A22, via libera alla società pubblica Parere favorevole del Consiglio di Stato

Il Consiglio di Stato ha espresso parere favorevole sull'affidamento della concessione dell'autostrada del Brennero da parte del Ministero delle Infrastrutture ai 17 soci pubblici della tratta riuniti in una società in house, cioè completamente pubblica. Con questo parere il collegio di Palazzo Spada ha accolto le argomentazioni sostenute dai presidenti delle Province di Bolzano Arno Kompatscher e di Trento Ugo Rossi nei confronti della tesi sostenuta dal Ministero sulla natura e le caratteristiche giuridiche della società in house. Nei giorni scorsi la giunta provinciale altoatesina ha varato la norma per la costituzione della nuova società (newco). Ieri la giunta regionale e la giunta provinciale di Trento l'hanno inserita ciascuna nei propri provvedimenti di assestamento di bilancio.

Dopo l'approvazione dei rispettivi consigli, gli enti pubblici andranno dal notaio per la costituzione formale della nuova società, a cui parteciperanno anche gli altri enti locali dell'asse Modena-Brennero. La newco dovrebbe diventare la nuova concessionaria dell'A22, a cui l'attuale Autobrennero, partecipata al 14,15% da soci privati, conferirebbe la parte autostradale. A meno che nel frattempo non si trovi un'intesa sull'uscita e la liquidazione degli azionisti privati, Serenissima Partecipazioni (A4 Holding, oggi della spagnola Abertis a sua volta in fase di cambio societario), Banco Bpm, Infracis, Condotte (che ha chiesto il concordato), che consentirebbe di rendere in house l'attuale concessionaria (in proroga).

Se invece concessionaria fosse la newco, l'attuale Autobrennero potrebbe rimanere in attività, con o senza i soci pubblici, per gestire le altre partite in capo alla società, dal trasporto ferroviario e intermodale alle nuove tratte autostradali da realizzare come Cispadana e Ferrara-mare. Sulla newco il Consiglio di Stato ha chiarito che l'affidamento della concessione a una società interamente pubblica avverrà nell'ambito di un accordo interistituzionale o pubblico-pubblico. Per questa ragione la società in house, non risultando affidataria diretta della concessione, va considerata semplicemente «un modulo organizzativo» per la gestione dei rapporti fra enti concessionari e Ministero. I giudici hanno quindi accolto le argomentazioni di Trento e Bolzano sul fatto che questa specifica società in house non vada iscritta nell'apposito registro nazionale e nell'elenco dell'Anac (Autorità anticorruzione) e sul fatto che non vi sia bisogno della valutazione di congruità in presenza di una legge che la prevede, la legge di bilancio nazionale 2018.

Il Consiglio di Stato ha ribadito che il ricorso alla società in house «deve avvenire nel rispetto del quadro eurounitario, che prevede un controllo effettivo da parte del concedente sul soggetto che effettivamente gestisce la concessione». Sulle forme di questo controllo «analogo», tuttavia, la trattativa è aperta: maggioranza o meno di rappresentanti del governo in cda, istituzione di un consiglio di sorveglianza in cui è presente il governo per definire insieme le decisioni strategiche.

«Il parere del Consiglio di Stato è un fondamentale passo in avanti verso l'assegnazione della nuova concessione A22 - afferma il presidente della Provincia di Bolzano e della Regione Arno Kompatscher - Tale pronunciamento ci fornisce ora una base solida per operare concretamente, mettendo in atto le azioni necessarie per la costituzione della società».

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