Pandemia / Le misure

Monitoraggio, il Trentino resta arancione ma ora Fugatti chiede la zona gialla: trend confortante, riaperture possibili fra pochi giorni

L'indice Rt nazionale scende a 0,92, l'incidenza settimanale a 185 casi su 100 mila abitanti. In provincia dati acnora più bassi: 0,8 e 130. Si studiano aggiustamenti dei protocolli per eventuali riaperture nelle prossime settimane di teatri, cinema, bar, ristoranti e palestre

RIPARTENZA L’assist di Salvini a Fugatti: “Covid, il Trentino ha un trend da zona gialla”

ROMA. Premesso che questo mese le zone gialle sono sospese, si attende per lunedì un'Italia più arancione, con almeno cinque regioni che sperano di uscire dalla zona rossa da lunedì prossimo: in testa ci sono Lombardia e Piemonte seguite da Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia e Toscana.

Per il Trentino sarà confermata la permanenza in arancione.

Ma il presidente Maurizio Fugatti si aspetta che nei prossimi giorni da Roma arrivi il via libera per riaperture dopo metà aprile.

Nella conferenza stampa, oggi, alle 12.45, ha sottolineato che i dati in provincia continuano a migliorare da giorni (con un Rt a 0,80 e l'incidenza settimanale dei casi su 100 mila abitanti scesa a 130) e ha anticipato che anche quelli odierni, per quanto non ancora ufficiali, sono confortanti.

Fugatti ha spiegato il governo sta valutandole richieste delle Regioni e dunque nei prossimi giorni potrebbe arrivare qualche novità, mentre "questo non è il momento di forzare la mano da parte nostra, con ordinanze sulle riaperture che sarebbero a forte rischio di impugnazione da parte dello Stato".

Ma a fronte di nuove possibilità, ha spiegato Fugatti, siamo pronti a intervenire per disporre le auspicate aperture dal 20 aprile.

In vista del report sul monitoraggio settimanale che sarà diffuso nelle prossime ore, nella migliore delle previsioni l'Italia conta di poter arrivare a misure meno rigide per due terzi del territorio.

A restare rosse sarebbero però quasi sicuramente Calabria, Campania, Puglia e Valle d'Aosta a cui rischia di aggiungersi la Sardegna.

Diversi territori però, come il Trentino, guardano oltre e sulla base delle cifre attuali dei contagi - a disposizione dei governatori di centrodestra - il segretario della Lega, Matteo Salvini, ha calcolato un trend da zona gialla per almeno sei, tra regioni e province autonome: oltre alla nostra provincia e all'Alto Adige, Veneto, Marche, Umbria, Abruzzo.

Scende intanto anche il valore dell'Rt nazionale a 0,92, la scorsa settimana era a 0,98.

In calo anche il valore dell'incidenza dei casi ogni 100 mila abitanti che arriva a 185 dai 232 della scorsa settimana, dunque ampiamente sotto la soglia dei 250 oltre la quale scatta la zona rossa.

Nel frattempo, si valuta l'inserimento fra gli indicatori più rilevanti ai fini della classificazione (e quindi delle riaperture) del dato sulla percentuale dei vaccinati fra i di residenti appartenenti alle categorie più esposte (over 70 e persone immunodepresse).

Il pressing per accelerare gli allentamenti dei diviti, frattanto, continua: si va dalla richiesta semplicemente di ripristinare dopo il 20 aprile le zone gialle, a quella di  valutare protocolli aggiuntivi per procedere intanto con aperture mirate, per esempio i ristoranti (almeno a pranzo), i cinema, i teatri e le palestre di fitness.

"È un dovere riaprire la seconda metà di aprile, se i dati lo permetteranno. Non si può stare in rosso a vita", ha detto ieri il leader del Carroccio dopo un incontro a palazzo Chigi con il premier, e aggiunge: "con Draghi abbiamo parlato di dati: dove è tranquillo è un dovere ripartire. Draghi lo ha condiviso".

Draghi ha chiarito in conferenza stampa che "è normale chiedere aperture: la migliore forma di sostegno all'economia sono le aperture, ne sono consapevole. Voglio vedere nelle prossime settimane di riaprire in sicurezza a partire dalle scuole, obiettivo è un mese di presenza".

L'elemento fondamentale non è soltanto il calo dei contagi. "Ci sarà una direttiva di Figliuolo" sulle vaccinazioni delle persone fragili "e poi vedremo come inserire con i ministri il parametro delle vaccinazioni delle categorie a rischio tra i parametri che si usano per autorizzare le riaperture, annuncia il presidente del Consiglio, che aggiunge: "è chiaro che per le Regioni che sono molto avanti con i più vulnerabili sarà più facile riaprire".

E pensa anche ad "un piano di riapertura delle fiere e degli eventi" per guardare "al futuro delle prossime settimane".

Il premier, commentando le contestazioni in piazza dei commercianti in questi giorni, ha condannato gli episodi di violenza (i tafferugli di martedì scorso a Montecitorio hanno provocato il ferimento di due poliziotti, ndr) ma - ha specificato - "capisco la disperazione a l'alienazione di chi protesta".

Secondo una stima dell'Associazione nazionale palestre e lavoratori sportivi, molti titolari di strutture sportive hanno deciso di riaprire in barba ai decreti anti-covid e sarebbero giàil 20%.

E continuano in diverse città - da Cagliari a Napoli, passando per Roma - le proteste di ristoratori, ambulanti e lavoratori del settore dei gioco legale.

In alcune regioni si pensa invece già alle prossime vacanze degli italiani e ai concerti.

I presidenti delle due Regioni, Christian Solinas e Nello Musumeci, chiedono al governo Draghi di "avere il coraggio" di andare oltre la proposta di vaccinazione delle sole isole minori del Paese, puntando su Sardegna e Sicilia covid free.

In questo senso un assist arriva dal ministro del turismo, Massimo Garavaglia: "La Grecia ha tante isole e per quello si sta muovendo in quella direzione, noi potremmo farlo. Il punto è creare meccanismi per cui sia semplice circolare. La direzione mi sembra abbastanza chiara".

Sul fronte delle attività culturali, il ministero e le Regioni sono al lavoro per ridefinire per un Piano sui protocolli per la riapertura di teatri, cinema, musei e spettacoli dal vivo. Tra le novità potrebbe esserci l'aumento del numero di spettatori.

Il nuovo documento sarà vagliato dal Cts, per definire una serie di misure a seconda dei colori assegnati ai vari territori.

E i Musei Vaticani hanno già messo nero su bianco le nuove norme per i visitatori: prenotazione obbligatoria, puntualità negli orari di accesso, mascherine, distanziamento di oltre un metro. "Potrà essere disposto l'allontanamento dai Musei di coloro che non seguiranno le disposizioni", avverte la direzione.

"A causa dell'emergenza sanitaria, a partire da lunedì 3 maggio 2021 e sino a diversa disposizione, le visite ai Musei e ai Giardini Vaticani saranno impostate secondo i criteri" stabiliti per la riapertura.

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