Violenza sulle donne, triste primato in regione Le vittime sono 88 ogni 100 mila residenti

Se vengono presi in considerazione i numeri assoluti in testa c'è la Lombardia

di Marica Viganò

Ogni 100 mila donne residenti in Trentino Alto Adige, 88 sono vittime di violenza sessuale. Il triste primato che pone la nostra regione in vetta alla classifica italiana, è emerso dal rapporto dell'Istituto Demoskopika, presentato in occasione della manifestazione nazionale «La Calabria contro la violenza sulle donne», che si è tenuta a Reggio Calabria

«In Trentino Alto Adige - si legge nell'indagine, che analizza i dati degli ultimi anni - si sono consumati circa 88 episodi di violenza sessuale ogni 100mila donne residenti». Seguono l'Emilia Romagna con 79 casi, la Toscana con 78, La Liguria con 75 ed il Piemonte con 72 casi
Analizzando i valori assoluti dell'intero territorio, il quadro cambia. La nostra regione infatti è al 2,3%, nella parte bassa della classifica italiana che vede al primo posto la Lombardia con 2.935 casi pari al 17,5% del dato complessivo nazionale (all'ultimo posto, invece, la Valle d'Aosta con 37 casi pari a 0,2%). Il tasso di stupri in rapporto alle donni residenti è, a livello nazionale, 64 su 100mila.

I dati in Trentino Alto Adige.

I dati elaborati da Demoskopika provengono dal ministero dell'Interno e dall'Istat, relativi al periodo 2010-2014. Nell'indagine si abbraccia dunque un arco temporale di cinque anni, nei quali in Trentino Alto Adige sono state denunciati 390 casi di violenza sessuale contro le donne, ovvero un'ottantina di episodi ogni anno pari a 2,3% dell'intero dato nazionale. Significa 88 episodi di violenza ogni 100mila donne residenti nella nostra regione. In ambito nazionale gli episodi denunciati fra il 2010 ed il 2014 sono stati 22.864, con le forze dell'ordine che sono riuscite a scovare i presunti autori per 16.797 casi, mentre per i rimanenti 6.067 episodi commessi rimangono ignoti i responsabili. Le vittime sono per la maggior parte donne italiane: 7 su 10 secondo il dato complessivo italiano, che riflette la situazione emersa anche nella nostra provincia.

 

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L'osservatorio violenze di genere. 

In Trentino le denunce raccolte dalle forze dell'ordine nel 2014 indicano come la vittima di violenza nei tre quarti dei casi sia una donna di nazionalità italiana. Anche per quanto riguarda i presunti autori la percentuale di italiani supera il numero di soggetti stranieri. L'aggressore nel 26% dei casi è l'ex, nel 17% dei casi il marito o il partner, nel 16% dei casi un conoscente, nell'11% un parente. In un caso su 4 la vittima non conosce la persona che le ha fatto violenza. Per il Trentino i dati sono elaborati annualmente dall'Osservatorio provinciale sulle violenze di genere, e raccolgono sotto la denominazione di «violenza di genere» non solo gli stupri, ma anche le minacce, le ingiurie, le lesioni dolose, le molestie, i maltrattamenti, gli atti persecutori, le percosse e le lesioni. Nel quadriennio 2011-2014, in provincia di Trento le denunce raccolte da carabinieri e polizia riconducibili a violenza di genere sono state oltre 2mila, così suddivise negli anni: 542 nel 2014, 523 nel 2013 (salgono a 613, ossia +90, con l'aggiunta dei dati delle polizie locali, per una modifica del sistema di rilevazione), 574 nel 2012 e 506 nel 2011. La media è di 45 al mese, 15 ogni 10mila donne, ed il trend - purtroppo - costante. 

 

La violenza è in casa.

«In provincia di Trento la maggior parte delle violenze di genere avviene in un contesto familiare. Si tratta di ex, ma anche di mariti e compagni attuali. Questo è il trend consolidato - evidenzia Simonetta Fedrizzi, presidente della Commissione provinciale pari opportunità - I dati, comunque, vanno sempre interpretati e contestualizzati. In provincia di Trento abbiamo un contesto che facilita le donne perché si sentono maggiormente protette e seguite. Ad esempio abbiamo una rete di servizi sociali per l'accoglienza, il centro antiviolenza, una serie di strutture che accompagnano le donne nei vari percorsi. Se c'è un contesto di protezione e di aiuto nel percorso, le donne sono incentivate a denunciare, ma se il contesto è un altro, di intimidazione e di mancata protezione, la difficoltà a segnalare i fatti c'è». 
Il 25 novembre, giornata mondiale contro la violenza sulle donne, verranno presentati i dati relativi al 2015 dell'Osservatorio provinciale sulla violenza di genere.

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