Ambiente / Il punto

Tempesta Vaia, recuperato e venduto il 70% del legname schiantato

Le raffiche più violente hanno provocato danni significativi in particolare nei settori orientali, con quasi 20 mila ettari di superficie forestale fortemente danneggiata ed oltre 4 milioni di metri cubi di legname schiantato

FOTO Una devastazione che ha cambiato il Trentino

TRENTO. A poco più di due anni da Vaia, sul territorio provinciale sono stati aperti 1.255 cantieri che hanno consentito di recuperare e portare alla vendita di circa il 70% del legname schiantato.

L’obiettivo principale è quello di raccogliere gli alberi crollati sotto i colpi della tempesta anche nelle zone più impervie anche per contenere il più possibile la diffusione di parassiti.

Il Servizio Forestale ha dunque portato a completa funzionalità circa 2.300 chilometri di strade forestali mentre sono stati realizzati 88 nuovi piazzali per il deposito di legname. La spesa totale fin qui sostenuta per gli interventi sfiora i 17 milioni di euro. Inoltre, sono stati concessi ai proprietari forestali pubblici e privati contributi per un ammontare complessivo pari a quasi 13 milioni di euro, per condurre ulteriori interventi di ripristino e potenziamento delle infrastrutture forestali danneggiate dal maltempo.

Vaia, la tempesta che ha segnato il Trentino

Il 29 ottobre sulle Dolomiti si scatena la tempesta Vaia. Si abbatte violentemente su diverse vallate del Trentino, travolge drammaticamente quasi tutto il Bellunese e travolge aree dell’Alto Adige. Finora è stato recuperato e venduto il 70% del legname schiantato

Le raffiche più violente della tempesta hanno provocato danni significativi in particolare nei settori orientali, con quasi 20 mila ettari di superficie forestale fortemente danneggiata ed oltre 4 milioni di metri cubi di legname schiantato. Le superfici con il livello più alto di priorità nel recupero della propria funzione protettiva da fenomeni naturali, hanno un’ampiezza totale stimata in 2.500 ettari. Gli alberi schiantati avviati all’utilizzazione alla fine del 2020 avevano un volume complessivo di 2 milioni 880mila metri cubi, pari a circa il 70% del legname colpito da Vaia.

Considerando che circa 450mila metri cubi non saranno recuperabili perché posti in luoghi inaccessibili, il materiale raccolto ed utilizzabile equivale al 79% del patrimonio schiantato effettivamente recuperabile. Un risultato importante, reso possibile grazie all’impegno profuso dai proprietari forestali (in particolare Comuni e Asuc) e dai relativi custodi, oltre che dagli operatori del Corpo forestale. L’obiettivo è di rimarginare questa ferita con azioni mirate e puntuali.

Vivai forestali.

La “rinascita” delle foreste viene resa possibile dall’impiego di 150 mila piantine nel solo 2020. In questi due anni e mezzo la richiesta di piante forestali è straordinariamente incrementata e ha comportato l’adozione di una specifica programmazione, tuttora in fase di adeguamento. Le principali specie coltivate all’interno dei vivai del Casteller e di località San Giorgio a Borgo Valsugana - di proprietà della Provincia - sono larice, abete rosso e faggio. A fronte delle risorse disponibili in termini di superfici coltivabili, materiale forestale impiegabile e personale addetto, si è ritenuto necessario sviluppare rapporti di collaborazione con la Magnifica Comunità della Val di Fiemme e con l’ente che gestisce i vivai forestali del Tirolo.

Per quanto riguarda il 2021, si prevede una disponibilità totale nell’arco della stagione di circa 355 mila piantine, per la maggior parte larice e abete rosso a cui si aggiungono in minor quantità pino cembro, faggio e altre latifoglie. Le proiezioni per i prossimi due anni dipenderanno dalla raccolta dei semi: l’obiettivo sarà comunque la produzione di una maggiore quantità di piante latifoglie come tiglio, acero e sorbo, accanto al larice. La produzione nel 2023 potrebbe raggiungere le 480 mila unità.

Bostrico tipografo.

Il rischio di infestazioni di bostrico tipografo a due anni da Vaia continua ad essere elevato. Per questo motivo è fondamentale proseguire l’attività di monitoraggio su tutto il territorio provinciale per seguire fin da subito eventuali pullulazioni, definire le priorità di intervento e le modalità più idonee per il contenimento dei danni. L’individuazione precoce degli alberi infestati e il loro immediato abbattimento, seguito da esbosco o scortecciatura, costituiscono nell’insieme la più efficace misura di lotta contro il bostrico. 

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