Profondo lutto in Primiero per la scomparsa di Zanin

Era più di un rispettato concittadino, Gianandrea Zanin. Il 74enne scomparso tragicamente ieri mentre cercava funghi, era un personaggio che per la sua generosità e simpatia era entrato nel cuore di tutti.

In paese a Tonadico dove abitava, ma anche a Fiera di Primiero dove ha gestito per decenni un’attività di radioelettrica, per la sua abilità con le tecnologie e l’elettronica lo chiamavano «el Nasa», proprio come l’agenzia spaziale americana. «Senza timore di essere smentita - racconta Santina Scalet, amica di vecchia data - posso dire che lo conoscevano tutti da San Martino di Castrozza a Canal San Bovo. Il mio ricordo è quelllo di una persona simpatica, schietta e molto generosa. Sembrano frasi fatte, ma lui era davvero così. Sono molto addolorata per la sua scomparsa improvvisa».

Per decenni Zanin aveva gestito, nel centro di Fiera, un negozio di elettrotecnica: vendeva elettrodomestici ma soprattuto riparava di tutto accogliendo i clienti con il suo grembiule blu e un sorriso. «Era abilissimo con tutto quello che riguardva l’energia elettrica - ricorda ancora Santina Scalet - era un talento che amava trasmettere. La sua bottega infatti era sempre piena di giovani che negli anni che furono gli chiedevano di imparare il mestiere. E lui era sempre disponibile ad insegnare».

Zanin era una persona creativa. A metà degli anni Settanta fu il primo a lanciare in Primiero una radio libera. «È sempre stato un generoso - ricorda l’ex sindaco di Tonadico Aurelio Gadenz - lui e il fratello non facevano mai mancare il loro aiuto quando si organizzavano eventi e gare. Allestivano impianti di amplificazione che furono tra i primi ad introdurre nelle nostre valli. Era sicuramente una persona molto ben voluta da tutta la comunità».

Dopo il pensionamento, arrivato quando ormai aveva oltre 70 anni, Zanin aveva potuto dedicarsi alle altre sue passioni: passeggiava sulle montagne intorno a casa, raccoglieva funghi, curava l’orto nella casa di via Castelpietra a Tonadico. Spesso tornava anche al Caffè Aquila Nera, a Fiera, che si trova a pochi metri da dove «el Nasa» aveva la sua bottega. Le titolari lo ricordano ancora con affetto: «Era una persona squisita e particolare. Quando aveva la bottega magari metteva il cartello torno subito e si rifaceva rivedere dopo un’ora, ma se avevi bisogno era sempre pronto a farsi in quattro».

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