Canoni d'affitto Itea, aumenti in arrivo ma solo per gli inquilini più «ricchi»

Dal primo gennaio è in arrivo un raddoppio del contributo all’affitto (tecnicamente la quota di canone oggettivo) dal 10 al 20% chiesto agli inquilini «ricchi»

di Angelo Conte

Dal primo gennaio è in arrivo un raddoppio del contributo all’affitto (tecnicamente la quota di canone oggettivo) dal 10 al 20% chiesto agli inquilini «ricchi» dell’Itea, ossia ai nuclei familiari che hanno un Icef superiore allo 0,23. Secondo le prime stime, ciò dovrebbe comportare un introito pari a un milione di euro in più nelle casse di Itea. L’ok a questa e ad altre novità sul regolamento per l’edilizia pubblica provinciale è arrivato ieri dal Consiglio delle autonomie. Ora si attende solo il via libera dalla giunta provinciale propedeutico all’operatività del regolamento.

Tra le misure previste nel regolamento per l’edilizia pubblica illustrate dall’assessore alle attività sociali del Cal Stefano Bisoffi, per evitare di creare situazioni di assistenzialismo perpetuo privilegiando i bisogni reali, anche le novità in merito al contributo integrativo. La modifica al regolamento prevede di interromperlo per un anno dopo la concessione del contributo per due periodi consecutivi. Lo scopo è quello di evitare distorsioni nella politica della casa, fermo restando che, per gli inquilini di età superiore ai 65 anni, lo stacco di un anno non verrà applicato.

Sulla misura del contributo integrativo all’affitto viene fissato un limite minimo di 40 euro e un massimo di 300 euro mensili.

Sul canone moderato si procederà a una semplificazione delle procedure per l’assegnazione degli alloggi. Verrà, anche, allungata da 2 a 4 anni la durata delle graduatorie. Altro tema importante è quello legato alla residenza dove si propone di introdurre un punteggio (fino a un massimo di 10 punti) che premi la residenza nel Comune o nella Comunità. Punteggio da sommare ai 25 punti massimi oggi riconosciuti per la residenza in Trentino. Un’altra novità, decisamente attuale, riguarda la possibilità di destinare un alloggio adeguato (non più con una sola stanza) ai nuclei monopersonali con figli in affido condiviso.

La variazione al regolamento prevede anche un aumento, dal 10 al 20 per cento, della quota di canone oggettivo per i nuclei con Icef superiore a 0,23. La quota del canone oggettivo si riferisce al valore dell’immobile e alla compartecipazione degli inquilini con migliori capacità economiche.

Su una delle novità, ovvero la sospensione dell’integrazione al canone di affitto, dopo due anni, arriva la contestazione dei sindacati: secondo Cgil, Cisl e Uil, la misura rischia di danneggiare le famiglie più povere. Per Cgil Cisl Uil del Trentino su questo punto le modifiche al regolamento per l’edilizia abitativa pubblica possono risultare inique. «Concordiamo sull’opportunità di salvaguardare i beneficiari over 65 ed i disabili - spiegano Andrea Grosselli, Lorenzo Pomini e Walter Alotti - ma ribadiamo l’inopportunità di prevedere blocchi amministrativi nell’accesso al contributo integrativo per i nuclei familiari con valori Icef più bassi in graduatoria».

Cgil Cisl e Uil del Trentino comprendono la necessità, più volte sottolineata dall’assessore Daldoss, di limitare nel tempo l’erogazione dell’integrazione al canone per permettere di usufruire di questa agevolazione ad un numero maggiore di persone che ne hanno bisogno e ne fanno richiesta, ma restano convinti che la strada non sia il blocco per tutti. Almeno non per le famiglie più povere. «Sarebbe più equa e praticabile una riduzione temporanea del contributo a partire dal terzo anno consecutivo di beneficio, nella misura del 50% massimo di quanto dovuto».

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