Muffa e cibi scaduti: barista nei guai Controlli dei Nas in Valsugana In Val Rendena goulash con batterio

di Flavia Pedrini

Chissà che sapore avevano i panini con la pancetta o il formaggio, piuttosto che i dolci farciti con la panna montata? Certo è che, se i clienti di un bar della Valsugana avessero potuto buttare un occhio in cucina e vedere le materie prime utilizzate, nella migliore delle ipotesi avrebbero girato i tacchi.

Già, perché tra muffe e cibi scaduti, anche al più famelico dei clienti si sarebbe chiuso lo stomaco, visto quanto emerso da un controllo fatto dai carabinieri del Nas di Trento. Una verifica di routine, conclusasi con una denuncia a carico del titolare del locale.
In agosto, invece, il controllo dei militari in una malga della val Rendena era scattata dopo la segnalazione fatta da alcuni clienti, che si erano sentiti male dopo un pranzo a base di polenta e gulash.

I campioni di carne prelevati quel giorno hanno indicato che, all'origine dei malesseri, c'era la presenza di batterio, legato alla cattiva conservazione della carne. Anche in questo caso il ristoratore ha rimediato una denuncia.

Ma andiamo con ordine. Il primo controllo dei militari del Nucleo antisofisticazione dell'Arma hanno riguardato un bar della Valsugana. Le verifiche, come da prassi, riguardano il rispetto degli standard di sicurezza richiesto per chi serve cibo. Sotto la lente, dunque, finiscono sia la pulizia dei locali, che la lavorazione e conservazione degli alimenti, oltre che la documentazione che ne attesta caratteristiche e provenienza.

In questo caso i carabinieri hanno trovato un pezzo di pancetta avariato, dal colorito giallo e una serie di bombolette di panna spray scadute, lasciate aperte e con il beccuccio ricoperto di muffa. Dietro al bancone c'erano inoltre vasetti di sottaceti e salse conservati a temperatura ambiente, anziché in frigorifero e lasciati aperti. In frigo c'era inoltre un pezzo di formaggio scaduto ricoperto di una muffa verde. Per il barista è scattata una denuncia per violazione dell'articolo 5, lettera B, della legge 283 del 1962, che riguarda la Disciplina igienica della produzione e della vendita delle sostanze alimentari e delle bevande e vieta di detenere per vendere o somministrare alimenti in cattivo stato di conservazione.

E nei guai è finito anche un ristoratore della Rendena, che in agosto aveva già rimediato una duplice contravvenzione: per le scarse condizioni igieniche dei locali in cui veniva preparato il cibo e per la presenza di una seconda cucina all'aperto, che non rispettava le norme richieste. Quella verifica era scattata dopo la segnalazione fatta da una famiglia, che si era sentita poco bene dopo avere mangiato polenta e gulash. Per questo i carabinieri avevano prelevato alcuni campioni di cibi. Gli esami hanno riscontrato nella carne la presenza del Clostridium perfringens, un batterio protagonista di numerosi avvelenamenti da cibo, che causa problemi gastrointestinali e che si sviluppa se l'alimento non viene conservato correttamente. Per il titolare è scattata la denuncia per avere somministrato alimenti «invasi da parassiti, in stato di alterazione o comunque nocivi». (articolo 5, lettera D).

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