Dal 7 gennaio in classe solo metà studenti La proposta dei presidi alla Provincia

di Denise Rocca

Prudenza. È quella che chiedono i dirigenti scolastici alla Provincia nel valutare il rientro a scuola di gennaio.

In un incontro con l'assessore provinciale all'istruzione Mirko Bisesti , i dirigenti scolastici trentini hanno infatti chiesto che al rientro si valuti un parametro del 50% di studenti in presenza e l'altra metà prosegua con la didattica a distanza. «Un parametro che è più prudenziale rispetto al 75% di cui parla il Dpcm del governo» spiega Paolo Pendenza , coordinatore dei dirigenti trentini «alla luce di quanto è accaduto a settembre quando siamo rientrati al 100% per poi, nemmeno un mese e mezzo dopo, dover tornare tutti alla didattica a distanza. Un rientro più graduale crediamo sia maggiore garanzia di poter proseguire con un'organizzazione». Su quali fasce d'età o classi far rientrare per le lezioni a scuola e quali mantenere ancora in distanza, i dirigenti chiedono autonomia agli istituti di organizzarsi.

«Abbiamo avuto un riscontro positivo alle nostre proposte» prosegue Pendenza «da parte dell'assessore che ci aveva convocati per avere il nostro parere sul da farsi con il rientro di gennaio». Altro tema imprescindibile è quello dei trasporti, sui quali si è discusso parecchio anche prima dell'apertura di settembre. Sono i sindacati a chiedere garanzie precise.

«Riaprire la scuola in presenza per tutti gli studenti è una priorità assoluta. Proprio per questa ragione da qui al 7 gennaio non sono ammesse sottovalutazioni né leggerezze, soprattutto nella riorganizzazione del trasporto pubblico».

È quanto affermano i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil intervenendo nel dibattito sul rientro di gennaio a scuola, auspicando un rientro in presenza esteso anche agli studenti delle scuole superiori.

«L'obiettivo deve essere riaprire per restare aperti, non certo per chiudere dopo un paio di settimane» affermano Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti «Per questa ragione non si può correre il rischio di ripetere gli errori organizzativi di settembre che hanno poi determinato la didattica a distanza per tutti i ragazzi delle scuole superiori. Crediamo sia necessario riorganizzare il trasporto pubblico, aumentando il numero di mezzi per raggiungere l'obiettivo della capienza massima al 50 per cento». Una richiesta di aumento di pullman e bus arrivata già in estate dalla Consulta provinciale dei genitori, ma caduta nell'oblio davanti ai dati promettenti sulla pandemia con i quali si è aperto l'anno scolastico. «Non riteniamo accettabile che per tutto l'anno scolastico gli studenti abbiano una scuola a fasi alterne» aggiungono i sindacati «per questa ragione chiediamo alla Provincia e a Trentino Trasporti di attivarsi da subito coinvolgendo anche tutti i soggetti del trasporto privato». Servirsi dei privati, peraltro in difficoltà visto lo stop dei viaggi, non è idea nuova ma fino ad ora non è stata accolta.

«Se come sembra in un primo periodo il rientro in classe sarà graduale e dunque sarà più facile gestire la pressione sui trasporti» concludono Cgil, Cisl e Uil «non si possono comunque evitare scelte indispensabili per aumentare corse e numero di mezzi».

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