Ianeselli: «Sulle aree inquinate di Trento nord non molliamo, vanno bonificate»

La melina continua. Su Trento Nord, sulle aree inquinate ex Sloi ed ex Carbochimica da bonificare, va avanti così. Da decenni. Il 23 settembre scorso, il ministro dell'ambiente Sergio Costa , quello pronto a scattare e a indossare la maglietta dell'orso M49, ha dato segni di vita, dopo gli annunci roboanti e senza effetto del febbraio 2019. Ha ordinato al Consorzio di bonifica e sviluppo di Trento Nord, che riunisce i proprietari ( Mit-Tosolini , Tim-Albertini e Imt-Dalle Nogare ) di predisporre ulteriori approfondimenti ambientali sulla situazione degli inquinanti (idrocarburi sull'ex Carbochimica, piombo tetraetile e derivati sui terreni ex Sloi), e di farlo entro 120 giorni. I quattro mesi sono passati e le ulteriori analisi non sono state eseguite, perché il Consorzio si è opposto. Melina continua, appunto.
Ci sono però due fatti nuovi: la nuova amministrazione comunale non ha alcuna intenzione di lasciare aperta la "ferita", il "cancro" (così l'ha definito il sindaco Franco Ianeselli ) delle aree inquinate; l'accelerazione del progetto di bypass ferroviario nell'ambito del Corridoio del Brennero, e i binari da abbassare in trincea interferiscono con le aree inquinate. A fine dicembre, il sindaco Ianeselli, assieme agli assessori Monica Baggia (urbanistica) ed Ezio Facchin (transizione energetica e mobilità) ha voluto incontrare i tre proprietari, che invece non hanno più avuto interlocuzioni con l'assessore all'ambiente della Provincia, Mario Tonina . I rapporti con l'Appa, del resto, non sono affatto idiallici: alla proposta di chiudere la partita della bonifica con una soletta di cemento che eviti scavi pericolosi e, soprattutto, costosi, la Provincia, con l'Appa, si è sempre opposta.
Cosa è emerso, sindaco, dall'incontro con il Consorzio di bonifica?
«È un incontro che ho sollecitato io. Questa è un vicenda che qualcuno ha definito "transgenerazionale", a dire di quanto tempo è trascorso. È stata l'occasione per conoscersi».
Vogliamo capire, sindaco, se sarà affrontata una volta per tutte...
«Sul tavolo ci sono tre questioni: la prima è l'iniziativa del ministro. Non mi pare sia stata gradita, né i proprietari hanno apprezzato che il ministro sia venuto a Trento, abbia parlato con tutti, e non con loro».
E la seconda questione?
«La variante al Prg, approvata nella scorsa consiliatura, che ha tolto il vincolo della unitarietà delle aree inquinate di Trento Nord. Ora ci sono quattro lotti: due nel Sin (sito in interesse nazionale, ex Carbochimica ed ex Sloi, ndr) e due esterne. È oggettivamente una svolta: lo "spacchettamento" permette di intervenire, di movimentare la zona. Si è superato il tabù del tutto o niente».
Sequenza spa (Gruppo Podini), proprietaria del lotto a valle della ex Sloi, ha presentato un progetto di edificazione, supermercato e altro?
«Ufficialmente, no. C'è una interlocuzione in corso».
È un investimento del tutto privato, quello di Sequenza...
«Sì, ma si può immaginare qualcosa di pubblico. La collaborazione pubblico-privato è il mood dei nostri tempi. Così è stato con il Poli in via Brennero e con la cittadella del vino del gruppo Ferrari a Ravina».
Ha avuto interlocuzioni con il ministro Costa, in questi mesi?
«No, nessuna».
Ha parlato di tre questioni: qual è la terza?
«Il progetto della circonvallazione ferroviaria, che ha subìto una accelerazione e che interessa questa parte di città».
Cosa vuol dire?
«L'ipotesi è che i lavori della circonvallazione, dall'ex scalo Filzi, produrranno delle conseguenze sulle aree inquinate».
Quali?
«È presto per dirlo. Ma sono aree adiacenti, prossime».
Qual è la sua idea in proposito?
«Quella di riunire attorno ad un tavolo tutti i soggetti interessati e, rispetto al grande progetto ferroviario, valutare quale sia il migliore utilizzo delle aree, quanto c'entrano e quali funzioni potrebbero ospitare».
Ma lì sotto c'è l'inquinamento. E se si scava...
«Gli approfondimenti sono in corso».
Chi li sta facendo?
«I soggetti coinvolti. Noi facciamo la nostra parte, Rfi fa la sua, la Provincia idem».
L'abbassamento in trincea dei binari dalla zona Magnete, a nord, avrà un impatto.
«Noi diciamo che è necessario procedere alla bonifica. Ma, ripeto, è importante è che ci sia una valutazione congiunta dei soggetti interessati su come procedere».
Nel febbraio 2019, il ministro Costa aveva ventilato di attivare il potere sostitutivo di fronte alle inadempienze del Consorzio. Ne avete parlato?
«Sì. È chiaro che, con i loro strumenti, si sono opposti».
Sono passati decenni, sindaco. Sarà fatta la bonifica?
«Bisogna! Noi abbiamo la certezza che si fa la circonvallazione ferroviaria e che c'è un parte di città da rigenerare. Pensare di farlo lasciando le aree inquinate è semplicemente assurdo».
Il problema, a questo punto, è chi la fa. E chi paga.
«È presto per dare una risposta. Prima, esploriamo le ricadute che avranno i lavori della circonvallazione sulla zona e sulle aree inquinate, operando con un disegno forte che abbia chiare quali saranno le funzioni pubbliche e private».
Nei giorni scorsi, nella seduta congiunta delle commissioni urbanistica e ambiente, gli assessori Baggia e Facchin hanno parlato del "grande progetto" ferroviario. Ma non hanno fornito nulla di scritto, nemmeno la relazione, approvata in giunta in dicembre, sull'impatto urbanistico dell'interramento dei binari. Cosa aspettate a renderlo pubblico e a praticare la trasparenza sui progetti che trasformeranno la città?
«Lo faremo il prima possibile, perché non c'è nulla da nascondere. C'è solo un vincolo che vogliamo rispettare: procedere congiuntamente con gli altri due soggetti, Rfi e Provincia. La partecipazione e la trasparenza sono essenziali affinché il grande progetto abbia un compimento positivo».
Com'è finito l'incontro con i privati del Consorzio di bonifica?
«È chiaro che le previsioni dell'attuale Prg (dai 320 mila ai 500 mila m³ di volumi, ndr) sono irrealizzabili. Altrettanto chiaro che a Trento Nord c'è una ferita da sanare. Una parte di città è rassegnata, non crede che ci sarà una soluzione. Il nostro obiettivo è opposto. Nessuna rassegnazione. Il problema delle aree inquinate va risolto».

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