Inglese e tedesco in scuole materne e nidi

di Angelo Conte

È ripartito l’altro il progetto di accostamento linguistico a tedesco e inglese di altri 100 tra asili nido e scuole materne. Dopo la vittoria al Consiglio di Stato che aveva sbloccato il bando triennale per il trilinguismo per i bambini della fascia da 0 a 6 anni, l’altro ieri sono diventati operativi i 63 assistenti linguistici selezionati dai vincitori della gara della Provincia, ossia la trentina Isit (Istituto per interpreti e traduttori) e la Cieffe.

«Siamo riusciti a ricontattare 63 persone - afferma Davide Defant responsabile di Isit - e a avviare da questa settimana l’accostamento linguistico nelle scuole e negli asili nido che erano previsti».

Inizialmente c’era un contingente di 70 assistenti linguistici che era stato selezionato per coprire circa 100 scuole materne e asili. Ma, dopo la vittoria di Isit e Cieffe srl, i ricorsi al Tar e al Consiglio di Stato hanno causato un ritardo di circa sei mesi sulla tabella di marcia e alcune delle professionalità che erano state convinte a partecipare alla seconda fase del trilinguismo per gli asili nido e le scuole materne della provincia avevano cercato e trovato, nel frattempo, un’altra occupazione.

Uno dei problemi maggiori, confemano all’Isit, è stato proprio quello di arrivare a ricontattare le persone selezionate in precedenza o nuove professionalità in sostituzione di quelle che avevano trovato un’altra occupazione. Ma, alla fine, dopo alcune settimane dalla prima riunione dopo la sentenza del Consiglio di Stato a fine gennaio, Isit e Cieffe, assieme alla Provincia, sono riusciti a contrattualizzare 63 assistenti linguistici. Grazie al fatto che molti di questi ultimi sono stati assunti con un contratto orario a tempo pieno, di fatto, spiega Defant, «è come se avessimo a disposizione 70 persone».

Visto che i nuovi assistenti linguistici sono inseriti a progetto educativo in corso, sia negli asili sia nelle scuole materne, per quest’anno il loro compito, spiega Defant, di «intervenire in punta di piedi, affiancando gli educatori, per l’accostamento dei bambini alle lingue. Dal prossimo anno scolastico, quando si avvierà l’iniziativa con il mese di ottobre potremo mettere in pratica il progetto educativo che abbiamo presentato».

Le 100 scuole materne e asili nido che vengono coinvolti dall seconda fase si aggiungono a quanto già messo in campo sul fronte del trilinguismo per le fasce da tre a sei anni in Trentino.

Per quanto riguarda le scuole materne già attivate, come previsto è l’inglese, anche se di poco, la lingua maggiormente insegnata, visto che l’accostamento linguistico pari ad almeno 4 ore a settimana per bambino è praticato in 70 scuole su 149, ovvero nel 51% circa del totale.

In 63 scuole materne è stato scelto il tedesco, mentre 16 scuole materne hanno avviato l’accostamento di entrambe le lingue straniere. Lo sblocco dell’immissione di 70 assistenti linguistici nelle scuole materne e negli asili, permette come detto di estendere l’insegnamento di tedesco o inglese in molte altre strutture della provincia. La Provincia, tra l’altro, ha sott’occhio l’andamento della situazione praticamente in tempo reale. Il monitoraggio è costante e, assieme a partner come Ca’ Foscari, si verificano gli apprendimenti linguistici dei piccoli alunni.

Il piano trilinguismo, ricordiamo, rappresenta una delle scommesse più importanti della giunta guidata da Ugo Rossi.

Il piano straordinario di legislatura per l’apprendimento delle lingue comunitarie «Trentino Trilingue» serve a creare un sistema progressivo che accompagnerà i ragazzi trentini verso l’età adulta e il mondo del lavoro, con un approccio interculturale, «che favorirà, assieme all’apprendimento delle lingue straniere, anche lo sviluppo di un’attitudine all’apertura e al confronto» spiega la Provincia.

Iniziare, quindi, con i bambini dell’asilo nido ed accompagnarli, scuola dopo scuola, fino all’università, per creare un ambiente in cui comunicare in tre lingue - italiano, inglese e tedesco - sia naturale. Sul piatto la Provincia ha messo oltre 30 milioni di euro per il triennio che, entro il 2018, deve portare a regime il piano.

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