Sanità, sempre più bersagli centrati Bene tagli cesarei e tempi di attesa

Come vanno le performance del nostro sistema sanitario? Come giudicano la nostra sanità organismi terzi? Secondo la Scuola superiore Sant'Anna di Pisa, rispetto al 2016 in Trentino sono migliorati il 51% degli indicatori, peggiorati il 33,3% e rimasti stabili il 16%. 

Questo emerge dai risultati 2017 del Sistema di valutazione dei sistemi sanitari regionali presentati a Venezia dal laboratorio Management e sanità. Lo studio mette a confronto le «performance» di 12 sistemi sanitari regionali (Basilicata, Calabria, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Lombardia, Marche, Puglia, Toscana, Umbria, Veneto e le due Province autonome di Trento e Bolzano), misurandone oltre 300 indicatori. L'obiettivo del sistema di valutazione è monitorare la capacità di miglioramento della gestione dei servizi sanitari, ossia l'appropriatezza, la qualità dei processi e l'efficienza delle aziende.

 

«I dati del Sant'Anna - ha sottolineato l'assessore alla salute e politiche sociali Luca Zeni - mettono in luce la qualità del servizio sanitario trentino, anche rispetto alle altre regioni italiane e indicano gli ambiti in cui il nostro sistema è chiamato a migliorarsi, per essere in grado di rispondere adeguatamente ai rinnovati bisogni di salute di una popolazione sempre più anziana e interessata da patologie croniche. Un quadro che conferma come la strada intrapresa sia quella giusta e che dovrebbe sollecitare maggiore cautela in chi vuole rappresentare con negatività la sanità trentina. Al contempo - ha proseguito Zeni - l'analisi del Sant'Anna rappresenta uno stimolo a metterci ulteriormente in gioco. Dobbiamo saper leggere e interpretare con lungimiranza questi cambiamenti e riadattare le politiche sanitarie, ripensando in particolare il rapporto tra la medicina ospedaliera e quella territoriale e potenziando i servizi al di fuori delle strutture ospedaliere». 

Le migliori performance del sistema sanitario trentino si registrano nella percentuale di parti cesarei ? la migliore in assoluto tra le performance di tutte le regioni analizzate - e nei tempi di accesso dei codici gialli al pronto soccorso, con una media di 30 minuti (in miglioramento rispetto all'anno scorso). Buoni risultati si evidenziano nella gestione della spesa farmaceutica, in particolare territoriale (prescrizioni di farmaci) e nei tempi di attesa dell'oncologia chirurgica e in generale negli screening oncologici. Buoni risultati arrivano anche dalle cure palliative e domiciliari, dalla gestione delle cronicità e dalla donazione di organi, e si confermano le ottime performance dell'area pediatrica e materno-infantile. Confermata anche l'ottima performance in riferimento alle fratture del collo del femore operate entro due giorni, che colloca la Provincia autonoma di Trento tra le migliori.
Altri ambiti evidenziano invece la necessità di migliorare: è il caso del livello di copertura vaccinale. Si segnalano comunque i miglioramenti sulle coperture vaccinali (esavalente, antinfluenzale per operatori sanitari, morbillo-parotite-rosolia, antimeningococco, antipneumococco); i peggioramenti in questo ambito si registrano solamente sulle coperture antinfluenzale anziani e HPV, dove i tassi rimangono molto bassi. Un altro indicatore migliorabile fa riferimento agli abbandoni al pronto soccorso, dato però che va necessariamente contestualizzato e incrociato con gli accessi impropri e il numero dei codici bianchi e verdi.
Gli indicatori relativi ai costi rimangono tra i più elevati d'Italia assieme a Bolzano. «In questo senso va ricordato che il maggior costo della sanità in Trentino - fa presente l'ufficio stampa della Provincia - è legato alle maggiori prestazioni assicurate dalla Provincia autonoma di Trento ai propri residenti e al maggior costo del personale».
Soddisfatto dei risultati anche il direttore dell'Azienda sanitaria Paolo Bordon che ha evidenziato l'elevato numero di «bersagli» centrali. A livello nazionale il 60% delle Regioni ha migliorato le proprie prestazioni, nel 13% dei casi sono rimaste stazionarie e solo il 27% le ha peggiorate.
Il risultato più positivo in termini di miglioramento degli indicatori l'ha ottenuto il Veneto dove il 60% registra un trend positivo. Sopra il 50% di positività in più, oltre a Trento, ci sono Toscana, Puglia, Liguria e Umbria.

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