Stalking contro l'ex dipendente doppia condanna e risarcimento

Si è concluso con una doppia condanna il processo per stalking che vedeva imputati l’ex datore di lavoro e un collaboratore esterno della ditta in cui era impiegata la vittima

Si è concluso con una doppia condanna il processo per stalking che vedeva imputati l’ex datore di lavoro e un collaboratore esterno della ditta in cui era impiegata la vittima. Il titolare dell’azienda, un 54enne di Bressanone, è stato condannato a 4 mesi (con il riconoscimento delle attenuanti generiche), mentre un 43enne napoletano dovrà scontare sei mesi. Per entrambi il giudice Enrico Borrelli ha subordinato la sospensione condizionale della pena al risarcimento della parte civile, un trentenne, con 6000 euro.

La vicenda definita in tribunale risale al luglio 2012. Ad innescare la persecuzione sarebbe stata la decisione del giovane di licenziarsi e chiedere il pagamento di tfr e arretrati (5.800 euro). Nonostante l’intervento dei sindacati, però, non solo l’azienda non avrebbe pagato, ma l’ex titolare avrebbe avrebbe inviato al giovane messaggi intimidatori, sia per la vita privata che per la carriera lavorativa. Il 39enne, inoltre, lo avrebbe minacciato di rivolgersi al nuovo datore di lavoro per presunti comportamenti illeciti compiuti presso l’azienda altoatesina.

Temendo per la sorte dei propri familiari ed anche per la propria incolumità, il giovane ha sporto denuncia e i due imputati sono finiti a processo. Entrambi hanno sempre respinto le accuse; in particolare l’ex datore di lavoro sosteneva di essersi sentito tradito dal dipendente, che si era licenziato proprio quando la ditta era in difficoltà (poi fallì). Il giudice, però, ha ritenuto che quei messaggi e le chiamate avessero carattere persecutorio e ha condannato entrambi.

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