Pandemia / La crisi

Riaperture, Degasperi chiama Fugatti: su spostamenti e commercio la Provincia ora acceleri

Il consigliere di Onda civica chiede alla giunta di accantonare il divieto di uscire dai confini comunali previsto per la zona arancione ("Basterebbe copiare l'Alto Adige"). E sulle attività economiche rilancia: "Da Roma restrizioni senza senso, ora consentire a bar e ristoranti l'apertura in sicurezza"

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di Zenone Sovilla

TRENTO. Adesso basta tergiversare: la giunta Fugatti faccia un atto di coraggio e utilizzi gli strumenti dell'autonomia speciale per aprire qualche breccia nel muro delle perduranti chiusure e dei divieti imposti dalle norme anti-covid nazionali.

L'appello arriva dal consigliere provinciale di opposizione Filippo Degasperi (Onda civica), che a piazza Dante chiede innanzitutto uno scatto sul fronte della possibilità di muoversi sul territorio: "Sugli spostamenti - dice all'Adige - dobbiamo copiare fin da subito ciò che avviene in Alto Adige, dove malgrado la zona arancione ora è possibile viaggiare in tutta la provincia a prescindere dalle motivazioni: non si applica più il divieto di uscire dai confini comunali, come disposto dallo Stato.

Al presidente Maurizio Fugatti chiedo di fare altrettanto, restituendo ai cittadini almeno la libertá di movimento sul territorio provinciale, senza i limiti assurdi stabiliti da Roma e del tutto inutili ai fini della prevenzione del contagio.

Fra l'altro, il Trentino Alto Adige sarebbe una Regione, tuttavia, caso unico in Italia, ce la siamo vista cancellare dal governo quando si tratta di applicare queste regole sugli spostamenti vietati. Ecco, sarebbe proprio il caso di rivendicarne con forza l'esistenza e dunque di ripristinare la mobilità libera all'interno almeno di questo ambito regionale".

Come si ricorderà, la mobilità interregionale, che era libera fra zone gialle, è stata sospesa ormai fin dal 21 dicembre scorso (il divieto fu annunciato dal precedente governo come uno stop limitato al periodo natalizio) e nel decreto in vigore da ieri anche l'esecutivo Draghi ha prorogato questa disposizione, portandola al 30 aprile.

Sempre su interpretazione del potere centrale, Trento e Bolzano vengono considerate, ai fini di queste disposizioni, alla stregua di due singole Regioni.

Per quanto riguarda i comuni, nell'autunno scorso, su forti pressioni delle autonomie locali, il governo introdusse un correttivo al divieto generalizzato di uscirne anche in zona arancione: fu varato il criterio del raggio di 30 chilometri "libero" per chi abita in municipi con meno di 5 mila residenti (in Trentino la Provincia ha elevato questo limite a 6 mila). Anche qui, peraltro, è curioso che questi viaggi liberi per 30 chilometri siano consentiti anche oltre i confini regionali, altrimenti "sigillati". Un'altra singolarità nel mare di regole introdotte negli ultimi 12 mesi in Italia.

Degasperi chiede alla giunta provinciale un colpo di reni anche sul fronte del lavoro: "Sulle attività economiche - afferma - abbiamo assistito a imposizioni senza nessuna coerenza (librerie aperte e librai ambulanti in postazione isolata chiusi).

Queste chiusure decise da Roma evidenziano solo l'incapacità di chi governa di individuare soluzioni efficaci per affrontare la crisi in atto da oltre un anno. Troppo semplice obbligare le imprese (quelle senza protettori) a chiudere.

È ora di lasciare lavorare anche ristoranti e bar, visto che hanno giá adottato tutte le precauzioni possibili per abbattere il rischio di contagio. Con la primavera tra l'altro si possono largamente utilizzare gli spazi esterni. Il disastro provocato dalla politica delle chiusure prolungate va affrontato con forza, ricominciando ad aprire in sicurezza, prima che sia davvero troppo tardi".

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