Valsugana senza pace: adesso tocca al viadotto dei Crozi

Per chi ogni giorno percorre la statale della Valsugana questa estate si annunciano mesi di passione

di Flavia Pedrini

Ieri mattina c’è stato un “assaggio”, con la chiusura del tunnel di Martignano, ma per chi ogni giorno percorre la statale della Valsugana questa estate si annunciano mesi di passione. E non solo per il caldo.

In luglio partiranno infatti i lavori per la sistemazione del viadotto di Ponte Alto, che precede la galleria dei Crozi che porta in Valsugana (foto Paolo Pedrotti). L’intervento è finalizzato a consolidare il manufatto, che risale agli anni Settanta, e adeguarlo alle normative antisismiche. Si tratta di un’opera da 4 milioni di euro, cofinanziata con fondi europei, che richiederà 540 giorni di lavorazione, secondo quanto previsto nel capitolato d’appalto.
Giorni in cui la strada, che in quel tratto è a due corsie a senso unico in direzione Pergine, dovrà spesso essere ridotta.

Inutile dire che, tra chi ogni giorno percorre la statale, il timore di rimanere in coda per ore è alto. Ma c’è anche chi segnala possibili rischi legati all’uscita dei veicoli dalla galleria di Martignano, che finirebbero poi in una sorta di imbuto.

I disagi per i pendolari saranno inevitabili, ma la Provincia ha definito un piano che punta a ridurre gli effetti del cantiere sulla circolazione. Da una parte è previsto il ripristino del vecchio tracciato sotto la roccia. Usciti dal ponte di Martignano o dalla rotatoria di Ponte Alto i veicoli leggeri, automobili, furgoni e motociclette diretti verso Pergine, all’altezza del viadotto si terranno sulla sinistra, imboccando la vecchia e tortuosa strada, per rientrare poi sul tracciato solito all’imbocco della galleria. I veicoli pesanti invece, camion e corriere, continueranno a viaggiare sul viadotto dove una corsia sarà sempre agibile.
 Il cantiere ha una durata di oltre 500 giorni, ma i problemi maggiori per chi percorre la statale dovrebbero essere limitati ad un paio di mesi, ovvero quando l’intervento interesserà anche la sede della vecchia statale: in questo periodo, che dovrebbe cadere quando il traffico è meno intenso, tutti i ventimila mezzi che in media transitano ogni giorno, dovranno dunque passare in colonna unica.

La soluzione proposta dalla Provincia - ovvero la scelta di tenere comunque sempre aperta una corsia di marcia - comporta un aumento dei costi complessivi, ma renderà comunque meno impattanti gli effetti sulla circolazione. E la sistemazione della vecchia statale tornerà alla fine utile, perché un tratto di quella strada sarà utilizzato come tracciato per la pista ciclabile destinata a collegare la città con la Valsugana, opera già appaltata ma la cui costruzione sarà coordinata in quel tratto coi lavori al viadotto.
E proprio la consapevolezza che un simile cantiere ha ricadute sulla viabilità, ha portato la Provincia ad inserire condizioni particolari nel capitolato d’appalto, con la presenza di addetti a controllo e posizionamento della segnaletica.

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