Il disegno di legge che sarà approvato oggi dalla giunta provinciale "vuole dare risposte veloci alle categorie che stanno soffrendo a causa della pandemia. Come Provincia anticipiamo i tempi dell'assestamento di bilancio per intervenire in maniera straordinaria in una fase straordinaria" ha detto il Presidente della Provincia, Maurizio Fugatti. La manovra è "in itinere" ha aggiunto Fugatti, precisando che la volontà è quella di inserire tra gli interventi anche 100 milioni di euro da destinare agli investimenti, con nuovo debito provinciale.

Tra le misure provinciali più rilevanti c'è quella sugli aiuti alle imprese che hanno perso almeno il 30% del fatturato nel periodo 1 novembre 2020-30 aprile 2021 rispetto al corrispondente periodo precedente. In questo caso ci saranno due diverse modalità di sostegno: una per le imprese e gli operatori professionali più piccoli che sarà forfettario; e una per le imprese e operatori più grandi, per i quali si darà un sostegno calcolato sulla base dei costi sostenuti nel semestre considerato.

Previsto poi un intervento da oltre 15 milioni per il sostegno ai lavoratori stagionali del turismo e del commercio che non hanno lavorato o hanno lavorato meno di 90 giorni nel semestre di riferimento. Per le strutture ricettive sarà prevista l'abrogazione della prima rata Imis. Ci sarà poi per tutti i contribuenti il rinvio della prima rata Imis, misura che vale circa 80 milioni di euro.

Sul fronte degli interventi nazionali pari a 280 milioni di euro complessivi, sono previsti 30 milioni per i lavoratori in difficoltà, sostegni per le aziende e le risorse del fondo montagna che andranno ad aiutare gli impiantisti, i maestri di sci e gli operatori economici legati che insistono sulle aree sciistiche.

Immediato il commento dei sindacati confederali: "Risorse esigue per lavoratori e famiglie che si trovano in difficoltà a causa della pandemia”. Questa la critica. I tre segretari, Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti sono stati ricevuti stamane dal presidente della Provincia, Maurizio Fugatti, che ha illustrato i punti del piano, senza però incontrare l'approvazione dei rappresentanti dei lavoratori . "L'ipotesi di una manovra da 500 milioni di euro, in parte statali in parte provinciali, prevede che arrivino per i lavoratori qualcosa di più di 15 milioni di euro. Così è deludente, insoddisfacente", ha detto Grosselli a margine dell'incontro.

"Abbiamo ribadito che ci sono migliaia di lavoratrici e lavoratori senza reddito che non sanno come pagare l'affitto. La Provincia oltretutto non intende sostenere il Fondo di solidarietà del Trentino, che avrebbe già in sé un meccanismo a tutela degli stagionali. Per questo auspichiamo che quando si aprirà il dibattito la manovra prenda un'altra forma. Così è insostenibile e senza risultati", ribadisce il segretario della Cgil.

Posizione analoga da parte del collega Alotti (Uil): "Questa giunta è affetta da strabismo cronico rispetto alle categorie produttive e non verso le famiglie. Non vale solo per il Covid ma è un atteggiamento che avevamo già registrato già nelle precedenti manovre".

Michele Bezzi (Cisl) sottolinea l'eccessivo sbilanciamento a favore delle imprese: "Abbiamo rilevato che questa manovra si concentra molto sulle imprese, credo sia giusto ristorarle ma è giusto pensare anche ai lavoratori, sono due cose che devono andare di pari passo"

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