Si infatua della giovane parrucchiera. Accusato di stalking

È a processo per stalking un uomo finito nei guai perché il suo corteggiamento ad una giovane parrucchiera è risultato sgradito, anzi molesto.

Gli atti persecutori contestati nel capo di imputazione appaiono di poco conto: offerte di bere un caffè, un paio di telefonate,  «appostamenti» davanti al salone nella speranza di scambiare due chiacchiere con la ragazza. Ma è comprensibile il disagio, e in un’occasione, anche la paura della giovane parrucchiera visto che lui, cinquantenne, doppiava per età la ragazza di cui forse si era infatuato. 

La vicenda è approdata ieri in Tribunale, ma il processo è stato rinviato. I fatti contestati, accaduti in un sobborgo di Trento, risalgono all’estate dell’anno scorso.

L’uomo è finito a giudizio per aver invitato, dopo il taglio dei capelli, la ragazza a bere un caffè. Invito che veniva fermamente rifiutato.

La parrucchiera pensava di aver messo le cose in chiaro, ma nei giorni successivi ha dovuto far fronte più volte al corteggiamento indesiderato del cliente. L’imputato è accusato di aver telefonato per due volte alla ragazza sul luogo di lavoro e in entrambi i casi è stato messo la suo posto dalla titolare del salone. In questo quadro anche un pensiero «gentile» come il regalo di una composizione di caramelle, risultava sgradito come una molestia. In un’altra occasione la vittima si trovava faccia a faccia al supermercato con il corteggiatore  che chiedeva di poter parlare con lei per pochi minuti. Richiesta che veniva declinata con fermezza. 

L’episodio più preoccupante, però, è la frase che l’odierno imputato ha pronunciato parlando con la titolare del salone che invitava l’uomo ad andarsene e a non disturbare ancora la sua dipendente: «Quando esce lei comunque sarà da sola...», frase in questo contesto inquietante. E infatti vennero chiamati i carabinieri. Il corteggiatore molesto ora è accusato di stalking perché le sue condotte avrebbero costretto la giovane parrucchiera a cambiare le sue abitudini di vita. Questo perché in un’occasione la ragazza, vedendo aggirarsi il molestatore, invece di aprire il salone rimase barricata in macchina. 

La difesa, sostenuta d’ufficio dall’avvocato Giuliano Valer, ribatte che, per quanto spiacevoli, i fatti contestati non configurano il reato di stalking (che prevede pene severe, con la reclusione da 6 mesi fino a 5 anni), ma semmai un’ipotesi di molestie. Ora la parola passa la giudice.

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