Per gli inquilini dell'Itea aumenteranno i canoni

di Domenico Sartori

Graziati dalla Stato, beffati dalla Provincia. Così si sentono gli inquilini Itea che hanno beneficiato della detrazione Irpef in sede di dichiarazione dei redditi e oggi masticano rabbia e preoccupazione. Erano convinti di portarsi a casa, senza conseguenze, il bonus (sotto forma di detrazione Irpef) previsto dalla legge 80 del 2014 per il triennio 2014-2016: 900 euro all'anno per chi ha un reddito (da lavoro o da pensione) inferiore a 15.493,71 euro; 450 per chi è tra i 15.493,71 e 30.987,41 euro. Non è così. Se n'è accorto ieri mattina Silvano Largher , del Comitato spontaneo inquilini Itea. Questo è tempo di certificazione annuale Icef (Indicatore della condizione economica familiare), in base al quale Itea fissa poi i canoni, e Largher s'è recato al Caf della Uil. Qui, la sorpresa. Aver beneficiato della detrazione di 450 euro ha avuto come conseguenza il fatto che il suo Icef è passato da 0,3318 a 0,3375.

«Incredibile» commenta Largher «in questo modo l'Itea, cioè la Provincia, si incamera quello che ci dà lo Stato. Perché, se la detrazione (il bonus) fa reddito, le conseguenze sono due: un aumento dell'affitto per chi resta sotto il limite di 0,34; il dover pagare, per chi lo supera, l'affitto a canone di mercato. Con il rischio, in questo secondo caso, per chi supera per due volte consecutive il limite dell'0,34, di perdere l'alloggio pubblico, cioè di essere sbattuto fuori». Già l'applicazione della detrazione era stata un percorso ad ostacoli, con inquilini disinformati (metà degli utenti Itea, per dire, non fa il 730, ma per ottenere il bonus si doveva presentare la dichiarazione dei redditi e pochi lo sapevano). Adesso, si aggiunge la beffa dell'aumento dell'Icef. «È tradito lo spirito della legge» commenta Largher «che è quello di dare un sostegno ai cittadini inquilini di alloggio popolare, lavoratori o pensionati, non all'Itea. Per di più, la Provincia sta trattando con il sindacato un aumento ulteriore del canone per chi è sopra lo 0,23...

Se l'Itea non realizza più alloggi, se la manutenzione e l'amministrazione non sono migliorate, se la legge Dellai-Dalmaso che l'ha trasformata in spa, è fallita, il conto non lo devono pagare gli inquilini». Il Comitato, nei giorni scorsi, ha interessato della cosa anche il Garante del contribuente, l'avvocato Andrea di Francia . «È il caso di un beneficio che si trasforma in maleficio» commenta il garante «ed è una contraddizione in termini, perché un beneficio deve essere tale a tutti gli effetti, non dovrebbe avere conseguenze sull'Icef». Possibile che si sia arrivati a questa situazione, avvocato? «Il problema» risponde di Francia «è che la legge non dice nulla al riguardo, ed è l'applicazione concreta che fa la sostanza. Io, nei mesi scorsi, mi ero occupato della questione relativa alla dichiarazioni che Itea deve rilasciare ai Caf, per l'ottenimento della detrazione, non di questo. Il principio dovrebbe essere il seguente: se la legge non è chiara, la sua applicazione dev'essere a favore dell'utente, e se lo Stato concede una cosa, questa non può essere tolta da altri. Agenzia delle entrate e Comuni che usano l'Icef mi dicano in base a quale legge considerano il bonus reddito a tutti gli effetti».

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