Fa troppo caldo, in fabbrica gli operai scioperano un'ora: alla Dana calore insopportabile

Un’ora di sciopero alla fine di ogni turno è stato proclamato oggi alla Dana di Arco per protestare contro il caldo eccessivo in cui si lavora nello stabilimento. Lo ha deciso la Rsu composta da delegati Fiom, Fim e Usb.
La protesta è scattata dopo che i sindacati hanno posto all’attenzione della direzione aziendale la questione dei picchi di calore senza ottenere grandi risultati, osservano i sindacati. «È vero che ai lavoratori delle macchine sono stati concessi cinque minuti di pausa aggiuntiva, ma questi sono tenuti comunque a mantenere identica la produzione, quindi caricano di più sui ritmi di lavoro. Ci sono inoltre reparti dove non vengono messi a disposizione nè acqua nè sali minerali», si legge in una nota sindacale.

Di fronte all’ondata di caldo, secondo il sindacato Fim Cisl del Trentino occorre un piano di intervento straordinario che coinvolga non solo gli addetti in edilizia e agricoltura, ma anche quelli delle fabbriche «dove sono stati raggiunti livelli elevati di rischio».
«A tre anni di distanza dall’avvio della nostra campagna Sos Calore nelle fabbriche metalmeccaniche, dal 2017 ad oggi - si legge in una nota - i risultati raggiunti in termini di miglioramento delle concrete condizioni di lavoro in occasione di ondate di calore sono significativi in alcune aziende ma in generale ancora insufficienti in termini di tempestività, efficacia e diffusione». «Temperature e umidità elevate, fonti aggiuntive di calore e umidità rilevanti legate ai macchinari di produzione, lavori fisici pesanti, inadeguata idratazione e programmazione di pause, abbigliamento pesante e poco traspirante, scarsissima consapevolezza del rischio e di informazione a tutti livelli di responsabilità rappresentano i principali fattori di rischio oggettivo da affrontare», sottolinea la Fim Cisl.

In considerazione dell’ondata di caldo prevista in questi giorni, il sindacato Uila-Uil del Trentino raccomanda la massima attenzione ai lavoratori, in particolare quelli occupati nel comparto del «Progettone» e impegnati perlopiù all’aperto.

«È importante mettere in atto tutti i provvedimenti per la tutela di una fascia di lavoratori particolarmente a rischio, non fosse altro che per una questione di età, essendo molto spesso ‘over 60’», osserva la Uila-Uil chiedendo pertanto di «fornire a tutti i lavoratori in questione la possibilità di usufruire agevolmente di acqua e sali minerali, ma anche di considerare un anticipo dell’orario di lavoro allo scopo di evitare, per quanto è possibile, l’esposizione diretta al sole nelle ore più calde e la possibilità di sospendere l’attività lavorativa in caso di temperature particolarmente elevate, sospensione già prevista per i lavoratori occupati in edilizia al superamento dei 34 gradi, anche se solo percepiti».

Nei giorni scorsi, vista l’allerta, l’Unità operativa di prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro dell’Azienda provinciale per i servizi sanitari (Apss) di Trento e la Federazione lavoratori delle costruzioni Feneal-Uil, Filca-Cisl e Fillea-Cgil si sono incontrate con l’obiettivo di impegnarsi nella prevenzione del rischio da caldo nei settori edile ed estrattivo, in considerazione delle ormai frequenti ondate di calore che coinvolgono, in particolare, i lavoratori che operano all’aperto.

Secondo l’Azienda sanitaria, serve sempre una maggiore attenzione ai rischi per la salute dei lavoratori dei settori edile ed estrattivo (cave di porfido e altri materiali), maggiormente esposti alle alte temperature. Per questo all’incontro hanno partecipato anche le rappresentanze dei datori di lavoro (Associazione degli industriali-sezione porfido, Associazione trentina dell’Edilizia-Ance Trento e Associazione artigiani categoria edilizia) e il Servizio minerario della Provincia autonoma di Trento.

Dall’incontro è emerso l’impegno a mantenere alta l’attenzione sul tema, anche attraverso ulteriori iniziative di controllo, coinvolgendo altri soggetti e altri settori lavorativi a rischio.

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